Villa Sottocasa - complesso

Vimercate (MB)

Indirizzo: Via Vittorio Emanuele, 51-53 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Vimercate (MB)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Configurazione strutturale: La villa presenta un corpo nobile e due più basse ali laterali che delimitano la corte d'onore. Ulteriori edifici formano altre corti interne. Alle spalle un grandioso parco paesaggistico all'inglese. La copertura è a padiglione con manto in tegole a coppo in laterizio

Epoca di costruzione: ultimo quarto sec. XVIII

Descrizione

Villa Sottocasa presenta un impianto planimetrico a U con cortile d'onore centrale delimitato, verso strada, da un muro perimetrale e una semplice cancellata metallica. Il corpo centrale padronale è costituito da un fabbricato a tre piani fuori terra corrispondente ai dettami del neoclassicismo lombardo. I corpi laterali, dimensionalmente più ridotti, consentono di comprendere la loro funzione originaria di servizio e immettono a tre corti più sobrie e caratterizzate da linguaggi estetici più contenuti. Dall'ala meridionale, ad esempio, si accede ai volumi della Corte Rustica e della Corte del Torchio.
La composta facciata principale presenta una suddivisione orizzontale ottenuta mediante la presenza di una mistilinea cornice marcapiano e da una tripartizione del fronte con lesene binate poco aggettanti che rimarcano la centralità degli ambienti nobiliari. La facciata è altresì caratterizzata da una rigida sequenza di aperture rettangolari dimensionalmente differenti e talvolta inquadrate da semplici incorniciature aggettanti. Il piano superiore presenta un balcone centrale con ferri battuti ottocenteschi, con la balaustra decorata con le iniziali della famiglia Ponti e Sottocasa, a ricordo dell'unione matrimoniale di Luigi Ponti con la contessa Elisabetta Sottocasa avvenuta nel 1865. Al balcone si accede attraverso una porta-finestra neoclassica con cornice aggettante e timpano triangolare.
La facciata posteriore, rivolta verso il parco, mostra una maggiore semplicità compositiva, anche se sono molteplici i richiami architettonici che rimandano al fronte principale.
Al piano terreno del corpo centrale sono ancora oggi visibili i saloni di rappresentanza, che presentano i segni dell'adeguamento decorativo alla variazione di gusto del periodo otto-novecentesco. Tra i volumi spicca il Salone d'Onore, con soffitto a volta impostato su una cornice monocroma con stucchi e fregi decorativi di gusto lombardo-piemontese e francese. Collegati al Salone d'Onore altre stanze trasformate nella seconda metà del XIX secolo e alcuni ambienti di servizio con decorazioni più tarde. Tra queste: la Sala da pranzo vecchia, con volta sobriamente dipinta e decorata con riquadri a sfondo naturalistico; la Sala da pranzo nuova, ambiente completamente rimaneggiato a partire dal 1854; la Sala del Biliardo, con decorazioni ispirate alla classicità greca e alla pittura vascolare ateniese; lo Scalone principale, con una copia ottocentesca dell'Apollo del Vedere custodito nei Musei Vaticani; la Sala della conversazione, con camino e specchiera di gusto tipicamente neoclassico; l'Ingresso Nobile, rimodernato per volontà di Siro De Petri nel terzo quarto del XIX secolo; la Cappella privata, oggetto di un intervento di "restauro" nel 1756 e nella quale ancora oggi si conserva una tela settecentesca della Vergine Maria con Bambino e angeli, recentemente attribuita al Legnanino.
Delle decorazione e della ricchezza delle stanze del piano nobile rimangono inferiori testimonianze. L'ambiente principale è costituito da un ampio salone servito da due corridoi che, a loro volta, fungono da elementi di distribuzione per le camere da letto e gli altri ambienti con funzione mista privata e di rappresentanza.
Nell'ala settentrionale della villa, nella parte prospiciente il Terragggio della Molgora, è conservato il Teatrino e un locale di ridotte dimensioni affrescato nel XIX secolo con scene naturalistiche ispirate al mondo dell'acqua. Tra i temi proposti si annoverano alcune vedute marine, paesaggi portuali e rappresentazioni bucoliche con cascate e corsi d'acqua. Dalla medesima ala è possibile accedere alla grande limonaia ottocentesca dal gusto vagamente eclettico e con un'interessante sequenza di arcate a tutto sesto.
Ulteriore elemento di pregio connesso alla villa è il grande parco, fortemente rimaneggiato nel XIX e nel XX secolo.

