Casa Croce Bossi

Biassono (MB)

Indirizzo: Via Umberto I, 3 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Biassono (MB)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Nucleo di fabbricati contigui aggregati con pianta regolare ad U elevato su due piani, costituito da muratura continua di laterizio, con nucleo centrale aperto da un portico su colonne e ala sud con arcate tamponate su pilastri; solai a travatura lignea; copertura su capriate lignee con tetto a due falde e padiglione, manto a coppo in laterizio.

Epoca di costruzione: post 1400 - ante 1588

Descrizione

Il nucleo storico di Biassono si sviluppa lungo la viabilità di attraversamento principale, in particolare di quella di origine più antica, oggi le vie Ansperto da Biassono e Pietro Verri, lungo la direttrice che, con andamento nord-sud, collega la cittadina ai vicini centri di Sovico e Macherio a Vedano al Lambro sino a Monza. Contrapposto è l'asse moderno di via Trento e Trieste, confluente al monumentale complesso di Villa Verri. Vicina alla sede comunale è la Casa Croce Bossi, palazzetto urbano risalente al XV secolo, collocato nel fitto tessuto edificato a cortina che si allinea all'intersezione tra via Verri e via Umberto I. L'edifico è parte integrante di un nucleo fabbricato aggregato a corte, con pianta regolare a "U" ed elevato su due piani. Dal perimetro esterno l'immagine percepita è solida e massiccia, un'architettura seppur modesta nelle forme che rappresenta l'antica proprietà padronale, con l'accesso principale attraverso un grande portale ad arco incorniciato da bugne regolari. La facciata principale su via Umberto I, nella porzione appena sottoposta alla copertura, rivela tracce di decorazione parietale ad affresco emergenti dalla pitturazione moderna di colore giallo, alquanto degradata. L'opera rappresenta una composizione a trompe-l'oeil di bugne squadrate a punta di diamante con ombreggiatura. Allo stato delle conoscenze potrebbero risalire alla fase della ristrutturazione attuata da Cristoforo Croce, entro il 1588, quando fu realizzato anche il portale bugnato in arenaria.
Varcato il portone si accede alla corte attraverso un portico architravato su colonne tuscaniche di granito, dal quale il percorso conduce allo scalone a due rampe con gradini di pietra, riconducibile al XVII secolo. L'edificio, così come appare oggi, deriva da fasi costruttive succedutesi nel tempo attraverso un processo che, in epoca rinascimentale, ha visto riunire almeno tre porzioni fabbricate a formare una casa da nobile, in seguito modificata senza perdere l'impianto originario. La muratura ampiamente scrostata del corpo edilizio che delimita a sud la corte, rivela gli elementi costruttivi quattrocenteschi, con la netta evidenza di tre arcate di laterizio a sesto ribassato e di quattro massicci pilastri di pietra che sorreggono architravi lignee sagomate. Accanto, un fabbricato edificato nel Novecento cela il pilastro estremo a est, lasciando momenti di immaginazione all'osservatore.
L'edificio è individuato dall'Amministrazione Comunale, che ne detiene la proprietà, come ideale luogo incubatore di cultura e aggregazione sociale; ciò che dovrà necessariamente avvenire con il programmato intervento di restauro e recupero all'uso pubblico. Alla base del progetto sono ruolo e significato del palazzo cui è riconosciuto grande valore storico e artistico, individuato tanto nell'insieme quanto negli elementi costitutivi, dalle evidenti tracce costruttive agli ambienti interni, dove sono conservati solai lignei, manufatti lapidei, serramenti e tutti gli intonaci rinascimentali, celati da finiture d'età moderna.

