Villa Erba - complesso

Cernobbio (CO)

Indirizzo: Via Regina 2b (Nel centro abitato, isolato) - Cernobbio (CO)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Configurazione strutturale: Il complesso, inserito in una vasta conca pianeggiante, si articola nella casa padronale, nell'abitazione di servizio e foresteria, e in un complesso di portinerie, oltre alla serra, alla darsena e alle scuderie. Gli spazi esterni non coperti adiacenti alla villa sono costellati di opere a carattere mitologico e storico dello scultore Mazzuchelli, come i due leoni posti ai lati dell'ingresso delle carrozze sul lato ovest, verso il giardino. Il vasto parco è impreziosito da alberi esotici .

Epoca di costruzione: fine sec. XIX - inizio sec. XX

Autori: Savoldi, Angelo, progetto villa; Borsani, Giovan Battista, progetto villa; Lorenzoli, Angelo, decorazioni villa; Fontana, Ernesto, affreschi villa; Bellini, Mario, progetto padiglioni

Comprende

Descrizione

La villa nella sua veste attuale, concepita secondo l'ispirazione di tipo manierista alessiano dagli architetti Borsani e Savoldi, ha un carattere sfarzoso e imponente ed è edificata in riva al lago, circondata da una vasta conca pianeggiante.
Si articola in un complesso di portinerie (quella nei pressi dell'imbarcadero di Cernobbio è a pianta quadrata e in pietra di Viggiù ed ha un carattere vagamente liberty), casa padronale, abitazione di servizio e foresteria, serra, darsena e scuderie. L'edificio centrale si sviluppa su pianta quadrata, con ampie scalinate digradanti verso il lago, portico di ingresso ed una torretta panoramica, tipica di questo periodo, che unisce la parte nobile all'ala di servizio, costruzione caratterizzata da una veste architettonica ben distinta dall'edificio principale. Ciascun locale dell'edificio a due piani, è riccamente decorato dalle opere di Angelo Lorenzoli, il quale ideò e coordinò, coadiuvato per gli affreschi da Ernesto Fontana, l'insieme dei fregi variopinti, gli stucchi, le dorature, le pavimentazioni in ceramiche colorate, i legni pregiati e l'inserimento nell'architettura di particolari soluzioni di arredo e il riutilizzo di opere d'arte antiche nell'allestimento di pareti e soffitti. Gli affreschi di carattere figurativo sono opera del pittore Ernesto Fontana. Di un certo interesse sono anche alcuni elementi di arredo, tra i quali la doppia serie di scanni di coro seicentesco in sala biblioteca e il prezioso rivestimento in "Cuoio di Cordova", finemente lavorato e sormontato da un fregio di coronamento a putti dipinti ad olio su tela (di origine settecentesca e proveniente da altra sede) che caratterizza il cosiddetto salottino giapponese o del the. Numerosi sono i dipinti inseriti nelle decorazioni di pareti e soffitti tra i quali i celeberrimi strappi della sala feste, attribuiti a Johann Christoph Storer, attivo in Lombardia nel 1600, e i decori di Angiolo D'Andrea, noto pittore della Bèlle Epoque milanese.I due grandi ritratti dei primi proprietari della villa, Luigi Erba e Anna Brivio, entrambi di Cesare Tallone, sono collocati alla base dello scalone che porta al primo piano, dove le sale, sebbene con toni più domestici e meno imponenti rispetto agli sfarzi del piano terra, hanno comunque raffinate decorazioni a parete, pavimenti e soffitti ospitano importanti dipinti come il tondo ad olio con Madonna settecentesca, inserito nella pannellatura della parete.
Gli spazi esterni non coperti, immediatamente adiacenti alla villa, sono costellati di opere a carattere mitologico e storico dello scultore Mazzuchelli, come i due leoni posti ai lati dell'ingresso delle carrozze sul lato ovest, verso il giardino.
Attualmente, le ampie sale al pian terreno sono disponibili per la realizzazione di galà, banchetti, concerti ed eventi esclusivi, mentre le sale al primo piano sono oggi in parte sede degli uffici della società che gestisce il centro fieristico e congressuale internazionale e in parte ospitano il percorso museale e multimediale dedicato a Luchino Visconti.
Il vasto parco che circonda l'edificio è frutto delle cure dei passati proprietari che vi si dedicarono appassionatamente impreziosendolo con alberi esotici.

