Castello Morando Bolognini - complesso

Sant'Angelo Lodigiano (LO)

Indirizzo: Piazza Gian Giacomo Bolognini, 2 (Fuori dal centro abitato, in posizione dominante) - Sant'Angelo Lodigiano (LO)

Tipologia generale: architettura fortificata

Tipologia specifica: castello

Configurazione strutturale: Il fortilizio, costruito quasi interamente in cotto, presenta pianta quadrangolare irregolare articolata intorno ad una corte centrale, con torri angolari e resti del fossato

Epoca di costruzione: 1381

Comprende

Descrizione

Il fortilizio costruito quasi interamente in cotto, è a pianta quadrangolare. Le tre torri angolari, di cui quelle di Nord-Ovest e Sud-Est sono ruotate rispetto all'asse della muratura, presentano una fila di beccatelli che crea una leggera sporgenza. La quarta torre o torre maestra, leggermente staccata dal corpo principale, è imponente (36 m) con beccatelli e copertura merlata. Alla base una lapide posta nel 1904 ricorda l'operato di Regina della Scala e i restauri attuati dal Bolognini.
La possente muratura, rafforzata da contrafforti, è ingentilita dalle numerose aperture costituite da bifore a pieno centro a piano terra e trilobate al primo piano. La copertura a falde sovrasta una merlatura regolare che conserva ancora le chiusure in legno a bilanciere. La struttura era circondata da un ampio fossato i cui resti si notano chiaramente presso la torre maestra. Oggi si accede al cortile interno, la cui pianta irregolare è una rarità nell'edilizia viscontea, attraverso un terrapieno. Al centro è collocato un compluvio, costituito dall'assemblaggio di elementi trecenteschi e barocchi. Sui pilastri degli arconi del piano terra sono murati gli stemmi di diverse famiglie nobili imparentate con i Bolognini. Al centro dell'ala orientale si apre la porta d'accesso al Museo del castello il cui percorso espositivo si snoda attraverso ventiquattro sale. Si visitano la Sala del trono, le cui pareti sono ornate dall'albero genealogico della famiglia e da tele che ritraggono alcuni esponenti del casato Bolognini, la maggior parte dei quali è però raccolta nella successiva Sala degli Antenati. Nella Biblioteca, vasto ambiente dalla volta a botte, sono conservati numerosi volumi di argomento scientifico. Oggetti litici di diversa fattura e cronologia si conservano nella Sala del Polittico, così chiamata per il composito dipinto con la Madonna con Bambino e Santi, composta da pannelli di epoche e scuole diverse, databili tra il XV e il XVI secolo. Nella Cappella del castello si conserva una lastra tombale di artista lombardo del XV secolo. Si succedono poi due stanze con oggetti d'uso quotidiano, dedicate alla filatura e alla cucina. Nell'ala di ponente si procede con gli appartamenti nobili costituiti dalla sala da pranzo, con pregevoli arredi, la camera da letto e la stanza di Casanova, dove dimorò il celebre libertino. Completano questa parte la Sala del Risorgimento con cimeli d'epoca e l'Armeria, che rispettando l'allestimento voluto dal Conte Morando Bolognini all'inizio del secolo, conserva una cospicua e varia raccolta di armi e armature appartenenti ad epoche diverse.
Al piano superiore si accede al "Museo del Pane" dove sono esposti oggetti per la panificazione, diversi tipi di pani di uso quotidiano o rituale. Nei sotterranei, invece, nel "Museo lombardo di storia dell'agricoltura", prendendo il via dall'invenzione dell'aratro fino alla meccanizzazione del XIX secolo, si ripercorre lo sviluppo delle tecniche di coltivazione.

