Chiesa di S. Bartolomeo - complesso

Domaso (CO)

Indirizzo: Piazza Chiesa (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Domaso (CO)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Il complesso architettonico è composto dalla chiesa con annessa sacrestia, dalla torre campanaria posta sul lato sud in prossimità del presbiterio e dalla cappelletta della Buona Morte ubicata sul lato nord e decorata con la raffigurazione della Deposizione

Epoca di costruzione: 1724 - 1730

Autori: Bianchi Pietro, chiesa, decorazione; Biella Felice, chiesa, decorazione; Caresana Domenico, chiesa, decorazione; Ligari Cesare, chiesa, decorazione; Silva Agostino, chiesa, decorazione

Comprende

Descrizione

La chiesa, dedicata ai SS. Bartolomeo e Nicola, sorge al limite orientale del vecchio nucleo abitato di Domaso. L'attuale aspetto dell'edificio è il frutto delle trasformazioni apportate nel XVII e XVIII secolo all'antica chiesa di epoca romanica, documentata a partire dal 1247. La facciata a due ordini, scandita da semplici lesene, mostra infatti evidenti influssi di gusto barocco nel disegno degli elementi decorativi, quali la cornice del portale e della soprastante finestra con balaustra, il timpano sommitale mistilineo e le volute terminali. Lungo il fianco destro si trova un portale laterale sopra il quale è collocata una scultura rinascimentale, vicina alle opere dei fratelli Rodari, che raffigura la Pietà. Sullo stesso lato si erge il campanile a torre, sormontato da una cella campanaria ottagonale con cuspide terminale a tronco di cono, che presenta ancora elementi decorativi di epoca romanica, come gli archetti pensili e le colonnine delle bifore. Sul fianco sinistro si trova una Cappella della Buona Morte risalente al XVIII secolo, affrescata con una Deposizione. L'interno della chiesa, a navata unica con cappelle laterali, è particolarmente ricco e presenta lungo la volta e le pareti una scenografica decorazione pittorica, composta da elementi architettonici, quadrature e ornati floreali, realizzata da Felice Biella nel XVIII secolo. Sul lato destro la prima cappella, dedicata al Rosario, accoglie sull'altare una statua della Madonna col Bambino e consente l'accesso ad un piccolo vano dove si conservano lacerti di un affresco del XV secolo raffigurante la Trinità e S. Pietro Martire. La cappella successiva, dedicata ai Santi Francesco e Antonio, presenta una ricca decorazione a stucco, realizzata nel XVII secolo dal ticinese Agostino Silva, autore anche delle statue di S. Lucia e S. Apollonia ai lati dell'altare, completata dagli affreschi sulle pareti e sulla volta eseguiti dal pittore Pietro Bianchi. L'arredo della cappella comprende anche una tela sull'altare raffigurante la Madonna col Bambino e i SS. Antonio e Francesco. Oltrepassato il pulpito si apre la terza cappella, dedicata alla Vergine, dove fu sepolto il Conte Luigi Panizza, governatore spagnolo del Forte di Fuentes, che fece realizzare gli affreschi con scene della Vita della Vergine e i Misteri del Rosario, attribuiti al pittore Domenico Caresana. Sopra l'altare realizzato in pietra d'Olcio si conserva un affresco tardogotico raffigurante la Madonna del giglio col Bambino. Il presbiterio presenta una ricca decorazione pittorica eseguita nel corso del XVIII secolo. Sulle pareti laterali si possono osservare due affreschi raffiguranti il Martirio di S. Bartolomeo e un Miracolo di S. Nicola da Bari, realizzati nel 1758 dal pittore valtellinese Cesare Ligari, e dietro l'altare una tela con la Gloria dei SS. Bartolomeo e Nicola da Bari attribuita al pittore milanese Ferdinando Porta. Sulla volta invece una decorazione illusionistica di gusto rococò disegna una finta cupola sormontata da una lanterna rappresentata di scorcio in modo che sia visibile dalla navata. Sopra l'altare settecentesco in marmi policromi si conserva un crocifisso ligneo policromo, risalente alla fine del XV secolo. La terza cappella sul lato sinistro, dedicata ai SS. Pietro e Paolo, ospita un altro ciclo pittorico di grande interesse, che raffigura le Storie dei due santi, eseguito da Domenico Caresana nel 1605. La decorazione della cappella è inoltre completata con una tela sull'altare, raffigurante la Madonna col Bambino e i SS. Pietro e Paolo, opera di Giulio Cesare Procaccini. Segue un confessionale ligneo, inserito in una nicchia nella parete, sopra la quale è collocato l'organo, attribuito a Carlo Prata, che presenta una cassa scolpita con angeli e motivi floreali. La cappella successiva presenta un ciclo settecentesco con Storie di Maria incorniciato da stucchi. A lato dell'ingresso si trova infine la prima cappella, dedicata al Sacro Cuore, da cui si accede al battistero.

