Chiesa di S. Martino - complesso

Castione Andevenno (SO)

Indirizzo: Via della Chiesa, 1 - Castione Andevenno (SO)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Sorge in posizione dominante nel cuore del paese di Castione Andevenno. Sull`antistante sagrato si erge un piccolo obelisco sormontato da una croce in ferro battuto, sul cui piedistallo si legge la data 1717. La sua struttura è volutamente sobria e lineare, composta da un`unica navata con due cappelle laterali, presbiterio, sagrestia e campanile sulla sinistra. Appartiene al complesso anche l`oratorio della Beata Vergine, sul retro della chiesa; inoltre, accanto alla facciata di San Martino, in posizione sopraelevata rispetto al sagrato, si trova un ossario settecentesco con portico a tre arcate e timpano triangolare raggiungibile attraverso una graziosa scalinata a doppia rampa.

Epoca di costruzione: primo quarto sec. XVII - primo quarto sec. XVIII

Autori: Aprile da Carona, Gaspare, ampliamento

Comprende

Descrizione

Nel San Martino troviamo una soluzione architettonica fortemente semplificata nel partito formale grazie all'adozione di una planimetria a sala (la navata unica con abside a terminazione piana e due cappelle laterali poco profonde), dotata di grande robustezza e luminosità interna: tale spazialità sobria e lineare, perfettamente coerente alle esigenze liturgiche e pastorali post-tridentine, offre nella sua essenzialità il supporto più adeguato alle invenzioni degli stuccatori, che qui si dispiegano con esiti qualitativamente molto alti nel presbiterio e nella cappella di San Carlo (la cappella di destra), la cui ricca decorazione plastica e pittorica fu resa possibile dal contributo finanziario degli emigrati di Padova. L'apparato plastico della cappella carliana, opera degli stuccatori Bernardo Bianchi da Campione e Alessandro Casella da Carona, risale agli anni 1628-29; forse di qualche anno precedente quello del presbiterio, per il quale risultano sotto gli anni 1623-24 pagamenti a non meglio specificati magistri anchonae, da identificare con gli stuccatori citati, in altre occasioni attivi in collaborazione, mentre la conclusione dei lavori con la doratura è del 1629. Il disegno di gusto ancora tardorinascimentale dell'altar maggiore e le raffinate ornamentazioni a girali vegetali dei vani reliquario che lo affiancano rispecchiano il linguaggio forbito ed elegante di Bernardo Bianchi, che risente dei modelli della bottega del più celebre conterraneo (e parente) Isidoro; la forza espressiva e il vitalismo prorompente del Casella, sicuramente uno dei maggiori stuccatori del secolo, con un percorso artistico che dal nativo Luganese si snoda fra Lombardia e Piemonte, sono invece riconoscibili nelle parti figurative, dal vigoroso Eterno Padre sul timpano triangolare, alle due coppie di Angeli sulla cimasa, dai volti contratti in smorfie dolorose e dalle proporzioni esasperatamente allungate. Firmata dal pittore Pietro Damini da Castelfranco Veneto è la pala dell'Assunta e santi, già registrata in loco dal verbale della visita del vescovo Lazzaro Carafino del 20 giugno 1629; palesemente ispirata alla tradizione pittorica veneta del Cinquecento con il condizionante ricordo dell'Assunta tizianesca dei Frari, nella sua misurata eloquenza risponde con efficacia alle istanze controriformate. Altrettanto si verifica per la piana icasticità e il composto rigorismo devozionale della pala di San Carlo nella cappella borromaica, firmata e datata (1630) dal veronese Giovan Battista Pellizzari, operoso prevalentemente in ambito padovano. Nella cappella l'apparato plastico, particolarmente ricco e articolato, comprende due grandi statue di Profeti seduti ai lati della finestra soprastante, due Angeli con le insegne di san Carlo sull'estradosso dell'arco, e ai lati dell'altare le statue dei santi Biagio e Bernardo di Chiaravalle, contitolari della cappella. Ancora una volta, l'intervento di Bernardo Bianchi dovrebbe potersi riconoscere nel disegno dell'altare, nel sistema decorativo generale e nelle parti ornamentali (fra cui gli emblemi sacri e liturgici a rilievo sull'intradosso dell'arco), mentre le parti figurative vanno ascritte ad Alessandro Casella. Inequivocabilmente sue, per i confronti istituibili sia con altri complessi valtellinesi (Fusine, Chiuro), sia con le più tarde sculture del santuario della Madonna d'Ongero a Carona, sono le tipologie virili dei profeti e dei santi, dalle forme robuste e nervosamente slanciate, con barbe e capigliature inanellate in un dinamico rovello plastico.

Notizie storiche

Il ticinese Gaspare Aprile da Carona, "protagonista assoluto del primo Barocco valtellinese" (Rovetta, 1998), in base ad una cronaca coeva di Pietro Martire Lavizzari è l'architetto della ricostruzione seicentesca della parrocchiale di San Martino a Castione Andevenno, di origine quattrocentesca, divenuta la principale chiesa del paese dopo l'esondazione dell'Adda del 1520 che aveva costretto la popolazione a trasferirsi dal piano di Andevenno nella soprastante località di Castione. Già soggetta alla plebana di Sondrio, la chiesa di San Martino se ne svincolò nel 1624 costituendosi in parrocchia autonoma e l'edificio rinnovato venne nel medesimo anno consacrato da Sisto Carcano, visitatore incaricato dal vescovo di Como Desiderio Scaglia. Intorno agli anni Venti del Seicento, il linguaggio dell'Aprile, formatosi su modelli pellegriniani, ed indirizzato a dare concreta espressione, nei numerosi cantieri valtellinesi da lui progettati e coordinati (fra cui i santuari di Grosotto e Sazzo di Ponte, le parrocchiali di Bormio, Sondrio, Albosaggia, Berbenno, Delebio), al concetto di simplex ecclesia avocato dalle Instructiones di Carlo Borromeo per l'edilizia ecclesiastica, mostra un aggiornamento sugli sviluppi dell'architettura milanese dell'età federiciana (Richino, Buzzi, Mangone), confermando il carattere di fondo di un classicismo limpido e monumentale.

Uso attuale: intero bene: parrocchia

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente ecclesiastico

Credits

Compilazione: Natoli, M.V. (2001)

Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2011)

Descrizione e notizie storiche: Coppa, Simonetta

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Consorzio turistico Sondrio-Valtellina

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).