Chiesa e convento di S. Agostino (ex)

Bergamo (BG)

Indirizzo: Via della Fara - Bergamo (BG)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: convento

Configurazione strutturale: Complesso costituito da chiesa rimaneggiata nel XV dagli Agostiniani succeduti agli Eremitani, artefici anche del chiostro piccolo. Nel XVI sec. venne aggiunto anche il chiostro grande.

Epoca di costruzione: seconda metà sec. XV

Descrizione

Ad aula unica priva di transetto, la chiesa è coperta da soffitto ligneo rivestito da tavelle in cotto dipinte e sorretto da sette grandi archi trasversali a profilo ogivale, impostati su semipilastri a sezione rettangolare fortemente aggettanti dalla parete. Internamente i semipilastri sono collegati fra loro da strette volte a crociera su costoloni a toro con peducci ovoidali in pietra; la vasta aula rettangolare risulta così fiancheggiata da una serie di vani minori laterali cui si accede attraverso ampie arcate a sesto acuto. Il corpo longitudinale è concluso a est da tre cappelle a pianta rettangolare coperte da volte a crociera con costoloni retti da robusti peducci in pietra ornati con teste umane stilizzate; la cappella centrale, più ampia e profonda, ha funzioni di coro ed è illuminata da due alte monofore a pieno centro, in tutto simili a quelle aperte, sulla parete meridionale, al centro di ciascuna delle otto campate.
La fronte rivestita in arenaria grigia, coeva al resto della costruzione (Romanini 1964), ha un semplice profilo a capanna sottolineato da una ricca cornice a rilievo formata da archetti acuti polilobati e da un prezioso nastro fogliato ed è chiusa ai lati da snelli contrafforti rettangolari coronati da svettanti pinnacoli ottagonali con colonnine tortili. Sopra l'ampio portale a tutto sesto con profonda strombatura si apre un piccolo oculo dal prezioso traforo interno in pietra, sovrastato da un'edicoletta contenente la statua marmorea di Sant'Agostino. Ai lati del portale si aprono due amplissime quadrifore marmoree archiacute, ornate da una sottile cornice fogliata che sboccia al centro in un ricco fiore. Gli spiccati valori pittorici della decorazione di facciata hanno fatto pensare a influssi culturali extraregionali, con particolare riferimento all'area veneta e, attraverso di essa, ai territori tedeschi.
Le pareti delle tre cappelle della zona presbiteriale e i semipilastri che ritmano i muri perimetrali interni accolgono un vasto insieme di affreschi gotici, che costituiscono una vera e propria antologia della pittura bergamasca del Trecento. I dipinti più antichi si trovano nella cappella a destra del coro, dove una frammentaria Ultima Cena testimonia la presenza a Bergamo, sullo scorcio del Duecento, dell'anonimo Maestro di San Giovanni in Conca, che stempera gli schematismi di matrice bizantina in un linguaggio misurato e solenne, se pure non privo di elementi derivanti dalla tradizione figurativa lombarda, come la ricerca dei volumi e i raffinati accordi cromatici.
Le pareti delle tre cappelle della zona presbiteriale e i semipilastri che ritmano i muri perimetrali interni accolgono un vasto insieme di affreschi gotici, che costituiscono una vera e propria antologia della pittura bergamasca del Trecento. I dipinti più antichi si trovano nella cappella a destra del coro, dove una frammentaria Ultima Cena testimonia la presenza a Bergamo, sullo scorcio del Duecento, dell'anonimo Maestro di San Giovanni in Conca, che stempera gli schematismi di matrice bizantina in un linguaggio misurato e solenne, se pure non privo di elementi derivanti dalla tradizione figurativa lombarda, come la ricerca dei volumi e i raffinati accordi cromatici.
Gli affreschi rimanenti appartengono, in massima parte, alla seconda metà del Trecento. Fra di essi si segnalano in particolare la Madonna col Bambino e sant'Anna nella terza cappella di destra, datata al 1370 circa e attribuita per la severa solennità ed il vigoroso effetto plastico al Maestro di Mocchirolo, attivo anche in Santa Maria Maggiore a Bergamo, e la serie di episodi dedicati alla Vita dei santi Onofrio e Pannunzio del cosiddetto Maestro degli Anacoreti, distribuiti fra la cappella a destra del coro e i pilastri di sinistra della terza, sesta e settima cappella di destra della chiesa, ormai assegnabili all'ultimo quarto del secolo.

