Chiesa di S. Maria del Carmine

Brescia (BS)

Indirizzo: Vicolo Manzone 7 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Brescia (BS)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Situato nel quartiere carmelitano, il complesso omonimo è composto dall'imponente Chiesa di Santa Maria del Carmine, a tre navate con sei cappelle laterali, il campanile, e sul lato ovest l'ex convento strutturato in tre armoniosi chiostri: il Chiostro grande, il Chiostro della Cucina e il Chiostro della Campanella, che accolgono la biblioteca dell'Università degli Studi di Brescia.

Epoca di costruzione: 1348 - 1475

Autori: Montesonus de Cremona, ampliamento

Descrizione

Nonostante le vicende subite e i conseguenti restauri è ancora possibile riconoscere la struttura originaria che denota una continua mescolanza tra elementi tardogotici e aperture al nuovo linguaggio rinascimentale. Ciò è chiaramente visibile nella facciata a frontone spezzato, divisa in tre specchiature da lesene in cotto e pietra dove, nell'ampio portale centrale accanto alla strombatura, alla modanatura torica, ai capitelli a fascio e ai leoni stilofori, le decorazioni della fascia esterna, del pilastro che divide in due l'apertura e dell'architrave presentano elementi chiaramente classicheggianti. Parallelamente, nelle specchiature laterali, le lunghe monofore strombate e trilobate sono inquadrate da cornici in maiolica verde con un motivo rinascimentale a teste leonine e tralci vegetali. La facciata è solcata da una preziosa fascia di archetti intrecciati che si ripete lungo gli spioventi e tutto il lato orientale, sottolineando il ritmo spezzato della copertura a capanna delle singole cappelle. Queste due parti dell'edificio presentano una decorazione con slanciati pinnacoli in laterizio, richiamando il duomo di Mantova, l'abside di S. Fermo a Verona e il fianco meridionale del S. Eustorgio a Milano. L'interno a tre navate, scandite da possenti piloni con capitelli decorati, si conclude con un profondo coro. Lungo la navata orientale si aprono sette cappelle con volte a tutto sesto, eccetto la terza (cappella Averoldi) che conserva ancora l'originaria struttura a crociera, impreziosita dagli affreschi eseguiti dal Foppa nel 1477. Entrambe le navate si concludevano con due cappelle quadrate: quella di sinistra, oggi voltata a tutto sesto, è chiusa da un muro, mentre quella di destra è integra e conserva numerosi affreschi. La testimonianza più antica (1432), come attesta un'iscrizione nella fascia che la incornicia, è posta sulla parete ovest e raffigura il Miracolo di sant'Eligio. Il santo, affiancato da un cavaliere avvolto in un prezioso mantello, è curiosamente ritratto nell'atto di attaccare la zampa al cavallo indemoniato. A fianco, all'interno di una struttura marmorea, sono inserite due scene diverse: la prima con un'Annunciazione, la seconda con l'Incontro di san Francesco con un lebbroso, databili nello stesso arco di anni del precedente. Nel registro inferiore una teoria di Santi e Sante rivela, in pieno Quattrocento, soluzioni stilistiche attardate. Sulla parete di fondo, mutilata dall'apertura di una porta, è affrescato una sorta di polittico a muro raffigurante al centro la Vergine in trono col Bambino, Santa Lucia e san Cristoforo, ai lati un Santo vescovo e un'altra Madonna in trono. L'eleganza del panneggio e la delicatezza cromatica rimandano alla scuola di Bonifacio Bembo, a cui si rifanno anche le restanti raffigurazioni della parete con la mutila Trinità, la Madonna in trono con Bambino, e la Madonna del latte. La stessa paternità può essere proposta anche per una quarta Maestà affrescata nel registro superiore della parete orientale con riportata la data 1444. Essa si sovrappone ad un altro affresco lacunoso, ma di alto livello qualitativo, raffigurante San Cristoforo. L'opera dall'insolita tecnica esecutiva affine più al disegno che all'affresco vero e proprio, presenta il grande santo al centro con ai piedi un cavaliere armato. Anteriore dunque al 1444, ma posteriore al 1429 (inizio della costruzione della chiesa), rivela soluzioni miniatorie e, sia nell'elaborato panneggio che nella resa allungata delle figure, chiari rimandi all'opera di Michelino da Besozzo, di cui il nostro autore è stato uno stretto seguace.

Notizie storiche

La maestosa chiesa che si impone nel reticolato di angusti vicoli che caratterizza l'intero quartiere, venne edificata per soddisfare le nuove esigenze di culto dei Carmelitani che si erano insediati in città già dal 1346. Si era sempre ritenuto che la costruzione del nuovo edificio, iniziata nel 1429, fosse avvenuta parallelamente alla demolizione del vecchio, mentre recentemente si è fatta strada l'ipotesi che si debbano riconoscere le mura perimetrali della prima chiesa trecentesca nell'attuale sacrestia. I lavori, guidati almeno nella fase iniziale da Montesonus de Cremona inzignerius, terminarono solo attorno al 1470, anche se già dieci anni dopo si procedette all'allungamento della zona presbiteriale e alla costruzione del campanile a cui, nel 1499, si aggiunse la cella campanaria dalle chiare forme rinascimentali. Dal 1470 al 1482 fu costruito il chiostro maggiore, mentre il minore venne edificato nel corso del secolo successivo. Gli interventi più importanti sulla struttura originaria vennero però eseguiti nel corso dei secoli XVII e XVIII con la chiusura del rosone in facciata e l'apertura di una finestra semicircolare, la trasformazione a botte delle volte delle navate e del coro, l'apertura di nuove e più ampie finestre lungo le navate laterali, le decorazioni a stucco e gli affreschi nella navata centrale e nelle cappelle laterali. Nel 1797 il convento fu secolarizzato e tre anni dopo adibito a caserma. Subì negli anni numerosi rifacimenti interni ed esterni, diventando sede delle Scuole Elementari e Medie presenti tutt'ora. Anche la chiesa ebbe una sorte simile, venendo persino occupata dall'Esercito durante la i Guerra Mondiale, al termine della quale si dette il via ad imponenti restauri. Una seconda campagna di interventi si effettuò dal 1974 al 1977, mentre a partire dal 1986 fino al 1994, si operò sugli affreschi del presbiterio e della navata centrale. Tutt'ora la chiesa non è agibile per le verifiche in corso sulla solidità e sicurezza delle strutture portanti.

Uso attuale: chiostri conventuali: biblioteca; corpo principale: chiesa

Uso storico: intero bene: chiesa e convento

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Accessibilità: Per informazioni: Tel: +39-030-40807

Come raggiungere il bene:
Treno: Brescia
Autostrada: A4 uscita Brescia

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Ribaudo, Robert (2009)

Aggiornamento: Marino, Nadia (2016)

Descrizione e notizie storiche: Rurali, Elisabetta

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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