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Chiesa di S. Nazaro in Brolo

Milano (MI)

Indirizzo: Piazza S. Nazaro in Brolo - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Si tratta della più antica chiesa a croce latina della storia dell'arte occidentale. Si accede tramite il portale che si trova sulla parete opposta all'ingresso della Cappella Trivulzio. L'impianto interno della basilica è costituito da una via di mezzo fra una croce latina e una croce greca. Di fianco all'abside del transetto sinistro si trova la Cappella di Santa Caterina, opera di Antonio da Lonate (che la costruì su ispirazione delle opere del Bramante) e che era in origine una chiesa indipendente. E' caratterizzata dalla cupola con tamburo cilindrico e copertura conica

Epoca di costruzione: sec. IV - fine sec. XI

Descrizione

La basilica presentava in origine, come è noto, una navata unica longitudinale, alla quale si collegavano ortogonalmente, a circa due-terzi, due corpi di fabbrica rettangolari (introdotti da una triplice arcata oggi scomparsa), a costituire una pianta a croce latina. La copertura, a capriate lignee, fu facile preda dell'incendio del 1075. L'intervento romanico si caratterizzò per una speciale arditezza, in quanto, conservando per notevole altezza le murature originarie, gettò sull'invaso (largo 14 m ca.) volte in muratura a monta cupoliforme con crociera costolonata. Si impose necessariamente il frazionamento dello spazio sino a quel momento unitario della navata in due campate quadrate, delimitate da forti semipilastri con semicolonne addossate, mentre i bracci laterali vennero trasformati in un vero e proprio transetto, alle cui due estremità i muri rettilinei vennero sostituiti da absidi semicircolari estradossate, alleggerite all'esterno da una sequenza di fornici alti e profondi scanditi da nervature a sezione torica e contrafforti pentagonali. Nella crociera d'incontro si impostò il tiburio con cupola a otto spicchi e loggiato esterno con arcate a doppia ghiera, particolarmente interessante per la sua precocità. I problemi statici, a causa dell'inserimento delle coperture in muratura, furono certamente gravosi, se ancora nel 1204 si dovette provvedere a restaurare l'arcone del presbiterio che minacciava rovina. La costruzione della cappella Trivulzio agli inizi del Cinquecento determinò l'occultamento della facciata originaria.
Nel corso di lavori condotti alla fine degli anni Sessanta del Novecento sono state messe in luce ampie porzioni del portale romanico, a strombo con risalti in cotto.

Notizie storiche

Della struttura originaria di età ambrosiana (dedicata in un primo momento agli Apostoli e poi al martire Nazaro) si è per lungo tempo creduto che non sussistesse nulla, ad eccezione della particolare pianta cruciforme. Analogamente, a causa degli estesi rifacimenti succedutisi dal XVI al XIX secolo, anche della fase romanica (legata alla riorganizzazione dell'edificio attestata dalle fonti dalla fine dell'XI secolo) si poteva - sino almeno all'avvio dei grandi lavori di ripristino immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale (1938 ss.) - percepire ben poco. Particolarmente incisivi furono i lavori conseguenti alla visita pastorale di Carlo Borromeo (1567) e gli interventi di restauro del xix secolo (1806, Rovaglia; 1828-30, Pestagalli). Le sistematiche indagini avviate in corso di Porta Romana dalla Commissione per la "Forma urbis Mediolani", dirette da A. Calderini e condotte soprattutto da A. de Capitani d'Arzago (1939-41), e le contemporanee esplorazioni di mons. E. Villa nell'ambito del "Comitato Restauri Monumenti Cittadini" e nel clima di ritorno al cristianesimo delle origini che caratterizzò l'episcopato di I. Schuster, produssero una profonda revisione delle strutture, favorita drammaticamente dagli eventi bellici. Nell'ampia campagna di restauri del dopoguerra, accompagnata da scavi sistematici, si selezionarono come particolarmente significative le fasi ambrosiana e romanica, eliminando quasi completamente quelle successive. Dell'incendio che danneggiò l'edificio nel 1075, e che coinvolse anche la cattedrale doppia (v.) e S. Stefano, fu testimone Arnolfo, il quale immaginava che le rovine sarebbero rimaste visibili per molte centinaia d'anni. Smentendo il cronista, nel fervore economico della seconda metà del secolo, le riparazioni procedettero speditamente, e nel 1093 la chiesa poteva già accogliere la sepoltura del vescovo Anselmo iii da Rho. Nel 1112 i lavori dovevano essere ulteriormente avanzati, se una certa Gisla devolveva una parte dei suoi beni alla chiesa, "donec restaurata fuerit".

Uso attuale: intero bene: chiesa

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Credits

Compilazione: Ribaudo, Robert (2013)

Aggiornamento: Bianchini, Fabio (2015)

Descrizione e notizie storiche: Cassanelli, Roberto

Fotografie: Jaca Book/Bams photo Rodella

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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