Velodromo Maspes Vigorelli

Milano (MI)

Indirizzo: Via Arona 19 - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: impianto sportivo

Configurazione strutturale: Il velodromo è costituito dalle gradinate per il pubblico, che abbracciano la pista per l'intero sviluppo e si alzano fino a 10,75 m dalla quota del terreno naturale. La struttura portante è in cemento armato, con una sequenza di portali con interasse di 6,50 m e travi secondarie dello spessore di 12 cm, che costituiscono l'alzata dei gradoni e portano le parti orizzontali. Verso l'esterno le gradinate sporgono a mensola con uno sbalzo dei portali. La copertura è in acciaio con struttura imbullonata e manto di finitura in lamiera. Le pareti perimetrali sull'esterno sono in muratura di mattoni. La pista in legno è costituita da un manto di listelli di abete rosso della val di Fiemme (l'essenza originaria era pino siberiano) sorretta da un'orditura di 496 semicapriate in abete, a pendenza variabile, poggianti su fondazioni puntuali in cemento. Lo sviluppo alla corda interna, in origine pari 397,57 m, misura 397,70 m; la pendenza varia da 6,57 gradi nei rettilinei a 42,5 gradi nelle curve

Epoca di costruzione: 1934

Autori: Fini, Ugo, progetto; Baselli, Giuseppe, progetto / direttore lavori; Ugo, Fini, direttore lavori; Clemens, Schuermann, progetto pista ciclistica

Descrizione

Il Velodromo Maspes-Vigorelli disegna un ampio isolato delimitato dalle vie Arona, Giovanni da Procida, Savonarola e Piazza Carlo Magno, a breve distanza dal lato Nord dell'ex Fiera Campionaria. L'architettura del velodromo è costituita dalle gradinate per il pubblico, che abbracciano la pista per l'intero sviluppo e si alzano fino a 10,75 m, mentre il parterre centrale si trova a una un quota di 2,25 m inferiore rispetto al livello del terreno. La struttura è in calcestruzzo armato, con una sequenza di portali con interasse di 6,50 m e travi secondarie dello spessore di 12 cm, che costituiscono l'alzata dei gradoni e portano le parti orizzontali. Verso l'esterno le gradinate sporgono a mensola con uno sbalzo dei portali, connotando fortemente l'immagine dell'impianto:"in quest'opera quindi il calcestruzzo armato, con le sue possibilità statiche e plastiche costituisce il fondamento non solo della struttura portante ma anche dell'aspetto esteriore" [Rassegna di Architettura n. VII, 1935]. La tribuna principale su via Arona è caratterizzata da un portale di ingresso tripartito, affiancato da due semi-cilindri aperti sul marciapiede (richiamo quasi letterale del fascio littorio): il tutto composto in un disegno sottolineato da lastre di beola scura su intonaco chiaro al di sopra del quale si stagliava, fino all'inizio degli anni Settanta, una grande insegna con la scritta "velodromo". La capienza delle tribune è attualmente di circa 7.500 posti a sedere. All'interno la pista ciclistica si sviluppa su un'ossatura portante di 496 leggere semi-capriate in legno di abete a pendenza variabile, appoggiate su muretti di fondazione, con un manto di listelli di abete rosso della Val di Fiemme di 4,5 x 5,5 cm di spessore. Lo sviluppo alla corda interna, in origine pari a 397,57 m, misura 397,70 m. I rettilinei sono larghi 8,43 m (7,50 più la fascia di riposo) e sopraelevati verso l'esterno di m 1,08 (la pendenza è di 6,57 gradi); le curve, che si stringono a m 6,49, salgono fino a 5,18 m di altezza con una pendenza massima di 42,5 gradi. La copertura è in acciaio con struttura imbullonata e manto di finitura in lamiera. Gli spazi sotto le tribune sono occupati da spogliatoi, locali di servizio, una palestra e dalla storica officina Masi, situata sotto la curva sud. L'accesso alla pista e al parterre avviene attraverso due tunnel interrati, posti all'interno delle due lunette. Il terreno di gioco, che ha un'estensione pari a 60 x 110, è in erba sintetica con porte e disegno per il Football Americano.

