Oratorio di S. Maria

San Benedetto Po (MN)

Indirizzo: Piazza Teofilo Folengo - San Benedetto Po (MN)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: oratorio

Configurazione strutturale: Si accede dal transetto sinistro della chiesa di S. Benedetto. Lo schema è derivato da S. Maria di Cluny. Notevole è il mosaico pavimentale nel transetto del 1151.

Epoca di costruzione: ante 1151

Descrizione

L'ancora esistente chiesa di Santa Maria, comunicante col braccio nord della chiesa maggiore, è strutturata in una navata unica, coperta da quattro volte a crociera rettangolari oblunghe, e da un transetto basso sporgente e triabsidato, i cui bracci - sussiste il settentrionale - erano pure voltati a crociera. Navata e transetto erano separati dal diaframma di una triplice arcata su colonne e l'incrocio portava una torre ottagonale sottocupolata, di cui resta la parte inferiore nel sottotetto. La cupola attuale è più recente, ma l'incrocio è affiancato da originari spazi minori voltati (interposti fra incrocio e bracci del transetto) che sono una caratteristica francese. Sono da evidenziare anche alcuni interessanti elementi decorativi: una delle colonne lapidee reggenti la triplice arcata, con scanalatura elicoidale all'antica; il relativo capitello a racemi fitomorfi scolpiti; gli archetti pensili esterni (fianco sud), con peducci finemente lavorati.
La tradizione che colloca in Santa Maria la sepoltura di Matilde di Canossa (Gradenigo 1759) potrebbe essere confermata dal suo ruolo di chiesa dei riti funerari (attestato dalle Consuetudines) e dal fatto che anche altrove, in contesto cluniacense, il secondo coro è luogo di deposizione di fondatori/benefattori (Fontanella al Monte). Il mosaico pavimentale del transetto (1151) rappresenta al centro le personificazioni delle virtù cardinali, a destra delle quali il divino Unicorno tiene lontano il drago diabolico (assalito alle spalle da una figura con gladio), mentre a sinistra un guerriero cristiano respinge con una lancia il malefico grifone. In una fascia sottostante, capovolta per indicare la "via sbagliata", gli animali figuranti i vizi capitali sono situati in un meandro. Il tema è dunque quello della "difesa armata delle virtù", che induce anche il sospetto di un'allusione al ruolo di Matilde nella lotta per le investiture. Perduta la zona musiva del braccio sud del transetto, nel braccio nord restano una figura femminile e un leone "negativo", che sembra idealmente imboccare l'uscita del portale settentrionale (verso il chiostro dell'infermeria e forse il cimitero dei monaci). Nel pavimento della navata (1154), solo in parte conservato, figure "negative" in clipei (due leoni, un rapace che afferra una lepre, un uomo avvinto da un serpente) poste nella corsia centrale (in origine fra due file di sedili di coro addossati alle pareti) erano idealmente calpestate dai monaci che si dirigevano verso i sedili o verso l'altare. Il pavimento musivo, di alto livello qualitativo, è stilisticamente accostabile ai mosaici pavimentali romanici di San Michele a Pavia, quasi contemporanei.

Notizie storiche

Che quello di S Maria costituisca un cantiere unitario sarebbe dimostrato sia dalla verifica (Leali 1989) di una unità costruttiva di navata sud-braccio sud del transetto-campanile, sia dall'analoga tipologia delle colonne lapidee della navata e dell'abside interna (basi attiche e capitelli "a foglie angolari"), sia dalla comunicazione diretta fra transetto e chiesa di Santa Maria. Molti indizi inducono poi a includere il cantiere nella prima metà del XII secolo: i legami col cantiere di Cluny III (deambulatorio a cinque cappelle radiali, abside interna con colonne su zoccolo murario continuo, braccio sud del transetto a due absidi), lo stile evoluto di Santa Maria (navata con volte a crociera trasversali oblunghe e transetto con torre ottagonale sottocupolata), la presenza di archi acuti (noti sia nel duomo di Modena - archi trasversali - che a Cluny III), l'utilizzo di colonne in pietra rossa come a Modena e nelle chiese veronesi del XII secolo. Autenrieth (1984) osservò anche l'"uso di correggere con colore qualche parte della muratura a vista" e datò Santa Maria al 1140 circa. Un utile termine di comparazione per Santa Maria è la cluniacense San Salvatore di Capodiponte (volte a crociera oblunghe, torre ottagonale sottocupolata, doppio ordine di archi e alte pareti piene a sostegno della torre), posta da Autenrieth stesso (1981) al 1110/1120 circa. Attorno alla metà del XII secolo il transetto della chiesa maggiore e Santa Maria erano già edificati perché citati nelle Consuetudines. Inoltre, sotto il mosaico pavimentale del transetto di Santa Maria (datato 1151) sarebbe stato individuato il pavimento in cocciopesto in fase con i muri del transetto stesso (Leali 1989). Santa Maria era dunque già edificata da qualche tempo nel 1151. Poiché le zone est della chiesa (cui Santa Maria è connessa) sono le uniche influenzate dal cantiere di Cluny III (1088-1130), sembra logico doverle datare al tempo dell'abate polironiano Alberico (1099-ante 1123) e/o del suo secondo successore Enrico (1125-1141), entrambi citati come "legislatori" nelle Consuetudines cluniacensi di Polirone. Almeno nella parte alta la parete della navata nord sembra addossata a quella del transetto. Nell'ambito di un cantiere unitario è dunque plausibile che il transetto fosse costruito per primo assieme a Santa Maria (al contrario di quanto era apparso inizialmente a chi scrive: 1980). Le zone orientali delle chiese erano solitamente le prime edificate in elevato: è dunque probabile che le navate siano (pur nell'unità del cantiere) di poco successive. La cornice ad archi intrecciati del campanile esige un completamento della torre campanaria già nella seconda metà del XII secolo.

Uso attuale: intero bene: deposito

Uso storico: intero bene: oratorio

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Credits

Compilazione: Comin, Isabella (2004)

Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2009)

Descrizione e notizie storiche: Piva, Paolo

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).