Chiesa di S. Maria della Croce

Crema (CR)

Indirizzo: Viale Santa Maria della Croce, 25 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Novelletto, Crema (CR)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Costruzione di carattere bramantesco, formata da un volume centrale a pianta circolare percorso da tre livelli di gallerie a cui si addossano quattro corpi minori ottagonali a croce greca conclusi da una piccola cupola centrale e da cupolette negli angoli.

Epoca di costruzione: fine sec. XV

Autori: Battagio, Giovanni, progetto; Montanaro, Antonio, costruzione; Parravicino, Giacomo, decorazione; Grandi, Giovan Battista, decorazione; Grandi, Gerolamo, decorazione

Descrizione

Tra l'aprile e il maggio 1490 una serie di miracolose apparizioni della Vergine, accompagnate da altrettanto miracolosi accadimenti, furono all'origine della edificazione di un grande santuario mariano fuori le mura della città di Crema, in località Novelletto, presso il fiume Serio.
La chiesa è un organismo a pianta centrale con un volume maggiore circolare all'esterno e ottagonale all'interno, cui sono aggregati quattro corpi minori con perimetro esterno irregolarmente ottagonale, ottenuto per smussamento degli angoli di un ideale quadrato; internamente quattro possenti arconi definiscono un impianto a croce greca. Il vano principale è coperto con una cupola a otto spicchi, mentre i bracci della croce, oggetto di significativi interventi nell'ambito del restauro diretto dal Gussalli a inizio Novecento, risultano coperti con una cupola emisferica principale e quattro cupolette minori. All'interno del corpo centrale quattro cappelle semicircolari si alternano alle aperture che immettono sui corpi satellite. Si configura in questo modo uno schema planimetrico che dà forma a una precisa simbologia, legata alle intenzioni dei committenti: la forma della croce è connessa alla miracolosa guarigione di un fanciullo avvenuta, nel bosco del Novelletto, il giorno della Inventio crucis (3 maggio); la forma circolare allude invece a quel "cerculo del colore del ijrhis" che comparve intorno al disco solare, oscuratosi, durante un sopralluogo del podestà di Crema "al luoco dove il tempio doveva fabricarsi". La dedicazione stessa del santuario viene del resto a riunire il tema mariano a quello cristologico, anch'esso fondamentale nelle intenzioni dei committenti.
Per l'impianto planimetrico il Battagio attinse, con sensibilità e vasta cultura, a modelli dell'architettura antica e insieme alle ricerche e riflessioni architettoniche sulla pianta centrale prodottesi in Lombardia a fine Quattrocento attraverso le sperimentazioni di Bramante, Francesco di Giorgio Martini e Leonardo. Su questa linea il Battagio aveva del resto già alle spalle un importante esempio lombardo come il santuario sforzesco di S. Maria Bressanoro a Castelleone, iniziato nel 1465, e aveva al suo attivo i progetti di S. Maria della Passione a Milano (1486) e dell'Incoronata di Lodi (1488). Con il progetto cremasco il lodigiano risulta partecipe anche di un altro tema dominante dell'architettura lombarda di fine Quattrocento, quello della individuazione e conformazione plastica del pilastro di sostegno: se il vano maggiore si regge su pilastri mistilinei collocati ai vertici dell'ottagono, le cappelle minori si articolano invece su piloni a sezione triangolare disposti agli angoli.
In particolare la soluzione dell'esterno richiama, nella sovrapposizione di gallerie di altezza crescente, modelli milanesi come quello dell'originario tiburio di S. Lorenzo e del tiburio di S. Ambrogio. Il fatto che il santuario dovesse sorgere in uno spazio libero ed essere visto da tutte le direttrici spaziali giocò probabilmente un ruolo importante nella elaborazione della complessa partitura esterna dell'edificio, che alterna al colore dominante del cotto a vista zone sobriamente intonacate di chiaro, nella più pura tradizione del Quattrocento lombardo. Sopra un piedistallo decorato a cerchi e losanghe, il corpo centrale è scandito da un ordine di paraste con ricca trabeazione.
Il buon livello di aggiornamento dei committenti cremaschi è testimoniato anche dall'impegno profuso per la decorazione interna della chiesa, che affianca all'ovvio riferimento culturale a Venezia, da cui Crema amministrativamente dipendeva dal 1449, forti suggestioni provenienti dalla produzione figurativa di centri lombardi come Brescia e la vicina Cremona.
Per la pala da collocare sull'altar maggiore, la cui ancona lignea è riferibile a Giacomo de Marchi, fu stipulato nel 1501 un contratto con Benedetto Diana.
Entro il 1555 furono ultimati gli altari e le decorazioni in stucco delle cappelle del santuario.

Notizie storiche

Fu edificata come santuario fuori dal centro storico, tra il 1490-'93, su una pianta centrale di ispirazione bramantesca da Giovanni Battagio e conclusa da Antonio Montanaro.
Nel 1694 venne chiamato presso la chiesa l¿Ordine riformato dei Carmelitani Scalzi, che iniziarono la costruzione del grande convento nel 1706; a loro si deve anche l'edificazione del campanile che affianca la basilica, eretto qualche anno dopo. Si devono a loro anche i tondi dell'interno raffiguranti le estasi di Santa Teresa, riformatrice del loro ordine.
Nel 1702 i gemelli Gerolamo e G.B. Grandi e il valtellinese Giacomo Parravicino eseguono gli affreschi della volta interna al grande volume del tamburo.
Nei primi del `900 i coppi che ricoprivano le coperture vengono sostituite da cupole in rame, alle quali furono aggiunte cuspidi e pigne in pietra bianca. Probabilmente in questo periodo vennero anche disegnati a graffito alcuni specchi del paravento esterno, all'interno delle aperture cieche.

Uso attuale: intero bene: chiesa

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Accessibilità: Per informazioni:
0373259597
Come raggiungerlo:
Uscendo dalla città di Crema a porta Serio, si percorre l'omonimo bel viale alberato tracciato nel 1593 dal podestà N.Vendramin. Ci sono dei parcheggi sulla strada.

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Ribaudo, Robert (2009)

Aggiornamento: Marino, Nadia (2014)

Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia; Ribaudo, Robert

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Marino, Nadia

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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