Notizie storiche

La vicenda della dimora padronale s'intreccia con quella di alcune delle famiglie rappresentative del governo territoriale di Biassono, tra le quali la famiglia Bossi, i nobili Da Biassono e i Crivelli, divenute proprietarie dei beni fondiari dopo che fu soppresso il feudo con l'avvento della Repubblica Cisalpina.
Allo stato delle conoscenze, risale al XVI secolo la più antica documentazione della proprietà della casa da nobile, riferita a Cristoforo Croce e alla ristrutturazione della dimora messa in opera nella seconda metà del Cinquecento. A quel tempo risalgono il portale monumentale in arenaria e l'ala ovest, col portico principale e la loggia soprastante, oggi murata.
Le ricerche d'archivio hanno consentito la ricostruzione delle vicende dell'edificio a partire dalla seconda metà del Cinquecento, quando, subito dopo la ristrutturazione, nel 1588 Cristoforo Croce cedette l'edificio a Ottavio Bossi. Tra la fine del Seicento e il 1723 i beni furono messi in vendita per far fronte ai debiti accumulati da alcuni esponenti della famiglia Bossi e la proprietà passò al conte Gabriele Verri, committente dell'omonima villa eretta all'inizio del Settecento sull'area adiacente, a ovest.
A quel tempo, le rilevazioni del Catasto Teresiano individuarono il sito della Casa Croce Bossi con un impianto già corrispondente a quello giunto sino a oggi, contiguo ad altri e a un giardino prospiciente la corte d'onore di Villa Verri. Dopo la morte di Gabriele Verri, avvenuta nel 1782 e di Pietro Antonio Verri nel 1784, il patrimonio fu suddiviso fra i quattro eredi maschi della famiglia.
Durante l'Ottocento la dimora, divenuta di proprietà pubblica, ospitò le scuole elementari, qui rimaste sino alla costruzione del nuovo edificio, realizzato tra il 1912 e il 1917. In quegli anni l'immobile fu frazionato in due unità, la principale delle quali comprendente il cortile.
Nel corso del Novecento l'antica casa padronale è andata incontro a un progressivo decadimento causato dal precario e discontinuo utilizzo, sino all'abbandono degli ultimi anni. A partire dal 1990 sono state condotte campagne di studio dell'edificio, comprendenti anche indagini stratigrafiche realizzate dai restauratori dello Studio Astarte.
Lo stato delle conoscenze sul palazzo derivate dalle ricerche sul sito contano oggi anche su un rilievo dell'edificio elaborato all'inizio degli anni Duemila da un gruppo di studenti della Facoltà di architettura del Politecnico di Milano, i cui materiali sono conservati anche dal Gruppo di ricerche archeostoriche del Lambro (GRAL). A partire dal 2007 si sono costituiti i passaggi che hanno portato alla definizione del Distretto Culturale Evoluto della Provincia Monza e Brianza, promosso e cofinanziato della Fondazione Cariplo, il cui modello di azione ha come riferimenti basilari la cultura, l'industria e il territorio. Diretta derivazione è, tra altri, il progetto di recupero di Casa Croce Bossi, destinata a divenire sede di un polo culturale, attrezzato per ospitare eventi culturali, artistici, incontri e conferenze. Il progetto prevede un passaggio porticato di accesso all'angolo nord-ovest del palazzo, direttamente collegato con una sala polifunzionale, estesa anche al piano superiore; adiacente al portale d'ingresso principale sarà organizzato uno spazio di ricezione e informazione del Distretto Culturale della Provincia Monza e Brianza. Al primo piano, collegato dallo scalone principale, è previsto uno spazio di foresteria attrezzata per garantire ospitalità ad artisti, relatori e curatori di eventi. Spettacoli e rappresentazioni artistiche avranno luogo anche all'aperto, tra il portico e la corte interna, pavimentata a rizada.

Uso attuale: intero bene: non utilizzato

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Accessibilità: L'accessibilità è limitata all'esterno, essendo inagibile l'edificio in attesa dell'intervento di restauro.

Biassono, principali collegamenti.

Trasporto pubblico su ferrovia e strada:
linea ferroviaria FS R Milano Porta Garibaldi - Molteno - Lecco, stazione Biassono-Lesmo Parco;
linea ferroviaria FS R Milano Porta Garibaldi - Carnate - Bergamo, stazione interscambio Monza - Autobus AGI linea z221;
linea ferroviaria FS S8 Milano Porta Garibaldi - Carnate - Lecco, stazione interscambio Monza - Autobus AGI linea z221;
linea ferroviaria FS S9 Milano S. Cristoforo - Seregno, stazione interscambio Monza - Autobus AGI linea z221, stazione interscambio Lissone - Autobus AGI linea z234;
linea ferroviaria FS S11 Milano Porta Garibaldi - Chiasso, stazione interscambio Monza - Autobus AGI linea z221, stazione interscambio Lissone - Autobus AGI linea z234.

Autobus AGI (Brianza Trasporti):
linea z221 Sesto S. Giovanni (MI-FS) - Monza - Carate Brianza - Giussano - Mariano Comense (Sesto S. Giovanni - Monza - Vedano al Lambro - Biassono - Macherio - Sovico - Albiate - Carate Brianza - Verano Brianza - Giussano - Mariano Comense);
linea z234 Vedano - Lissone - Muggiò (Vedano al Lambro - Biassono - Sovico - Macherio - Lissone - Muggiò)

Trasporto privato su strada:
Strada Nazionale dei Giovi (SP 35 ex SS 35 Genova - Ponte Chiasso), uscita Cesano Maderno direzione est via Tangenziale Sud, per Desio, Lissone, Biassono;
Strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga (SS 36 Cinisello Balsamo - Passo dello Spluga), uscita Lissone direzione est per Biassono;
Strada provinciale 527 Bustese (SP 527 ex SS 527 Monza - Saronno - Busto Arsizio), da Monza verso nord, direzione Vedano al Lambro, Biassono;
Autostrada Milano - Brescia (A4 E64) uscite Monza direzione nord per Biassono, Agrate Brianza direzione nord via Tangenziale Est (A51), uscita Vimercate direzione ovest via SP 45 e SP 7 per Biassono.

Riferimenti bibliografici

Viganò P., Storia di Biassono, Bologna, Scuola Grafica Salesiana 1978

Bagatti Valsecchi P.F./ Cito Filomarino A.M./ Süss F., Ville della Brianza, Milano, Sisar 1978

AA.VV., Museo Civico "Carlo Verri" Biassono, Biassono, Comune di Biassono 2000

AA.VV., Biassono tra verde e cultura/ Le Ville e il Museo, Biassono, Comune di Biassono, G.R.A.L. 2003

Fonti e Documenti

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Gibelli, Silvia (1995)

Aggiornamento: Colombo, Giusy (1998); Morandi, Claudia (2002); Bresil, Roberto (2009); Garnerone, Daniele (2012); Garnerone, Daniele (2013)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

Fotografie: BAMS photo di Basilio Rodella; Bresil, Roberto; Garnerone, Daniele

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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