Chiesa di S. Paolo Converso

Milano (MI)

Indirizzo: Piazza Sant'Eufemia - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Pianta a navata unica, divisa in due aule, secondo lo schema delle chiese conventuali

Epoca di costruzione: metà sec. XVI

Autori: Crespi, Giovan Battista detto il Cerano, progetto: facciata; Turati, Ercole, direzione lavori: facciata

Descrizione

La chiesa era stata costruita per iniziativa di Paola Lodovica Torelli, contessa di Guastalla e fondatrice del nuovo ordine religioso delle Madri Angeliche. Alle Angeliche erano destinati il convento e la chiesa che Paola Torelli volle edificare sui terreni nelle vicinanze di S. Eufemia, acquistati con il ricavato della vendita del proprio feudo, avvenuta nel 1535 . Pochi i dati certi relativi alle vicende del cantiere: sappiamo che la posa della prima pietra avvenne il 1° marzo 1549, e che il 25 gennaio 1551 don Paolo Antonio Soriani, padre vicario del collegio di S. Barnaba, celebrò la prima messa "benché detta chiesa non fusse ancor perfezionata". Dell'architetto che diresse i lavori e ideò la pianta a navata unica, divisa in due aule, modellata a evidenza sull'esempio celebre della chiesa milanese di S. Maurizio, non conosciamo il nome.
I lavori per la facciata sono assai più tardi, e documentati a partire dal 1601. L'ipotesi più probabile, quindi, è che Ercole Turati e Cerano si siano divisi i compiti: a Turati, ingegnere, la parte tecnica, e a Cerano il disegno della parte ornamentale, come confermano del resto, alcuni disegni, e in particolare il celebre modelletto a chiaroscuro per il bassorilievo con la Conversione di san Paolo (Milano, Biblioteca Ambrosiana), posto nel timpano del protiro e scolpito poi da Gaspare Vismara. I lavori ebbero termine solo nel 1619, secondo la testimonianza di Girolamo Borsieri.
La campagna decorativa ebbe inizio probabilmente attorno ai primi anni Sessanta del Cinquecento, con le quattro Storie della vita di san Paolo a fresco del presbiterio, nell'aula pubblica; la scelta di affidare i lavori ai cremonesi Giulio, Antonio e Vincenzo Campi non fu, con ogni probabilità, casuale. La critica ha spesso ricordato, come spiegazione, i legami familiari di Paola Lodovica Torelli, sposata al nobile cremonese Ludovico Stanga e figlia di una Pallavicino ; tuttavia, in anni recenti, si è scoperto che la contessa di Guastalla aveva abbandonato il convento già nel 1554, per contrasti con le monache dovuti soprattutto al rifiuto della regola di clausura . Da questo momento i lavori nella chiesa di S. Paolo saranno finanziati da Giulia Sfondrati, appartenente a una nobile e potente famiglia cremonese: Giulia, con le sue quattro nipoti, appartenenti all'ordine delle Angeliche anch'esse, diventa la reggente di fatto del convento.
A detta di Giorgio Vasari (1568), le storie del presbiterio erano state dipinte da Giulio Campi, con l'aiuto del più giovane fratello Antonio; oggi la critica è concorde nel riferire interamente a Giulio l'episodio del Battesimo di san Paolo, il solo che mostri la sua mano; spettano ad Antonio, invece, gli altri tre, con la Conversione di san Paolo, il Miracolo di san Paolo e il Martirio di san Paolo.
È evidente, soprattutto, la predilezione, che segnerà tutta la carriera dell'artista cremonese, per gli effetti teatrali, di grande drammaticità, per gli scorci complessi, e la sua inclinazione per figure di grazia sottile, memori degli interessi per Parmigianino dei suoi anni giovanili, o per brani di cruda indagine naturalistica, che si faranno più frequenti nella sua attività matura.
Contemporanei, o di poco successivi, sono il fregio della navata, che riprende lo schema a putti e festoni su fondo oro già usato dai fratelli Campi, qualche anno prima, nella chiesa di S. Sigismondo a Cremona, e le decorazioni degli archi di ingresso delle cappelle, da assegnare ad Antonio Campi.
Poco dopo la campagna decorativa fu estesa alle cappelle laterali dell'aula pubblica. Qui Giulio e Antonio Campi si spartirono, come di consueto, i compiti.
Di grande complessità, la finta architettura di S. Paolo Converso si svolge su due registri: il primo, un loggiato a serliane aperte che accoglie le figure degli apostoli e della Vergine;il secondo ordine è composto da una balaustra da cui partono colonne tortili che reggono, a loro volta, una complicata costruzione che si conclude sul cielo.

Notizie storiche

Nel 1535, il papa Paolo III approva la regola delle Angeliche, fondate cinque anni prima dal barnabita Antonio Maria Zaccaria e della contessa Ludovica Torelli della Guastalla. Qui viene posta la prima sede delle suore Angeliche e nel 1539, alla morte di Antonio Maria Zaccaria, la sua salma viene qui ricevuta.
Nel 1549 viene posta la prima pietra, con un progetto attribuito a Domenico Giunti. Già annessa al vicino monastero di Santa Eufemia, si contraddistinse per le sue pitture.
In seguito alle restrizioni controriformistiche, all'ordine delle Angeliche fu imposta la clausura e di conseguenza, come è uso della regola monastica, la chiesa fu divisa in due.
Nel 1564 Antonio Campi termina di affrescare il presbiterio. Negli anni successivi verranno affrescate le cappelle. Nel 1586-89 Antonio e Vincenzo Campi decorano la volta.
Nel 1611 si esegue la facciata su progetto del Cerano.
Con le soppressioni settecentesche, la chiesa la più interna fu adibita a magazzino.
Tra il 1933 e il 1935 l'arch. Mezzanotte compiva una completa risistemazione a cui seguiva un restauro degli affreschi.

Uso attuale: intero bene: spazio mostre

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Ribaudo, Robert (2009)

Descrizione e notizie storiche: Monaco, Tiziana; Ribaudo, Robert

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).