Notizie storiche

Stando al Calvi (1676), la grande chiesa annessa al complesso monastico degli Eremitani di S. Agostino fu fondata nel 1290 per volontà del vescovo Roberto Bonghi e consacrata nel 1347 dal vescovo Bernardo Bernardi. La presenza di un sepolcro recante la data del 1315 fra la porta laterale della chiesa e la sacrestia testimonia come già in quell'anno data la zona presbiteriale e le campate più vicine ad essa fossero adibite al culto. Riccamente decorato con affreschi a partire dall'ultimo decennio del Duecento, l'edificio fu solo marginalmente interessato dal grande incendio del 1403 nel quale andò distrutto il monastero che si sviluppava nella zona a nord della chiesa. Nel 1442 agli Agostiniani subentrarono i Minori Osservanti, che promossero un vasto rinnovamento degli edifici conventuali, nei quali ancora si colgono, accanto a parti trecentesche (ad esempio le trifore e il portale dell'antica sala capitolare), brani tardoquattrocenteschi (come il primo cortile porticato). In seguito alla soppressione degli ordini religiosi, nell'Ottocento chiesa e convento furono adibiti a caserma e deposito di armi; gli affreschi furono allora nascosti dietro una cortina muraria in laterizio, rimossa soltanto negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento nell'ambito dei restauri diretti da Mauro Pelliccioli. Oggi sconsacrato, l'edificio versa in un generale stato di abbandono, nonostante alcuni recenti tentativi di recupero dello spazio interno a fini espositivi.

Uso attuale: intero bene: università

Uso storico: intero bene: convento

Condizione giuridica: detenzione Stato

Accessibilità: Tel. 035/2052111 Fax 035/243054
Sito: www.unibg.it
Orario: il complesso monastico è visitabile negli orari di apertura dell¿Università degli Studi di Bergamo
La ex chiesa di S. Agostino è visitabile in occasione di esposizioni e manifestazioni
Come arrivare:
AUTOMOBILE
Autostrada A4 Torino - Venezia: uscite di Bergamo o Dalmine.
AUTOBUS INTERURBANO
Da Milano (Autostazione Garibaldi) è possibile prendere un autobus della Società Autostradale diretto a Bergamo con partenze ogni 30 minuti.
TRENO
Bergamo è facilmente raggiungibile in treno. Ogni ora ci sono treni diretti in partenza da Milano - Stazione Centrale / Lambrate. Il viaggio dura circa un'ora. Partendo da Milano - Porta Garibaldi è possibile prendere i treni per Lecco e cambiare a Carnate-Usmate, dove attende una coincidenza. Per informazioni più precise sugli orari e sulle tratte si rimanda al sito di Trenitalia.
Autobus
Linea 1 - parte da Città Alta (Colle Aperto) con una frequenza di 15', transita dal viale delle Mura, Porta S. Agostino, viale Vittorio Emanuele, Porta Nuova, quindi si dirama nelle corse limitate alla stazione e in quelle dirette a Torre de' Roveri (A), Scanzo (B), Grassobbio (C), aeroporto e ritorno.

Linea 3 - parte dall'Ostello di Bergamo, percorre viale Giulio Cesare e davanti allo stadio gira in via Crescenzi, poi via Baioni, via Maironi da Ponte, Porta S. Lorenzo, via della Fara, viale delle Mura, indi via S.Giacomo e fa capolinea in piazza Mercato delle Scarpe (stazione funicolare) proseguendo poi da via Porta Dipinta. Per l'interscambio si consiglia il parcheggio dello stadio.

Linea 10 - le corse delle ore di punta di mattino e del mezzogiorno collegano il parcheggio della Croce Rossa in via Broseta con Piazza Mercato delle Scarpe.

Funicolare - collega Viale Vittorio Emanuele a Piazza Mercato delle Scarpe (in coincidenza con la Linea 1).

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Scaburri, Luca (2007)

Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2009)

Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).