Torre Rasini

Milano (MI)

Indirizzo: Bastioni di Porta Venezia, 1 (Nel centro abitato, in posizione dominante) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Edificio con struttura portante in cemento armato su fondazioni a plinto e murature di chiusura e partizione interna in laterizio forato, con copertura piana a terrazza.

Epoca di costruzione: 1932 - 1935

Autori: Lancia, Emilio, progetto; Ponti, Giò, progetto

Descrizione

Posto all'angolo tra corso Venezia e i bastioni, questo palazzo di Ponti e Lancia raccoglie forse più che in altri casi la contemporanea presenza di differenti, e forse divergenti, concezioni dell'architettura, legate ad un periodo e ad un tempo. Ultimo lavoro del sodalizio tra i due architetti, l'edificio presenta due corpi autonomamente configurati ma uniti fisicamente, due volumi nettamente definiti, anche nelle evidenti differenze di altezza che, tuttavia, non costituiscono affatto un limite all'integrazione architettonica.
Un corpo "basso", su sei piani, all'angolo dei due assi stradali, squadrato, al limite dell'architettura razionale, lindo e geometricamente concluso nella bianca facciata caratterizzata dal disporsi alternato della venatura marmorea. La torre, affacciata ai bastioni e sui giardini pubblici, intrisa di richiami stilistici degli anni Venti, stagione creativa rievocata nel volume semicilindrico della testata, nella tessitura del mattone che la riveste ed avviluppa, nelle terrazze e nei giardini pensili.
Sembra che la separazione professionale tra i due architetti, che vantano al momento del progetto una collaborazione più che ventennale, sia rappresentata con evidenza nella costruzione; più vicina ai modelli stilistici di Lancia la torre, rievocazione di una villa di Ponti il palazzo più basso.
Il cubo alla testata del corso Venezia, con la contenuta altezza e la massa equilibrata rispecchia la tipologia del palazzo, in sintonia con il tessuto edilizio degli isolati dell'antica porta. Elevato su sei piani, ha pianta ad L; la facciata sul corso presenta due ingressi affiancati, alla casa e al cortile, balconate centrali accessibili da cinque porte finestrate, e finestre alternate ai lati, singole e doppie; verso i bastioni la facciata è più sobria, con finestre allineate secondo una diversa composizione.
In copertura, un pronunciato sporto di gronda delimita il terrazzo attrezzato con pergolati.
Il corpo più elevato arriva sino a dodici piani; osservato dai bastioni, emerge con molta efficacia la configurazione a torre che cela completamente il reale sviluppo allungato della pianta dell'edificio, leggibile nettamente se si osserva il palazzo da nord ovest. Qui il prospetto, articolato da arretramenti e dislivelli a terrazza verso i giardini pubblici, approssimandosi all'asse stradale tende ad assumere con vigore la forma di una torre, annunciata dalla rotondità con cui è risolta felicemente metà della testata. La facciata principale, con finestre d'angolo, presenta al piede tre portali d'accesso contrapposti.
Un'attenzione particolare è riservata al rivestimento dell'intero edificio, tanto nella combinazione cromatica tra il bianco marmo e il caldo marrone del cotto ceramico, quanto nel disporsi alternato della tessitura del mattone e nelle venature del marmo, materiali esaltati dalla sapienza costruttiva e dalla valenza artigianale con cui sono lavorati.