Notizie storiche

L'attuale villa sorge sui terreni dell'antico convento benedettino di Santa Maria Assunta che, secondo gli atti della visita pastorale del Vescovo di Como Feliciano Niguarda fra il 1589 e il 1593, ospitava 25 monache che vi avevano organizzato un educandato ed amministravano le proprietà agricole. Chiuso per disposizione dell'autorità austriaca nel 1784, il convento fu scorporato e rivenduto nel 1816 alla contessa Vittoria Peluso che lo trasformò in una sontuosa residenza aristocratica circondata da un vasto giardino all'inglese. Alla morte della contessa, la proprietà passò nella mani dei nipoti, una delle quali, Giuseppa Peluso, maritata Cima, rilevò le quote degli altri eredi e cedette l'intero complesso al marito, dal quale, per successione, passò al figlio Cesare.
Nel 1882 Anna Brivio e Luigi Erba, figlio di Carlo, fondatore dell'omonima casa farmaceutica milanese, rilevarono la proprietà e decisero di far costruire, fra il 1898 e il 1901, su progetto di Gian Battista Borsani e Angelo Savoldi. una nuova villa a lago, più ricca rispetto alla villa già esistente, a dimostrazione della potenza economica e della nobiltà della famiglia. Gli Erba dimorarono spesso a Cernobbio, ricevendo illustri ospiti, artisti e personalità del mondo politico e industriale. Convegni, concerti e feste vivacizzavano l'atmosfera della villa ai primi del secolo.
Alla morte dei genitori la proprietà passò alla figlia Carla, la quale sposò a Cernobbio il duca Giuseppe Visconti di Modrone. Nei mesi estivi la famiglia, accresciuta dalla nascita di sette figli - tra i quali il noto regista Luchino Visconti -, vi trascorreva una buona parte delle vacanze e, quando donna Carla ed il marito si separarono, i periodi di permanenza a Villa Erba si allungarono. "Villa Erba è una casa che noi amiamo molto - scriveva proprio Luchino Visconti -, una vera villa lombarda, tanto cara. Ci riuniremo tutti là, fratelli e sorelle e sarà come al tempo in cui eravamo bambini e vivevamo all'ombra di nostra madre". Donna Carla morì nel 1936.
Durante la guerra la villa fu requisita dal Commissariato alloggi del comando germanico. Al termine del conflitto, suddivisa tra i fratelli Visconti, tornò ad essere un luogo di svaghi dove la famiglia era solita organizzare feste e incontri mondani. Luchino, ammalatosi all'apice della sua carriera, vi trascorse un lungo periodo di riabilitazione e trascorse qui gli ultimi anni nella sua vita. Fu anche in queste stanze che venne ultimato il montaggio del suo "Ludwig".
Nel 1986 gli eredi Visconti cedettero la villa ottocentesca con gran parte dei terreni ad un consorzio pubblico che l'acquistò con l'intento di realizzarvi il complesso espositivo congressuale attuale. I nuovi padiglioni espositivi sono stati progettati dall'architetto Mario Bellini e sono stati costruiti all'interno del parco nel corso degli anni successivi.

Uso attuale: corpo principale (piano primo): uffici; corpo principale (piano primo): museo; corpo principale (piano terra): eventi

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà mista pubblica/privata

Riferimenti bibliografici

Belloni L.M./ Besana R./ Zastrow O., Castelli, basiliche e ville. Tesori architettonici lariani nel tempo, Como 1991

Grigioni della Torre G., Ville storiche sul Lago di Como, Ivrea 2001

Longatti A./ Peverelli R./ Pozzoni C., Lario romantico: personaggi, parchi, dimore di delizia e aria di lago, Como 2006, pp. 99-105

Pifferi E., Ville e giardini del Lago di Como, Como 2005

Chiese ville, Chiese, ville & giardini, Como 2007

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Agostini Gianpietro (2006); Leoni, Marco (2006)

Aggiornamento: Paci, Giovanna (2006); Brucato, Roberta (2007); Galli, Maria (2009); Marino, Nadia (2016)

Descrizione e notizie storiche: Limonta, Tommaso; Paci, Giovanna

Fotografie: Leoni, Marco; Mussi, Lorenzo

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