Chiesa e chiostro di S. Francesco

Mantova (MN)

Indirizzo: Piazza San Francesco d'Assisi - Mantova (MN)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: A tre navate con cappelle sul fianco destro. Nel XVI sec. vennero aggiunti la sacrestia e il chiostro.

Epoca di costruzione: sec. XIV - sec. XV

Autori: Germanus, costruzione

Descrizione

La facciata in cotto, come il resto dell'edificio, è a capanna, coronata da pinnacoli tipologicamente affini a quelli della cappella ducale. Lungo il sottotetto si snoda una decorazione ad archetti intrecciati, che prosegue anche nella navata centrale. Divisa in tre specchiature da semipilastri a spiovente, che terminano a tre quarti della superficie muraria, presenta nello scomparto centrale un bel portale marmoreo. La struttura ogivale inquadrata dal timpano, la marcata strombatura e la policromia dei marmi, sono elementi che lo avvicinano a quello pressoché coevo di S. Maria del Gradaro. Negli scomparti laterali si aprono due monofore ogivali leggermente strombate e dalla ghiera decorata.
L'interno diviso in tre navate da possenti colonne in cotto, presenta copertura a capriate, come nel progetto originario. Semplici capitelli con foglia angolare sostengono gli archi acuti longitudinali, dal profilo marcato. Nella muratura della navata centrale si aprono grandi monofore che danno luce all'edificio. Sulla navata meridionale si affacciano sette cappelle illuminate da due sottili monofore. Nella seconda sono conservati diversi frammenti marmorei rinvenuti nel 1942, appartenenti forse al distrutto mausoleo di Alda d'Este. Le opere di raffinata qualità, sia nella resa delicata dei volti (Santa martire), che dei particolari decorativi (Santo vescovo che presenta un guerriero), suggeriscono una datazione alla seconda metà del XIV secolo. L'ultima cappella, di dimensioni nettamente maggiori sia nell'alzato che in pianta, venne impiegata come mausoleo dei Gonzaga, a partire da Guido (morto nel 1369), fino a Federico I (morto nel 1484). Coperta con volte a crociera costolanata, con nella chiave lo stemma patrizio, è illuminata da due monofore ogivali e da un rosone. In origine totalmente dipinta, oggi conserva solo alcuni brani fortunatamente sopravvissuti alle demolizioni e ai bombardamenti sopra ricordati. Nel sott'arco d'ingresso sono affrescati, entro medaglioni, busti di Santi; nella parete la Crocifissione, l'Ascensione e la Pentecoste. Queste scene vanno raccordate al Battesimo e all'Entrata in Gerusalemme dipinti nel lunettone della parete sinistra, e alle Storie della Passione nel lunettone opposto. Sulla parete di fronte all'ingresso sono affrescati episodi della Vita di san Ludovico d'Angiò, mentre nelle vele della volta, anche se in precario stato di conservazione, Apostoli e Angeli, Evangelisti, Cristo in mandorla. L'imponente impianto decorativo, di cui se ne riconosce la profonda unità stilistica, caratterizzata da una linea fluente, figure plastiche e vigorose, cromia calda e avvolgente, è stato attribuito a Serafino de' Serafini (De Marchi 1988), che lo eseguì quasi sicuramente per volere di Ludovico Gonzaga, negli anni finali della sua signoria (1369-1382). Vennero sfigurati dai bombardamenti anche gli affreschi che ornavano la navata destra, di cui resta un frammento con San Francesco che riceve le stimmate, pregevole opera di Stefano da Verona, eseguita tra il terzo e quarto decennio del XV secolo (Bazzotti 1993).

Notizie storiche

Nello stesso luogo in cui frate Benvenuto, discepolo di san Francesco, aveva costruito un piccolo oratorio, venne edificata a partire dalla fine del XIII secolo, la nostra chiesa. L'edificio fu terminato, secondo quanto attesta l'iscrizione originariamente in facciata, ma oggi nel museo di Palazzo Ducale, nel 1304 ad opera dell'architetto Germanus. Sulla struttura originaria si intervenne già alla metà del secolo con la costruzione della grande cappella al termine della navata destra, che divenne per circa un secolo e mezzo sepoltura dei Gonzaga. Nel XV secolo, grazie all'accresciuto prestigio della chiesa e dell'annesso convento, si avvertì la necessità di aprire altre cappelle gentilizie sempre sul fianco destro. Venne inoltre allungato il vano absidale a terminazione quadrata e nelle navate laterali si sostituirono le capriate con copertura a volte. Diversi interventi riguardanti la sacrestia e il chiostro vennero eseguiti nel XVI secolo, senza però modificare le forme originarie. Queste subirono invece alla fine del secolo successivo, una trasformazione di gusto barocco che comportò il rivestimento in stucco delle colonne e degli archi trecenteschi, la copertura con volta a botte della navata centrale, la sostituzione delle monofore lungo le navate laterali. In seguito all'occupazione francese la chiesa e il convento vennero chiusi nel 1782, divenendo poi sede dell'arsenale militare a partire dal 1811. Questa nuova destinazione comportò per tutto il complesso delle modifiche, di cui la più evidente riguardò il campanile che venne troncato e chiuso da una merlatura, in sostituzione del cono cestile originario. Nel 1940, con la cessione da parte dell'autorità militare al Comune, si iniziò il recupero dell'edificio, che fu però gravemente danneggiato da due bombardamenti (settembre '44, aprile '45). Si salvarono cosi' soltanto la facciata, anche se mutilata nel rosone e nelle finestre, il fianco sinistro, la cappella Gonzaga e alcune strutture dei chiostri. All'inizio degli anni Cinquanta si procedette alla ricostruzione secondo le forme originarie.

Uso attuale: intero bene: convento

Uso storico: intero bene: convento francescano

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Accessibilità: Per informazioni:
Tel. 0376.32.54.55

Riferimenti bibliografici

francescanesimo Lombardia, Il francescanesimo in lombardia : storia e arte, Silvana, Milano 1983

Mantova storia, Mantova : la storia, le lettere, le arti, Mantova 1958

Percorsi tematici:

Credits

Descrizione e notizie storiche: Rurali, Elisabetta

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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