Villa Clari Monzini - complesso

Cassinetta di Lugagnano (MI)

Indirizzo: Piazza del teatro, 1 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Cassinetta di Lugagnano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Configurazione strutturale: Il complesso è costituito da diversi corpi di fabbrica che si articolano intorno al cortile d'onore e alle due corti rustiche. Il nucleo principale è costituito dalla Villa vera e propria che si compone di un nucleo principale, del cortile d'onore, di un avancorpo con annessa cappella ed esedra d'ingresso e di un'ala di servizio sulla sinistra. Sulla destra il cortile è delimitato dal finto prospetto del corpo rustico che riprende il carattere estetico del resto della villa. Attraverso un passaggio si entra nella seconda corte attorno alla quale di sviluppa con pianta ad U il corpo rustico. Sulla sinistra del corpo principale, oltre l'ala di servizio si trova il terzo cortile chiuso dai corpi rurali. Oltre il costruito si apre verso la campagna un giardino di vaste dimensioni racchiuso in parte da muro di cinta mentre sulla destra della villa è ancora individuabile il "giardino dei fiori"

Epoca di costruzione: ca. seconda metà sec. XVII - inizio sec. XVIII

Comprende

Descrizione

Probabilmente la più antica fra le ville di Cassinetta di Lugagnano, nel '600 Villa Clari Monzini era uno dei complessi signorili più importanti del territorio, collegata al naviglio tramite un grande parco tagliato da un lungo viale alberato, intervallato da coppie di pilastri, che da piazza del Teatro proseguiva oltre il corso d'acqua fino alla grande esedra di Villa Negri.
La villa vera e propria si compone di un nucleo principale, del cortile d'onore, di un avancorpo con annessa cappella ed esedra d'ingresso e di un'ala di servizio sulla sinistra.
Sulla destra il cortile è delimitato dal finto prospetto del corpo rustico che riprende il carattere estetico del resto della villa. Attraverso un passaggio si entra nella seconda corte attorno alla quale di sviluppa con pianta a U il corpo rustico aperto con portico ad archi sul cortile centrale.
Sulla sinistra del corpo principale, oltre l'ala di servizio si trova il terzo cortile chiuso dai corpi rurali, mentre verso la campagna si apre un vasto giardino che ha perso l'originaria grandiosità.
Ancora esistente è il cancello seicentesco, sostenuto da piloni a bugnato, che chiude il lato posteriore del giardino.
La villa, a pianta quadrata con cortile centrale e due sporgenze laterali, riprende le caratteristiche architettoniche tipiche di inizio '600. Una chiara differenziazione dei corpi consente di cogliere l'asse principale dell'edificio, che dal corpo d'ingresso a due piani attraverso il corpo laterale più basso, destinato a funzioni di servizio, conduce al corpo padronale in fondo alla corte, a tre piani con portico di cinque campate, vero centro della composizione.
Al primo piano si apriva l'appartamento padronale con grande salone delle feste e soffitti interamente affrescati, in gran parte ancora conservati.
Sporgente con la parte absidale sulla piazzetta d'accesso, l'Oratorio di S. Anna è ritmato dalle medesime aperture che ornano la facciata della villa.

Notizie storiche

La struttura quadrangolare ha suggerisce l'ipotesi che l'edificio sia l'evoluzione dell'antico fortilizio di Lugagnano che si presume edificato attorno al 1558 dalla famiglia Birago.
L'attuale complesso fu edificato dai Clari di Alessandria nella seconda metà del XVII secolo, che ne rimasero proprietari fino al 1819, tranne per un breve periodo alla fine del XVII sec. quando venne confiscato dalla Camera Regia.
In seguito l'edificio fu ampliato e venne strutturato a corte civile, con un portone che si apre su una piazzetta fiancheggiata da due corti rustiche.
Nel 1701 il nobile Gaetano Francesco Clari fece costruire una piccola chiesa dedicata a S. Anna nell'ala sinistra della villa, venne benedetta nel 1721.
Nel 1875 il complesso passò ad Antonia Torre vedova Rotondi, per passare nel 1879 a Giovanni Malvezzi.
Nel 1905 il complesso fu ereditato da Angelica Malvezzi coniugata Monzini e il piano terra fu occupato da una filanda.
Negli anni successivi il complesso subì un lungo periodo di abbandono durante il quale fu occupato da famiglie di contadini.
Alla fine del XVII secolo la villa passò alla Famiglia Clari che ne rimase proprietaria fino al 1819.
Successivamente la villa passò ai Cravenna e quindi ai Malvezzi dai quali, per via ereditaria, passò ai Monzini attuali proprietari dell'edificio.
Nel 2007 la villa è stata restaurata e adibita a lussuose abitazioni private comportando la divisione di alcuni saloni affrescati in locali più piccoli, medesima sorta toccata all'Oratorio.

Condizione giuridica: proprietà privata

Riferimenti bibliografici

Perogalli C./ Favole P., Ville dei Navigli lombardi, Milano 1967

Comincini M., Il Naviglio Grande, Abbiategrasso 1981

Invernizzi I., Le ville di Cassinetta di Lugagnano, Abbiategrasso 1982

Beni architettonici ed ambientali della provincia di Milano, Milano 1985, p. 49

Binaghi Olivari M.T./ Süss F./ Bagatti Valsecchi P.F., Le ville del territorio milanese, Milano 1989

I segni della storia, le voci della memoria, Cassinetta e Lugagnano, Abbiategrasso 1991

Kluzer A./ Comincini M., Ville del Naviglio Grande, Abbiategrasso 1997

Fonti e Documenti

relazione storico tecnica

Credits

Compilazione: Bersani, Gabriele (2001); Castagna, Maria (2001); Marino, Nadia (2001); Troncatti, Viviana (2001); Vergani, Cristina (2001)

Aggiornamento: Bianchini, Fabio (2015)

Descrizione e notizie storiche: Bianchini, Fabio

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