Notizie storiche

Già in epoca romana si hanno notizie di un castrum posizionato alla confluenza dei due rami del Lambro. Proprio per la posizione particolarmente strategica la rocca fu spesso oggetto di aspre contese tra Milanesi, Lodigiani e Pavesi, finché nel 1370, dopo essere appartenuta all'arcivescovo di Milano Giovanni Visconti, fu concessa a Bernabò Visconti che ne fece dono, insieme al feudo, alla moglie Regina della Scala a cui si deve, nel 1381, la costruzione dell'attuale castello. Alla morte dei coniugi (1385), il successore Gian Galeazzo utilizzava la dimora lodigiana come luogo di riposo durante le battute di caccia. I suoi eredi, Filippo Maria e Giovanni Maria, lo diedero in commenda a Michele Corsi e ai suoi figli, ai quali successero poi diversi affittuari. Nel 1449 il castello, passato alla Repubblica Ambrosiana, venne assediato e conquistato da Francesco Sforza che tre anni dopo lo donò, con il feudo elevato a contea, al comandante delle sue truppe Matteo Mazzagatti detto il Bolognino. Da quel momento appartenne sempre alla medesima famiglia, anche se occupato nel 1497 dai soldati francesi, nel 1516 dagli Svizzeri, e infine nel 1525 dagli Spagnoli. Alla fine del XVII secolo fu messo a ferro e fuoco dai Bavaresi, che vennero scacciati dagli Spagnoli nel 1745. Durante le campagne napoleoniche in Italia (Lodi, Battaglia del Ponte sull'Adda, 1796), lo occuparono brevemente le soldatesche francesi. Anche a causa di queste tormentate vicende la struttura subì un forte degrado e diverse menomazioni, particolarmente dopo che nel XIX secolo alcune parti furono occupate da un laboratorio per la lavorazione della seta. Alla fine del XIX secolo, grazie all'illuminato intervento del conte Gian Giacomo Morando Bolognini, si iniziarono una serie di restauri (1899-1910; 1911-1915) che riportarono il maniero agli antichi splendori. Alla morte del conte (1919) la proprietà passò alla moglie che nel 1933 la cedette all'Istituto sperimentale di cerealicoltura per istituirvi un museo gestito dalla Fondazione che portava il nome del marito. Oggi nella struttura hanno sede il Museo del castello, il Museo del pane, di cui la Fondazione Bolognini è ancora proprietaria, e il Museo lombardo di storia dell'agricoltura con l'annesso Centro studi e ricerche di museologia agraria.

Uso attuale: intero bene: museo

Uso storico: intero bene: difensivo; intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà persona giuridica senza scopo di lucro

Accessibilità: Come arrivare:
In auto.:
-da Milano: tangenziale est, uscita Opera Val Tidone-SS 412
-da Lodi: SS 235
-da Pavia: SS 235
-da autostrada: A1 uscita Lodi, poi SS 235 per Sant¿Angelo Lodigiano
-da autostrada A21 (Piacenza-Torino): uscita Castel San Giovanni
Mezzi pubblici:
-da Milano, metropolitana M3, fermata San Donato e bus linea Sila
-da Lodi: Stazione FS, bus linea STAR
-aeroporto più vicino: Milano-Linate

Visite:
dal 1° marzo al 31 luglio e dal 1° settembre a metà novembre
Giorni festivi biglietto cumulativo ai tre Musei del Castello
¤ 7,00/persona, (compresi Lunedì di Pasqua, 25 aprile, 1° maggio, 2 Giugno e 1° novembre - esclusa Domenica di Pasqua): a partire dalle ore 15.00, visite guidate ogni 30 minuti (ultimo ingresso ore 17.30).
Per i gruppi numerosi si consiglia la prenotazione (¤ 6,00/persona).

Giorni feriali (sabato compreso. Lunedì: riposo)
Orario di apertura: 8.30-12.30 / 14.00-18.00
Solo per gruppi, su prenotazione, da effettuarsi presso gli uffici della Fondazione Morando Bolognini, aperti tutto l'anno (tel. 0371/211140-211141 - fax 0371/210337 e-mail: info@castellobolognini.it

Progetto CORTILE APERTO
Per visite individuali senza prenotazione
Dal Martedì al Venerdì - dalle 9.30 alle 12.30 (ultima visita alle ore 11.00)
dalle 14.30 alle 17.30 (ultima visita alle ore 16.00)
Sabato - dalle 9.30 alle 12.30 (ultima visita alle ore 11.00)

PROPOSTE DI ITINERARI DEI GIORNI FERIALI
Quote individuali comprensive della guida di accompagnamento

Visita guidata GENERICA
_ Ai tre Musei (Bolognini + Agricoltura + Pane) durata 2 ore: ¤ 6,00
_ Museo Bolognini durata 1 ora: ¤ 4,00
_ Musei dell'Agricoltura e del Pane durata 1 ora: ¤ 4,00
_ Musei dell'Agricoltura e del Pane, con dimostrazione del maestro panificatore, solo martedì e giovedì mattina: durata 1h. e 30 min. ¤ 6,00

Per informazioni:
www.castellobolognini.it

Riferimenti bibliografici

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Fonti e Documenti

Archivio di Stato di Milano, mappe e registri

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Borellini, Gian Carlo (1999)

Aggiornamento: D'Alessio, L. (2000); Vergani, Cristina (2007); Caspani, Pietro (2015)

Descrizione e notizie storiche: Rurali, Elisabetta

Fotografie: Bonelli, Daniele; Caspani, Pietro

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