Chiostrino del convento di S. Maria delle Grazie

Milano (MI)

Indirizzo: Via Caradosso (Nel centro abitato, integrato con altri edifici) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiostro

Configurazione strutturale: Mette in comunicazione la tribuna della chiesa con la Sagrestia vecchia, entrambe opera del Bramante. Quadrato con cinque campate per lato, presenta archi dalle ghiere in cotto

Epoca di costruzione: post 1491 - ante 1499

Autori: Bramante, Donato, costruzione

Descrizione

Tra i chiostri che costituiscono il complesso architettonico dell'antico convento domenicano di S. Maria delle Grazie, oggi è unicamente accessibile il più piccolo, denominato il "Chiostro delle rane", così chiamato per la presenza di sculture raffiguranti ranocchie in bronzo ad ornamento della fontana collocata al centro del cortile.
L'accesso all'area claustrale avviene oggi direttamente dal fondo della chiesa, oppure da un ingresso posto su via Caradosso, caratterizzato da stipiti in marmo e sormontato da una cornice recante la scritta latina in lettere capitali "LAVS DEO", a sua volta sovrastata da una tettoia di tegole in cotto.
Internamente il chiostro si presenta di forma quadrata, con cinque arcate per lato sostenute da colonne marmoree lisce con capitelli ornati da racemi floreali e poste su basi attiche, a loro volta poggianti su bassi muretti perimetrali. Gli archi sono profilati in cotto e chiusi alla sommità da una chiave di volta in pietra decorata con eterogenei motivi ornamentali. Nei timpani sono collocati tondi caratterizzati dal medesimo profilo in mattoni. Il paramento murario presenta una decorazione a graffito con motivi ad onde e racemi vegetali. La presenza di un solo strato di intonaco lisciato su cui è stato eseguito il disegno inciso fa pensare che non si tratti di una decorazione definitiva, ma solo di una finitura provvisoria, poi non portata a compimento. La critica ritiene probabile che anche i profili in cotto dovessero originariamente avere una decorazione superficiale di colore bianco e simulante il marmo, oggi scomparsa o mai definitivamente applicata, che poteva essere simile a quella presente nella cornice interna della tribuna.
Da questo piccolo chiostro si può accedere alla Sagrestia Vecchia, una vasta aula rettangolare decorata con affreschi e armadi lignei alle pareti, che oggi funge da sede museale ospitando l'esposizione a rotazione dei fogli del "Codice Atlantico" di Leonardo da Vinci. Il portale d'ingresso, con stipiti e architrave in marmo, è caratterizzato da un portone a battenti lignei, sormontato da una lunetta monocroma che simula un finto bassorilievo raffigurante la "Madonna col Bambino fra San Giacomo e San Luigi". Una pittura significativa la cui leggibilità, tuttavia, è oggi parzialmente compromessa dall'imperfetto stato di conservazione.
Un'ulteriore lunetta dipinta si colloca sopra l'accesso alla tribuna bramantesca, situata sul lato opposto del chiostro, raffigurante due santi (di cui ad oggi è riconoscibile solo San Pietro Martire) ai lati di un rilievo marmoreo quattrocentesco che rappresenta la Madonna col Bambino.

Notizie storiche

La costruzione del Chiostrino risale alla fine del XV secolo, quando, per volere del duca di Milano Ludovico il Moro, vennero intrapresi una serie di lavori di rinnovamento dell'intero complesso conventuale di Santa Maria delle Grazie. L'architetto di corte Donato Bramante venne incaricato intorno al 1491-1492 di riprogettare la parte conclusiva della chiesa, costruendo la monumentale tribuna visibile ancora oggi, mentre il pittore fiorentino Leonardo da Vinci dipinse nel 1495 il Cenacolo all'interno dell'antico refettorio del monastero. Intorno al 1497 erano in corso di ultimazione anche la Sagrestia Vecchia e il piccolo chiostro antistante ad essa, anch'essi costruiti su progetto bramantesco. Il chiostro si presenta infatti caratterizzato da proporzioni brunelleschiane e da una raffinata definizione dei particolari decorativi accostabile ai coevi interventi effettuati dall'architetto anche nella basilica di Sant'Ambrogio.
Il chiostrino non costituiva che l'ultimo degli spazi claustrali ricavati all'interno del complesso conventuale delle Grazie: altri tre chiostri di maggiori dimensioni erano infatti stati previsti fin dalla costruzione del convento dall'architetto Guiniforte Solari. A fianco alla chiesa vi era, infatti, il "Chiostro dei Morti", mentre più discosti erano il "Chiostro grande" e il "Chiostro dell'Infermeria", che in origine alcuni storici interpretano come un cortile adibito ad alloggiamenti militari delle truppe del capitano ducale Gaspare Vimercati, proprietario dell'intera area su cui sorse il convento domenicano.
La costruzione del chiostro venne terminata nei primi anni del XVI secolo, insieme agli arredi dell'adiacente Sagrestia, sotto il dominio dei francesi, dopo la caduta degli Sforza. In questi stessi anni lo spazio libero tra questo e il vecchio dormitorio venne spianato e sistemato a prato con funzione cimiteriale, mentre al 1510 risale la costruzione di una cappella dedicata a San Martino, anche con funzione di sagrestia, ricavata nello spazio tra il chiostro e la tribuna del Bramante.
Nei secoli successivi la vita del Chiostro delle rane e dell'intero complesso monastico seguì quella ecclesiale e civile della città, culminando con la soppressione del convento avvenuta il 7 maggio 1799. I religiosi furono cacciati dalla struttura conventuale che venne trasformata in caserma militare, mentre all'esterno la tribuna e i fianchi del chiostro furono soffocati da costruzioni popolari. Per un recupero artistico delle Grazie si dovette attendere sino al 1860, quando l'apertura di via Caradosso offrì l'occasione di realizzare un recupero delle strutture architettoniche del chiostrino e della sagrestia, i cui lavori di restauro si protrassero a più riprese dalla fine del XIX secolo al 1937.
Durante i bombardamenti del 1943 questo piccolo chiostro venne colpito da alcuni spezzoni incendiari, ma l'incendio propagatosi fu coraggiosamente spento dall'opera degli stessi frati domenicani, che avevano ripreso possesso del complesso nel 1924. Il restauro delle strutture colpite venne avviato già nel 1945, dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Un nuovo vasto ciclo di lavori di recupero e risanamento interessò infine l'intero complesso a partire dal 1974, grazie ai contributi di benefattori, mecenati e enti pubblici, avviando un restauro teso a restituire al pubblico e ai cittadini anche questa parte del complesso architettonico del convento di S. Maria delle Grazie.

Uso attuale: intero bene: giardino pubblico

Uso storico: intero bene: chiostro

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Ribaudo, Robert (2011)

Aggiornamento: Uva, Cristina (2015); Zanzottera, Ferdinando (2015)

Descrizione e notizie storiche: Uva, Cristina

Fotografie: BAMS photo Rodella/Jaca Book; Pellegrino, Daniela; Uva, Cristina

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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