Palazzo Manzi

Dongo (CO)

Indirizzo: Piazza Paracchini, 6 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Dongo (CO)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: L'edificio si sviluppa con planimetria ad "U" su quattro piani principali fuori terra. E' composto da un corpo principale e da una breve ala allungata verso nord-est. La facciata è rivolta verso il lago ed è caratterizzata da un ampio e sobrio portale lapideo che immette in un androne voltato a botte dal quale, con una breve rampa rettilinea in pietra, si accede al portico del piano rialzato. Un'ampia scalinata rivestita con lastre di granito e con balaustra a giorno in ferro battuto conduce ai vari piani. Le strutture verticali dell'edificio sono in muratura mista con tessitura irregolare di laterizio e pietra sbozzata; alcune delle strutture orizzontali, attualmente controsoffittate, sono probabilmente solai lignei, fatta eccezione per quelle ricostruite in occasione dei vari interventi di ristrutturazione eseguiti negli anni Novanta. La copertura è a tetto a falde con struttura principale in capriate lignee

Epoca di costruzione: 1803 - 1824

Autori: Agon, Matteo, Sala d'Oro, pavimento; Benzoni, Lodovico, Sala d'Oro, decorazione, intagli; Carabelli, Giovanni, Sala d'Oro, decorazione, dorature; Catturi, Carlo, Sala d'Oro, decorazione, stucchi; Collenghi, Carlo, Sala d'Oro, decorazione, dorature; Galli, Giuseppe, Sala d'Oro, balaustrata; Gilardoni, Pietro, costruzione (?); Lavelli, Giuseppe, Sala d'Oro, decorazione, dipinti; Polti, Carlo, progetto (?); Porta, Giovanni, Sala d'Oro, decorazione, stucchi; Vitali, Carlo, Cappella dell'Immacolata, altare

Descrizione

Il palazzo, oggi sede comunale, sorge al centro della piazza principale di Dongo su cui affaccia il prospetto rivolto verso il lago. L'edificio è impostato su un impianto planimetrico ad "U" sviluppato su quattro piani di altezza. La facciata principale è caratterizzata da un sobrio disegno simmetrico di gusto neoclassico ed è scandita da lesene in finto bugnato. Al centro del prospetto si apre il portone principale sormontato da un ampio balcone su mensole in pietra. Dall'androne di accesso una breve rampa di scale conduce al piccolo cortile interno, con un lato porticato, dal quale si può accedere alla scala principale che collega i piani superiori dell'edificio. I locali del piano terra, oltre agli uffici comunali, ospitano la sede del Museo della Resistenza che raccoglie documenti, cimeli e fotografie relativi alla storia del movimento di resistenza nel territorio comasco. Al primo piano, che corrispondeva al piano nobile della residenza, si trovano alcuni interessanti ambienti che conservano decorazioni ed arredi di epoca neoclassica. L'ambiente di maggior pregio è la Sala d'Oro costituita da un salone a doppia altezza con pregevoli decorazioni pittoriche e stucchi fra i quali spicca al centro della volta una scena che raffigura "Il Parnaso", un tempo attribuita ad Appiani ma in realtà eseguita da Giuseppe Lavelli. La decorazione delle pareti e della volta comprende inoltre una serie di scene a monocromo di soggetto mitologico, opera dello stesso Lavelli. A lato del salone si trova il locale della biblioteca che conserva l'arredo originale e una interessante collezione di volumi. Allo stesso piano, in un vano a lato del corridoio che collega l'ala nord-est, è collocata la cappella con decorazioni pittoriche dedicate al tema dell'Immacolata Concezione. Sulla volta è raffigurata l'Immacolata e negli ovali dei pennacchi Papa Sisto IV, il Beato Giovanni Duns Scoto e il Cardinale Ximenes, personaggi legati al dogma dell'Immacolata. La decorazione della cappella comprende anche una statua lignea dell'Immacolata, posta sopra l'altare in marmi policromi, realizzato dal marmista Carlo Vitali, affiancata da due figure a monocromo. Gli altri locali del palazzo posti al secondo e al terzo piano non conservano tracce di decorazioni e ospitano gli uffici comunali, la locale biblioteca e l'alloggio del custode.

