Monastero di S. Salvatore - complesso

Pavia (PV)

Indirizzo: Via Riviera, 20 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Pavia (PV)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: monastero

Configurazione strutturale: Il complesso si articola principalmente attorno a due cortili quadrangolari, sul cui lato orientale si addossa il fianco della chiesa di S. Salvatore. Tra il lato ovest della chiesa e il cortile settentrionale del complesso vi è un piccolo chiostro. A ovest del chiostro principale si aggiunge un corpo trasversale (ex-refettorio). Un ulteriore cortile si apre a ovest della corte settentrionale, delimitata da un edificio antico a nord, e due manufatti, di recente costruzione, disposti a chiuderla longitudinalmente. La parte meridionale dell'area è occupata da edifici ottocenteschi adibiti ad officine, depositi ed autorimesse. Tutti gli edifici hanno non più di due piani fuori terra ad esclusione del lato occidentale del chiostro principale che ne ha tre. Il componente ex-refettorio e il corpo più settentrionale hanno un piano cantinato. L'accesso al complesso è dalla piazza antistante la chiesa e dal vicolo meridionale.

Epoca di costruzione: post 1458 - 1511

Comprende

Descrizione

Il complesso si articola principalmente attorno a due cortili quadrangolari uno settentrionale e il chiostro principale, sul cui lato orientale si addossa il fianco della chiesa di S. Salvatore. Tra il lato ovest della chiesa e il cortile settentrionale del complesso vi è un piccolo chiostro. A ovest del chiostro principale si aggiunge un corpo trasversale che ospitava al piano terra il refettorio. Un terzo cortile si apre a ovest della corte settentrionale, delimitata da un edificio antico a nord e due manufatti, di più recente costruzione, disposti a chiuderla longitudinalmente. La parte meridionale dell'area è occupata da edifici ottocenteschi adibiti ad officine, depositi ed autorimesse. L'accesso al complesso avviene dalla piazza antistante la chiesa e da un vicolo a sud.

Notizie storiche

Le fonti storiche fanno risalire la fondazione del nucleo originario della chiesa al 657. Ariperto I fa costruire un "larario"per la propria sepoltura consacrato a S. Salvatore. Il convento è stato fatto erigere da Adelaide di Borgogna, ed in seguito da Ottone I, che lo fa rinascere nel 969, dopo il declino che la struttura ha avuto fino al 924. Il monastero godette di notevoli privilegi; numerosi i possessi e le proprietà che lo legavano al territorio e che garantirono una prosperità sino alle grandi difficoltà tra Trecento e Quattrocento. Nel 1436 una prima bolla di Eugenio IV ordina l'unione del monastero a S. Giustina, e impone ai monaci pavesi di ospitare nel cenobio i Benedettini dell'Osservanza. Nel 1453 l'abate di S. Sisto a Piacenza, mediatore per l'Osservanza, prende definitivamente possesso del monastero. Inizia di conseguenza un periodo di grandi ampliamenti e trasformazioni del complesso, la cui natura e portata sono ancora in discussione, ma di cui si parla addirittura negli stessi documenti che attestano le convenzioni stipulate nel 1453. A cominciare dal contratto per la realizzazione del coro ligneo, che dovrà ospitare i sedili per i nuovi monaci, alla dotazione di un nuovo altare dedicato alla Vergine. Nel 1461 si ordina un'ingente fornitura di tegole per la fabbrica del monastero che lascia supporre l'avanzamento dei lavori. Tra il 1460 e il 1470 molti documenti attestano il completamento del chiostro principale con colonne in pietra: vengono aggiunti tre lati al primo già esistente, mentre si procede ad una più semplice sistemazione dei "dormitori" già esistenti al piano superiore. Un'epigrafe sulla porta del Capitolo reca la data 1467 come fine dei lavori. Non si è certi che la lapide si riferisca al termine di tutti i lavori sul complesso piuttosto che sulla sola chiesa. Da diversi documenti sembra che il termine ultimo del cantiere sia il 1511. La nuova chiesa assume capitale importanza nel 1585, quando vengono ivi traslate le ceneri di Ariperto e di Adelaide, come recano scritto le lapidi commemorative. Un documento dell'aprile 1488 riferisce l'acquisto di 87.000 mattoni e 150.000 tegole, e lascia quindi supporre il proseguire delle attività edilizie ben oltre la data indicata nell'epigrafe. Tra il 1497 e i primi anni del 1500 viene costruita la nuova chiesa, e la precedente distrutta nel 1511. Non sono ancora molte le informazioni riguardo alle vicende occorse al complesso fino al XVIII secolo. Si ha notizia di "un contratto per la realizzazione di un portico chiuso per collegare il chiostro alla piazza, su cui si sarebbe affacciata la porta d'ingresso del Monastero". Si deve però arrivare al resoconto che l'abate Nicolò Ruggieri riferisce a proposito della rimodellazione delle facciate che fa eseguire nel 1750. Nel 1782 il convento viene soppresso, passando sotto la giurisdizione austriaca, e nel 1829 il monastero, in particolare il chiostro, viene adibito a collegio dei Pontieri. La basilica, sconsacrata nel 1860, viene ceduta ai Pontieri. Dal 1873 le sorti del monastero si differenziano rispetto alla chiesa: il complesso conventuale viene ceduto al Ministero della Guerra, mentre la basilica, inserita negli elenchi delle Commissioni Conservatrici Provinciali dal 1868, diviene oggetto di un acceso dibattito tra la Società Conservatrice dei monumenti dell'Arte cristiana per poter essere nuovamente aperta al culto (dibattito ventennale, che si concluderà nel 1900 con il pagamento di 5000 lire al Ministero della Guerra).
La destinazione a caserma dell'impianto monastico rimane sino al 1990 ca., quando il bene perde la sua funzione militare, viene chiuso e rimane inutilizzato e in stato di abbandono. La chiesa, ceduta alla diocesi di Pavia poco dopo il suo "riscatto", mantiene tuttora l'uso che le è proprio.
L'intero bene è sottoposto a vincolo di tutela monumentale con decreto del 15 dicembre 1965.