Notizie storiche

Malgrado persistano numerose lacune documentarie sull'origine dell'attuale struttura architettonica della villa Sottocasa, tutti gli storici sono concordi nell'affermare che essa nel luogo in cui anticamente si ergeva un edificio appartenente originariamente alla famiglia Sfodrani. Divenuta di proprietà del marchese Goldoni Vidoni nel primo quarto del Settecento essa era costituita da un fabbricato di discrete dimensioni con annesso un interessante giardino all'italiana. Rara testimonianza iconografica di questa costruzione è costituita dalla mappa catastale di Carlo VI del 1721. Quasi cinquant'anni dopo il fabbricato e i terreni annessi pervennero per lascito ereditario ai Visconti di Brignano, ai quali si è soliti ascrivere la decisione di edificare l'attuale villa di delizia. Essa, tuttavia, fu certamente costruita prima del 1778, anno della morte di Alberto Visconti. Tale evento costituì l'occasione per redigere una dettagliata descrizione che attesta la generale corrispondenza della struttura planivolumetrica attuale con l'impianto settecentesco.
A seguito di svariati passaggi di proprietà avvenuti all'interno della famiglia Visconti, nel 1812 l'intero complesso venne acquisito dal marchese Girolamo D'Adda, che, nel decennio successivo, lo vendette a Siro De Petri (1828). A lui è da ascrivere la volontà di intervenire con adeguamenti stilistici e funzionali in alcuni locali del piano inferiore. Nel 1854 egli commissionò la sistemazione dell'ingresso e la realizzazione di una nuova Sala da pranzo, realizzata seguendo i dettami di gusto neoclassico. Anche nell'Ingresso Nobile fu abbandonata la rigida impostazione planimetrica quadrata, attraverso l'inserimento di una struttura con volta emisferica impostata su un architrave circolare sorretto da quattro lisce colonne in marmo rosa. Molta cura fu rivolta all'apparato decorativo della sala, impreziosita da bassorilievi neoclassici musivi raffiguranti putti musicanti e danzanti e due sculture rappresentanti Venere e un Satiro.
Nel 1860, per ragioni finanziarie, Siro De Petri vendette il complesso architettonico alla famiglia di industriali Ponti. Due anni dopo la villa divenne di proprietà unica di Luigi Ponti, che rilevò le quote di comproprietà da Francesco e Giovani Battista Ponti. È questa l'epoca di un nuovo adeguamento della villa che, nel 1865, si trasformò da luogo di piacere a residenza permanente. A questo periodo risalgono i lavori alle zone rustiche e l'edificazione delle nuove scuderie e del nuovo maneggio.
Deceduti i coniugi Ponti senza eredi diretti, la villa pervenne per successione alla famiglia Sottocasa. Nella prima metà del XX secolo essa adattò alle nuove esigenze le strutture abitative settecentesche e, in particolare, i volumi architettonici del piano nobile.
Negli anni Settanta cominciò una politica di frazionamento delle proprietà annesse alla residenza e il comune riuscì ad acquistare il frutteto familiare di pertinenza della villa, collocato nell'area prospiciente il cortile d'onore, oltre la strada. Nei primi anni Ottanta il comune acquistò una parte consistente del parco aprendolo al pubblico.
Nel mese di marzo del 2001 Raimondo Biffi ha venduto al comune la villa con la maggior parte dei rustici annessi e la rimanente parte del parco, consentendo l'avvio del programma pluriennale finalizzato al recupero della struttura edilizia, alla valorizzazione del bene e alla creazione di un polo di cultura e di eccellenza per il territorio sovra comunale. Tra il 2003 ed il 2008 ha recuperato l'ala meridionale ponendovi la sede dell'assessorato alla cultura e il MUST (Museo per il Territorio), ancora in fase di completamento. Nei prossimi anni sono previsti ulteriori lavori di restauro alla villa e la sua definitiva trasformazione in centro polifunzionale con sale museali, un bookschop, un "punto ristoro", spazi di lettura, sale video, un archivio e una biblioteca specializzata.

Uso attuale: corpo centrale: spazio per mostre; corpo est e corpi rustici: non utilizzato; corpo ovest: uffici comunali

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Accessibilità: In auto da Milano:
Seguire le indicazioni per Lecco/Tangenziale Nord/Tangenziale Est/Usmate Velate/Venezia/A52/A4/A51/E64/E70 ed entra in A51/Tangenziale Est
Prendere l'uscita 19-Vimercate Sud verso Via Bergamo/SP2

Da Milano: Dalle stazioni Fs di Porta Garibaldi e Centrale, treni in direzione Carnate, Bergamo o Lecco (sempre via Carnate). Scendere alla stazione Fs di Arcore. Da lì, la linea Z319 o Z320
MM2 (metropolitana linea 2 verde) fino al capolinea di Cologno Nord. Da lì, autobus NET linea Z322 (Cologno Nord - Trezzo sull'Adda) o Z323 (Cologno Nord - Vimercate).

Da Lecco: Treni Fs in direzione Milano. Scendere alla stazione Fs di Arcore. Da lì, la linea Z319 o Z320

Da Bergamo e da Brescia: Treni Fs in direzione Milano, via Carnate. Scendere alla stazione Fs di Arcore. Da lì, la linea Z319 o Z320

Da Monza e da altre località: consultare il sito www.trasporti.regione.lombardia.it
Per orari e mappe dei percorsi consultare il sito www.nordesttrasporti.it

Riferimenti bibliografici

Villa Sottocasa. La storia, gli edifici, il parco. Un progetto per la città, 2004

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Gibelli, Silvia (1993)

Aggiornamento: Salerni, Patrizia (1999); Bresil, Roberto (2009); Vicini, Emanuele (2009); Garnerone, Daniele (2014)

Descrizione e notizie storiche: Zanzottera, Ferdinando

Fotografie: Bresil, Roberto; Garnerone, Daniele; Tosi, Luca; Vicini, Emanuele; Zanzottera, Ferdinando

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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