Notizie storiche

Il palazzo nacque come residenza dei fratelli Giovanni Battista, Luigi e Marco Polti-Petazzi e fu probabilmente realizzato tra il 1803 e il 1810 anche se i lavori di completamento proseguirono fino al 1824. Il progetto dell'edificio si deve a Carlo Polti, già collaboratore di Simone Cantoni, come documenta il disegno della facciata, conservato presso il Comune, che coincide sostanzialmente con il prospetto realizzato. In quegli anni infatti lo stesso Polti era l'agente di Como dei fratelli Polti-Petazzi. Nella fase successiva del cantiere, tuttavia, la documentazione d'archivio testimonia la presenza, come tecnico di fiducia dei fratelli Polti Petazzi, dell'architetto Pietro Gilardoni, nativo di Puria in Valsolda e allievo del Pollack, che, fra il 1818 ed il 1824, si occupò di predisporre progetti e opere per l'ultimazione dei lavori di costruzione del palazzo. Inoltre fu realizzata la decorazione delle sale interne del palazzo e in particolare il salone a doppia altezza con stucchi e decorazioni pittoriche, denominato "Sala d'Oro", e la Cappella dell'Immacolata. Nella Sala d'Oro sono documentati gli interventi di diversi artisti ed artigiani: il dipinto del Parnaso al centro della volta a botte è opera di Giuseppe Lavelli;,Matteo Agon eseguì la pavimentazione in seminato con disegni geometrici e floreali, Giovanni Carabelli e Carlo Collenghi realizzarono le dorature, Carlo Catturini e Giovanni Porta furono autori degli stucchi, mentre Lodovico Benzoni eseguì le dorature, Giuseppe Galli realizzò la balconata ed infine Nicola Pirovano si occupò dei marmi dei camini. Per la decorazione della Cappella è documentato il contratto stipulato il giorno 11 novembre del 1806 fra Marco Polti Petazzi e il marmista Carlo Vitali di Varenna per la realizzazione dell'altare in marmi policromi con stucchi e dorature d'oro zecchino. Negli stessi anni furono eseguite le decorazioni pittoriche sulla volta che comprendevano una raffigurazione dell'Immacolata che trionfa sul male e quattro medaglioni con busti di personaggi legati al dogma dell'Immacolata: Papa Sisto IV, il Beato Giovanni Duns Scoto, il Cardinale Ximenes e Diego Lainez, teologo spagnolo. All'epoca l'affaccio principale del palazzo verso il lago era parzialmente coperto da due edifici: il primo, sul lato sinistro, fu demolito nel 1815, il secondo, sul lato destro, fu abbattuto nel 1938 liberando definitivamente la facciata. Nel frattempo la proprietà dell'edificio era passata in eredità a Giuseppina Manzi che nel 1937 decise di donare il palazzo al Comune di Dongo per farne la sede del municipio. L'edificio fu oggetto di un primo intervento di ristrutturazione fra il 1993 ed il 1996 che riguardò il restauro della facciata, l'abbattimento delle barriere architettoniche e la sistemazione dei locali al primo e secondo piano. Negli stessi anni si realizzò il Museo della Resistenza Comasca, allestito in due piccoli locali del piano terreno, che fu inaugurato nell'aprile del 1995. Altri lavori furono eseguiti fra il 1998 ed il 1999 per la sistemazione del cortile interno e di alcuni locali al primo piano a lato della Sala d'Oro.

Uso attuale: piano primo: uffici/ Biblioteca Storica/ Sala d'Oro/ Cappella; piano rialzato: uffici/ museo/ ufficio turistico; piano secondo: uffici/ biblioteca; piano terzo: abitazione/ aule didattiche

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Riferimenti bibliografici

Pescarmona, D./ Rossi, M./ Rovetta, A., Alto Lario Occidentale, Como 1992

Zecchinelli, M., Le tre Pievi: Gravedona Dongo Sorico, Menaggio 1995

Guida Italia, Lombardia Guida d'Italia del Touring Club Italiano, L'Alto Lago: da Menaggio a Colico, Milano 2005

Zecchinelli, M., L'Alto Lario, Como 1966

Giussani, A., Rivista Archeologica dell'Antica Provincia e Diocesi di Como, La storica borgata di Dongo, Como 1939

Ripamonti, E. M., Quaderni della Biblioteca del Convento Francescano di Dongo, La Cappella dell'Immacolata nel Palazzo Comunale di Dongo, Gravedona 1993

Museo della, Museo della Resistenza Comasca e i luoghi della memoria, Gravedona 1998

Ripamonti, E. M., Il Palazzo Comunale di Dongo, Gravedona 2004

Credits

Compilazione: Catalano, Michela (2002)

Aggiornamento: Paci, Giovanna (2006); Galli, Maria (2008); Leoni, Marco (2008); Caspani, Pietro (2015)

Descrizione e notizie storiche: Leoni, Marco

Fotografie: Caspani, Pietro

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).