Chiesa di S. Benedetto

Crema (CR)

Indirizzo: Piazza Garibaldi - Crema (CR)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Si presenta come un'unica ampia aula con quattro cappelle laterali, distribuite simmetricamente.

Epoca di costruzione: prima metà sec. XVII

Autori: Richino, Francesco Maria, rifacimento

Descrizione

Dai documenti riguardanti San Benedetto, si desume che per l'impresa cremasca iniziata nel 1622, il Richino fornì diversi disegni. I lavori e i relativi pagamenti si protrassero fino al 1636. La sua presenza si manifesta in tutta la sua compiutezza soprattutto nella facciata. Emerge potente la presenza di un ordine gigante, costituito dalle colonne centrali e dalle coppie di pilastri laterali (riproposte anche all'interno a scandire le campate e le ampie cappelle laterali), unito ad una struttura che mette in rilievo la funzione simbolica delle diverse parti del fronte: i portali, le nicchie cieche e l'ampia finestra posta al centro del secondo livello. L'insieme è impreziosito da elementi decorativi marcati da una ricercata armonia di forme giocata su sottili variazioni cromatiche (date dall'accorta selezione dei materiali) e da un'eleganza di gusto classicista di impronta federiciana, ormai epurata rispetto al precedente milanese di San Giuseppe (1617), del quale invece condivide la composizione della facciata. La struttura del fronte di San Benedetto, che catalizza l'attenzione sulla parte centrale, annuncia l'assetto dell'interno. In osservanza sia dei modelli cinquecenteschi delle chiese degli ordini (di cui a Crema il modello più significativo è il la chiesa di San Bernardino), sia dei dettami impartiti dai padri gesuiti anch'essi presenti a Crema, anche San Benedetto si presenta come un'unica ampia aula destinata ad accogliere un'ampia comunità, che fra Cinque e Seicento aveva superato le duemilacinquecento unità. Le cappelle laterali sono quattro, distribuite simmetricamente: a sinistra la cappella del Santissimo Sacramento e quella della Vergine del Rosario; a destra la cappella di San Sebastiano, e quella dei Santi Agostino e Andrea. Vennero realizzate a partire dal 1632. In ordine cronologico la prima ad essere completata fu quella del Santissimo Sacramento e, quattro anni dopo, quella della Vergine.
La notevole opera degli stuccatori in San Benedetto rivela due indirizzi: uno orientato al gusto composto ed elegante del classicismo milanese, ispirato ai modelli di Camillo e Giulio Cesare Procaccini apprezzabili nei cicli decorativi di Sant'Angelo e dei Santi Nazaro e Celso a Milano; l'altro - che nella chiesa cremasca è visibile nelle cappelle di San Sebastiano e in quella intitolata ai Santi Agostino e Andrea (decorata nel 1648) - pare invece discendere dalle frequentazioni valtellinesi del Barbello. Le posture degli angeli, il loro moto scattante, i rilievi che animano sia le parti figurate che le decorazioni disegnate con vigorosa eleganza, rafforzano il tono di appassionata partecipazione.
L'ultimo episodio figurativo significativo, in ordine cronologico e che caratterizza l'eccellenza artistica della chiesa di San Benedetto fino alle soglie del XVIII secolo, è la decorazione della zona presbiteriale. Il Cignaroli vi lavorò dal 1677 (data del San Patrizio) al 1679 (è l'anno apparso in occasione della pulitura del Sant'Ubaldo che guarisce gli ossessi). Le tele sono tutte caratterizzate da composizioni animate da un'umanità dolente e stralunata, immersa in paesaggi fantastici dominati da antiche rovine sullo sfondo.