Notizie storiche

La chiesa, documentata a partire dal 1247, è citata in alcuni documenti del XIII secolo che riguardano il tentativo di rendere la parrocchia indipendente dalla plebana di Gravedona. Le poche notizie sull'antico edificio, radicalmente trasformato fra il XVIII ed il XVIII secolo, possono essere desunte dalla visita pastorale del 1593 che descrive un portico esterno con colonne in serizzo, una tribuna sopra la porta d'ingresso, affreschi molto antichi nell'abside e tre cappelle dedicate a S. Marta, S. Antonio e S. Nicolò. A questa prima fase dell'edificio sono riconducibili l'affresco della Trinità e di S. Pietro Martire ritrovato in un vano a lato della prima cappella destra, l'affresco con la Madonna del giglio col Bambino, assegnata al Maestro di Domaso, ricollocato nella terza cappella dopo la ricostruzione dell'altare e la struttura a torre del campanile scandita da lesene angolari e archetti pensili. Al periodo rinascimentale risalgono invece il Crocifisso ligneo policromo sopra l'altare maggiore e l'altorilievo raffigurante la Pietà, posizionato sopra il portale laterale, affine alle opere dei fratelli Rodari. Nel 1506 fu aggiunto alla torre campanaria il castello ottagonale, destinato ad accogliere le campane, sormontato da una cuspide. A partire dal 1551 ebbe inizio il radicale rinnovamento della chiesa che comportò in una prima fase l'ampliamento della cappelle e la costruzione del coro. Nel corso del XVII secolo, conclusi i lavori edili, furono quindi eseguite le decorazioni a partire dalla terza cappella sinistra affrescata nel 1605 da Domenico Caresana. Negli anni seguenti fu probabilmente completata la sistemazione della cappella della Vergine sul lato opposto che ospita un sepolcro, realizzato nel 1639, nel quale fu sepolto Luigi Panizza, Governatore del Forte di Fuentes, grande benefattore della comunità di Domaso, morto nel 1661. Più tarda invece è la sistemazione della cappella dei SS. Antonio e Francesco, decorata da affreschi di Pietro Bianchi e stucchi eseguiti da Agostino Silva nel 1692 come testimonia un'iscrizione sul pilastro sinistro. Pochi anni prima era stato aggiunto l'organo, opera di Carlo Prata di Gera Lario, realizzata probabilmente nel 1685.
Nel corso del XVIII secolo, come testimonia un'iscrizione nella trabeazione in controfacciata, furono eseguite la nuova facciata, scandita da lesene, e la volta del presbiterio completata nel 1730 e fu aggiunta anche la Cappella della Buona Morte sul fianco settentrionale. Negli anni immediatamente successivi all'interno furono aggiunti due affreschi di Cesare Ligari sulle pareti del presbiterio, realizzati nel 1758, la tela con la Gloria dei SS. Bartolomeo e Nicola, dietro l'altare maggiore, attribuita al milanese Ferdinando Porta, e fu completata la decorazione sulla volta della navata e del presbiterio eseguita dal pittore Felice Biella. Nel corso del XVIII e del XIX secolo furono completate invece le decorazioni della cappella del Sacro Cuore e della cappella del Rosario.

Uso attuale: chiesa: chiesa

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà ente religioso cattolico

Riferimenti bibliografici

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Classe II A, Scuola Media Carlo Linati, Gravedona, Domaso. Un paese sul filo della memoria, Gravedona 2004

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Rovi, A., Arte Sacra in territorio lariano, Como 2002

AA. VV., Domaso. Vicende e immagini nel tempo, Milano 2004

Credits

Compilazione: Catalano, Michela (2007); Leoni, Marco (2007)

Aggiornamento: Galli, Maria (2009)

Descrizione e notizie storiche: Leoni, Marco

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