Uso attuale: alloggi demaniali: abitazione; autorimessa: in disuso; chiesa: chiesa; chiostrino: in disuso/ archivio notarile; chiostro principale: in disuso; corpo del refettorio: in disuso; corpo NO cortile Stella: in disuso; officine O: in disuso; officine O cortile S.Barbara: in disuso; officine S: in disuso; rustico N cortile NO: in disuso; scula E cortile NO: in disuso; scula O cortile NO: in disuso

Uso storico: intero bene: monastero; intero bene: caserma; scula E cortile NO: scuola; scula O cortile NO: scuola

Condizione giuridica: proprietà mista pubblica/ecclesiastica

Riferimenti bibliografici

Spelta A. M., La Pavia trionfante / d'Antonio Maria Spelta poeta regio nella felice nascita del serenissimo prencipe di Spagna N. S., Pavia 1606

Campi P. M., Dell'Historia ecclesiastica di Piacenza, Piacenza 1662, v. III

Ghisoni R., Flavia Papia Sacra, 1699

Pessani P., De' palazzi reali che sono stati nella citta, e territorio di Pavia, Pavia 1771

Robolini G., Notizie appartenenti alla storia della sua patria, Pavia 1826, v. II; v. IV

Voghera G., Monumenti pavesi, Pavia 1828 v. XIV, tav. XXVII, XVIII, XXIX, XXX

Capsoni G., Notizie riguardanti la città di Pavia raccolte da un suo concittadino, Pavia 1876

Dell'Acqua C., Il comune dei Corpi Santi di Pavia, Pavia 1877

Moiraghi P., Graduali miniati della basilica di S. Salvatore, Pavia 1886

Dell'Acqua C., Almanacco Sacro Pavese per l'anno 1900, La Basilica di S. Salvatore a Pavia, Pavia 1900

Bollettino Società, Bollettino Società Pavese Storia Patria, La solenne riapertura della Basilica di S. Salvatore nei pressi di Pavia, 1901

Dell'Acqua C., Il Bene, La basilica di S. Salvatore in Pavia, 1901

Dell'Acqua C., Rivista di scienze storiche, La basilica di S. Salvatore presso Pavia, 1907, v. II

Bascapè G. C., L'Archivio dell'Abbazia di S. Salvatore, Pavia 1927

Leccisotti T., Congregationis S. Iustinae de Padua O.S.B. Ordinationes Capitulorum Generalium, Montecassino 1939, v. I

Pietra F., Ticinum, I corali della Basilica del Salvatore in Pavia, 1939, n. 4

Fanciulli A., Bollettino Società Pavese Storia Patria, Appunti sul pittore Bernardino Lanzani, 1950

Arslan E., Storia di Milano, Milano 1956, v. VII p. 632

Romanini A. M., Scritti di storia dell'arte in onore di Mario Salmi, La chiesa di S. Salvatore a Pavia, Roma 1962, v. II

Romanini A. M., L'architettura gotia in Lombardia, Milano 1964

Giordano L., Bollettino Società Pavese Storia Patria, Il maestro dei Dottori di S. Salvatore, 1978, v. XXX

Andreoli M. P., Atti del IV Congresso Internazionale di Studi sull'Alto Medioevo (10-14 settembre 1976), Aspetti politici e religiosi di Pavia rilevati nelle vicende storiche del Monastero di S. Salvatore, Spoleto 1979

Erba L., La Chiesa di S. Salvatore a Pavia, Pavia 1981

Vicini D., Pavia : materiali di storia urbana : il progetto edilizio 1840 - 1940, Pavia 1988

Vicini D., Bollettino Società Pavese Storia Patria, Memorie locali (dal Trecento) nelle raccolte epigrafiche dei Civici Musei di Pavia, Pavia 1992

Galli L., L'immagine, l'eguale, la storia, Milano 1997

Mazzilli Savini M. T./ Galli L./ Majocchi P., Il complesso monumentale di San Salvatore tra passato e futuro, Pavia 2001

Pepe G. C./ Messiga L./ Baroni M.C., Le basiliche conventuali di S. Pietro in Ciel D'Oro e S. Salvatore in Pavia, Milano 2002

Fonti e Documenti

Archivio di Stato di Pavia; Corpi Santi di Pavia sec. XVIII Mandamento I Pavia - Mappe Teresiane

Archivio di Stato di Pavia; Corpi Santi di Pavia 1869-1907 Mandamento I Pavia - Mappe Teresiane

Bianchi I., 1453-1521: un secolo di storia e arte in San Salvatore a Pavia: Cronologia delle fasi architettoniche e pittoriche attraverso le fasi documentarie, Tesi di laurea, Università degli Studi di Pavia, Pavia 2003

Credits

Compilazione: Agostini, Gianpietro (2004); Marino, Nadia (2004); Mazzilli Savini, Maria Teresa (2004); Roche, Guido (2004); Rosina, Elisabetta (2004); Vergani, Cristina (2004)

Aggiornamento: Marino, Nadia (2012); Marino, Nadia (2014)

Descrizione e notizie storiche: Marino, Nadia; Mazzilli Savini, Maria Teresa; Roche, Guido; Rosina, Elisabetta; Vergani, Cristina

Fotografie: Marino, Nadia

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).