Notizie storiche

La storia dell'edificio ecclesiastico intitolato al fondatore dell'ordine benedettino risale alla fine dell'XI secolo quando a Crema arrivarono i suoi primi seguaci. Edificarono la chiesa e il convento nel 1097, a est dell'abitato dove, fra il XV e il XVI secolo, venne costruita la Porta al Serio. Durante l'età viscontea in concomitanza del completamento delle mura difensive della città e della realizzazione del Duomo (1284-1341), si stabilirono altri ordini mendicanti che in breve tempo diedero forma a diversi luoghi di culto: nel 1332, uno intitolato a San Domenico e nel 1345, un altro dedicato a San Francesco. Dal 1449 il dominio dei Visconti cessò e Crema entrò nell'orbita della Repubblica della Serenissima diventando, da un punto di vista culturale, un avamposto veneto in terra di Lombardia.
Ma mentre un altro ordine ecclesiastico - quello agostiniano - fece il suo ingresso in seno alla stessa comunità (era l'anno 1445), seguito dalla costruzione di un convento poco distante da San Benedetto, per l'istituzione ecclesiastico- conventuale benedettina iniziò il tempo del declino. Dissesti finanziari e scarsa cura delle anime derivavano dal sistema delle commende in cui il gestore, nonostante le lunghe assenze dal luogo di assegnazione, percepiva lauti compensi. La Chiesa di Roma, cosciente del degrado diffuso, fra il 1512 e il 1517, con una bolla papale riformatrice (Supernae dispositionis arbitrio), istituì la Congregazione dei canonici regolari lateranensi dipendente dalla Camera Apostolica. Per interessamento delle autorità cittadine di Crema, la chiesa e il convento di San Benedetto vennero poste sotto la tutela dei suddetti canonici che ne curarono gli interessi fino al 1771. Arrivarono a Crema dal convento padovano di Santa Giustina. Oltre a prestare il loro servizio per San Benedetto, da inizio Cinquecento e per ragioni identiche, gli stessi canonici si occuparono sia di San Faustino a Brescia che di Santo Spirito a Bergamo. Da questa chiesa, significativamente arrivò l'ultimo dei commendatari di San Benedetto, un esponente della nobile famiglia dei Tasso, tale Luigi, Vescovo di Recanati e Macerata, grazie al quale nella chiesa cremasca questo sistema venne definitivamente abbandonato a beneficio dell'insediamento della suddetta Congregazione (1519). I canonici gestirono sia l'amministrazione dei beni che la liturgia. Nel 1540 venne costituita la Confraternita del Santissimo Sacramento, fondata nel 1539 a Roma da papa Paolo III; a questa si affiancarono le devozioni alla Madonna di Loreto e a sant'Andrea. Mentre la chiesa di Crema dal 1580 divenne sede della propria diocesi, in San Benedetto e in altri edifici religiosi della città o appena fuori porta, i committenti incoraggiarono diverse imprese decorative nel rispetto delle disposizioni tridentine. In questo periodo i lavori di abbellimento vennero distribuiti prevalentemente fra maestranze lombarde e milanesi attive nella cerchia di Carlo Borromeo, la cui visita apostolica in terra bergamasca nel 1575 e la successiva pubblicazione delle sue Instructiones Fabricae et Suppellectilis ecclesiasticae (edita nel 1577) sul nuovo assetto dei luoghi di culto lasciarono segni importanti anche a Crema.
In periodo controriformistico, il consolidarsi del reciproco sostegno fra il Consorzio del Santissimo Sacramento e i Canonici riformati lateranensi, per San Benedetto significò la ripresa di una più adeguata cura delle anime accompagnata dal risanamento delle finanze. Nello stesso periodo venne nominato priore dei Canonici padre Serafino Verdelli, una figura di spicco nella Congregazione lateranense e che ebbe un ruolo decisivo a favore della riedificazione della chiesa. Anche in questa occasione la scelta cadde su un architetto lombardo di area borromaica: Francesco Maria Richino.

Uso attuale: intero bene: chiesa

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Credits

Compilazione: Ribaudo, Robert (2011)

Descrizione e notizie storiche: Bianchi, Federica

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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