Notizie storiche

All'inizio dell'Ottocento il borgo di Porta Orientale (Porta Venezia), ormai divenuto Corso della Riconoscenza, presentava alcuni palazzi di grande pregio artistico ed un tessuto esteso quanto minuto di case ad uno o due piani, particolarmente addensato sul lato dei giardini pubblici. Tale configurazione urbana rimase in buona parte pressoché inalterata sino alla fine del secolo, quando prese avvio una progressiva sostituzione e saturazione di ogni lembo con i lussuosi palazzi della borghesia che andava sempre più affermandosi. In quel contesto si situa la costruzione del palazzo di Gio Ponti progettato con Emilio Lancia, al vertice del corso Venezia, dove l'ampia area dei giardini si addossa ai bastioni recuperati con l'abbattimento delle mura spagnole. L'edificio si pone in diretta relazione come frontiera e testa di ponte alla nuova arteria creata con la soppressione del tracciato ferroviario che faceva capo alla vecchia stazione.
Nel 1923, negli Uffici municipali di Milano i signori Rasini Giovanni e Mario, proprietari della casa situata all'angolo tra corso Venezia ed i bastioni, siglano una convenzione con il Comune per la demolizione e la ricostruzione della casa, in relazione alla confinante proprietà comunale destinata a giardino pubblico.
I fratelli Rasini nell'ottobre 1932 sottopongono alcuni quesiti al podestà allo scopo di portare a termine il progetto del nuovo edificio, in corso di studio da parte degli architetti Ponti e Lancia.
Nel disegno del palazzo i progettisti sembrano avvallare una esplicita richiesta del podestà, tesa a dare ad una parte dell'edificio un'altezza tale da consentirne la vista nel contesto panoramico della città.
Nell'aprile 1933 il progetto per la costruzione di un fabbricato ad uso abitazione di lusso è presentato al Comune. Pochi mesi dopo è rilasciato il nulla osta alla costruzione dello stabile.
I lavori sono iniziati con il corpo basso - l'edificio di sei piani affacciato al corso Venezia - nel mese di settembre 1933; un mese dopo prendono avvio le opere per il corpo a torre sui bastioni di Porta Venezia. L'edificio è portato a compimento nell'anno successivo.
Alcune contenute varianti sono apportate al progetto in corso d'opera: la facciata verso corso Venezia è rimasta inalterata tranne che nel portale, arricchito con lesene in lieve sporto dal filo del fabbricato. Ma la correzione di maggior rilievo riguarda la facciata sui bastioni, in origine asimmetrica e ricondotta ad un aspetto ordinato, "conformemente ai suggerimenti, autorevolmente espressi da qualche membro della On. Commissione".
Nell'agosto 1935 alcune lastre di marmo costituenti il rivestimento della facciata dello stabile si staccano, crollando sul marciapiede. Per arginare il problema, dovuto all'assestamento dell'edificio che ha elementi misti perimetrali di cemento e mattoni, e in rapporto alle vibrazioni determinate dal traffico particolarmente intenso, si interviene sulle facciate sovrapponendo sottili fasciature di metallo in corrispondenza dei giunti, fissate con zanche passanti alla muratura. Interpellati al riguardo, Ponti e Lancia approvano la soluzione suggerendo l'impiego di metallo "di superficie argentea che a prova di fatto ha piccolissima evidenza e non è privo di una certa eleganza".

Uso attuale: intero bene: abitazione

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Riferimenti bibliografici

Domus, Milano 1934, n. 84

Domus, Milano 1935, n. 88

Moretti B., Case d'abitazione in Italia, Milano 1939

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Grandi M./ Pracchi A., Milano. Guida all'architettura moderna, L'architettura del Novecento, Bologna 1980, pp. 159, 210 fig. 204

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Farina P., Ottagono, Gio Ponti: anni Trenta e dintorni, 1986, n. 82 pp. 60-65

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Gramigna G./ Mazza S., Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano 2001, pp. 146, 147

Fonti e Documenti

Archivio Civico Milano, Edilizia privata, atti n° 187726/1935

Percorsi tematici:

Collegamenti

  • Descrizione archivistica: Palazzo Rasini (1933 - 1935)
    Unità compresa in: Pratiche edilizie (1928 - 1983). Conservatore: Comune di Milano. Archivio civico (Milano, MI).

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2006)

Aggiornamento: Garnerone, Daniele (2007)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

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