Palazzo largo Bortolo Belotti 22/46

Bergamo (BG)

Indirizzo: Largo Bortolo Belotti 22/46 (Nel centro abitato, isolato) - Bergamo (BG)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Edificio a pianta rettangolare con due cortili; muratura mista; solai in calcestruzzo armato; tetto in parte a padiglione in parte piano

Epoca di costruzione: 22/06/1925

Autori: Piacentini, Marcello, progetto; Angelini, Luigi, progetto

Descrizione

All'angolo tra via Petrarca e largo Belotti, sorge il palazzo progettato alla metà degli anni Venti del secolo scorso da Marcello Piacentini e Luigi Angelini. Articolato attorno a due cortili separati da un corpo di fabbrica più basso, l'edificio mostra altezze diverse nel rispetto delle disposizioni previste dal piano regolatore dell'area dell'ex Fiera, che imponevano la visibilità della città sul colle. Per tale motivo il lato sud e parte di quello ovest, si allineano alla quota delle vicine fabbriche del Palazzo di Giustizia e della Camera di Commercio.
Un rivestimento in ceppo di Brembate interessa il piano terra di tutti prospetti, mentre ai piani superiori gli elementi decorativi sono in pietra artificiale a imitazione dell'arenaria.
L'immagine di opera rustica del piano terreno è sottolineata dall'aggetto alternato dei conci di pietra dei contorni delle vetrine, riproposto in scala maggiore nei due portali di ingresso al centro dei fronti nord e sud.
Questo gioco di sporgenze ritorna con proporzioni e sagome diverse, anche negli stipiti delle finestre ai piani superiori - quasi impercettibile al primo piano, a punta di diamante al secondo, dove sorreggono pannelli ornati da mascheroni - e nelle lesene, che in corrispondenza della maggiore altezza del fabbricato, racchiudono entro arcate cieche le aperture del secondo e terzo piano.

Notizie storiche

Nel piano regolatore dell'ex Fiera settecentesca redatto dall'architetto Marcello Piacentini, l'area individuata con la lettera C, a destra del Palazzo di Giustizia, era destinata ad ospitare la nuova sede delle Poste e Telegrafi. Per mancanza di fondi il Ministero competente è costretto a rinunciare all'impresa, e restituisce il terreno al Comune che glielo aveva donato. Rientrato in possesso del lotto, il Consiglio Prefettizio con delibera del 27 dicembre 1924 stabilisce di vendere, tramite asta pubblica, il terreno fabbricabile. Andata deserta l'asta, si procede con licitazione privata al miglior offerente, e l'8 febbraio 1925 si aggiudica l'area la "Società per la Riedificazione della Fiera". L'acquirente si impegna a costruire entro il termine di 3 anni un edificio di "pari decorosità" e utilizzando materiali analoghi a quelli già eretti nell'ex Fiera. In particolare lo zoccolo dovrà essere in pietra naturale e rivestire i quattro lati del palazzo, essendo espressamente vietato l'uso della pietra artificiale fino all'altezza del primo piano.
Anche in questa occasione il progetto, presentato alla Commissione Edilizia il 22 giugno 1925, si deve alla coppia Piacentini-Angelini: al primo la soluzione dei prospetti, al secondo le planimetrie, i prospetti interni e la decorazione della sede della Banca Industriale di Bergamo.

Uso attuale: piani superiori: uffici; piani superiori: residenziale; piano terra: commerciale

Uso storico: piani superiori: uffici; piani superiori: residenziale; piano terra: commerciale

Condizione giuridica: proprietà privata

Riferimenti bibliografici

Papini R., Bergamo rinnovata, Bergamo 1929, p. 112

Zanella V. (a cura di), Idee per la città. Ernesto Suardo ingegnere. Bergamo 1890-1961, Bergamo 1997

Fonti e Documenti

Progetto per il lotto C

Credits

Compilazione: Oscar, Paolo (2014); Resmini, Monica (2014)

Descrizione e notizie storiche: Resmini, Monica

Fotografie: Oscar, Paolo

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).