Notizie storiche

In vista delle Olimpiadi del 1936 Milano decide di dotarsi di un nuovo velodromo. L'idea di realizzare una pista semicoperta è di Giuseppe Vigorelli, ex ciclista, industriale e assessore allo sport. Il nuovo impianto, costruito a breve distanza dal luogo in cui sorgeva il velodromo del Sempione, demolito nel 1928, viene inaugurato il 28 ottobre 1934, anche se la prima gara ufficiale si tiene il 24 marzo 1935. Al suo interno è riallestita la pista in legno disegnata dall'architetto tedesco Clemens Schuermann per i Campionati del Mondo di Roma del 1932. Il progetto architettonico è affidato a Ugo Fini e Giuseppe Baselli dell'Ufficio Tecnico Comunale; le strutture a Giacomo Prearo. I lavori per la parte muraria sono eseguiti dalla Società Fondiaria Milanese; la copertura dalla Ditta Borghi; la pista è montata dalla Carpenteria Bonfiglio, già incaricata per quella di Roma. Il primo di una lunga serie di record è stabilito da Giuseppe Olmo che, il 31 ottobre 1935, percorre 45,090 km in un'ora. All'immediato successo sportivo segue anche il riconoscimento della critica: nello stesso 1935 la rivista «Rassegna di Architettura» dedica un lungo articolo al Vigorelli, presentato come "una notevole opera ad uso sportivo". Durante la guerra l'impianto subisce ingenti danni per i bombardamenti del 1943 e del 1944, ma viene restaurato e riaperto alle competizioni nella primavera del 1946. Dopo l'impresa di Olmo il Vigorelli diventa per oltre trent'anni la sede ideale per i record dell'ora, in tutto nove: Maurice Richard (1936), Frans Slaats, Maurice Archambaud (1937), Fausto Coppi (giovane e poco allenato, che compie una grande impresa il 7 novembre 1942), Jacques Anquetil, Ercole Baldini (1956), Roger Rivière (1957 e 1958), ai quali va aggiunto un record non omologato di Anquetil (1967) e due prove di Francesco Moser (1986). Qui si svolgono anche le prove femminili di Renée Vissac, Mildred Robinson ed Elsy Jacobs (1958). Sono più di centocinquanta le migliori prestazioni mondiali ottenute nelle varie specialità oltre a quattro edizioni dei Campionati del Mondo (nel 1939, interrotta per l'inizio della guerra, 1951, 1955, 1962). Questi eventi contribuiscono a dare al Vigorelli l'appellativo di "pista magica" o "Scala del ciclismo", che ospita anche il tradizionale arrivo a Milano del Giro d'Italia (23 volte), del Giro di Lombardia (21) e del Trofeo Baracchi (10). Tra i pistard che hanno fatto la grandezza del Vigorelli è importante ricordare, oltre ai primatisti dell'ora già citati, almeno Albert Richter, Reginald Harris, Nando Terruzzi, Guido Messina, Vanni Pettenella, Marino Vigna, Sante Gaiardoni. Ma è soprattutto al milanese Antonio Maspes, sette volte campione del mondo nella velocità, di cui due al Vigorelli (1955 e 1962), che è legata questa pista, a lui dedicata al momento della scomparsa nel 2000. Il declino dell'attività ciclistica inizia intorno alla metà degli anni Settanta, con una progressiva maggiore attenzione di media e sponsor per le corse su strada. Un primo tentativo di rilancio avviene del 1984. L'anno seguente una nevicata causa il crollo della copertura originaria, ma il velodromo viene restaurato per celebrarne la riapertura con il ritorno del Giro d'Italia e del Giro di Lombardia. L'ultima competizione ufficiale sono i Campionati Italiani nel 2001. Il Vigorelli ha un ruolo importante anche per la storia della boxe, grazie alla palestra "Ravasio" immortalata da Luchino Visconti nel film Rocco e i suoi fratelli, e a grandi incontri: per tutti, la sfida mondiale dei Superwelter tra Sandro Mazinghi e Roberto Dupas (1963). Dal 1981 è inoltre il principale campo di gioco per le due squadre milanesi di Football Americano: Seamen e Rhinos. Il Vigorelli ospita anche importanti gruppi rock tra i quali i Beatles, nella loro unica tournée italiana (24 giugno 1965), i Led Zepppelin (1971), i Clash, i Dire Straits (1981). Nel 2016 la pista è stata restaurata e riaperta all'uso ciclistico.

Uso attuale: campo da gioco: utilizzato; pista ciclistica per competizioni ed allenamenti: utilizzata

Uso storico: intero bene: pista ciclistica; intero bene: campo da gioco; intero bene: palestra; intero bene: officina ciclistica

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Riferimenti bibliografici

Fini U./ Baselli G., Rassegna di architettura, Il velodromo "Giuseppe Vigorelli" del Comune di Milano, 1935, n.VII, pp. 161-166

Il Monitore Tecnico, Il Velodromo Comunale "Vigorelli" di Milano, 1935, n.6, pp. 233-250

Negri R., Il Vigorelli tra passato e futuro, Milano 1984

Fossati M./ Vergani G., L'uomo a due ruote - Lo "Stradivari" della pista, Milano 1987

Boriani E./ Selvafolta O., Costruire in Lombardia 1880-1980, Impianti sportivi, parchi e giardini - Il velodromo Vigorelli: da 'pista magica' a impianto polifunzionale, Milano 1990, pp. 80-89

Marchi C., Impianti, Sport, Verde, La ristrutturazione del Velodromo Vigorelli di Milano, Milano 1998, n. 3, pp. 3-12

Conti B., C'era una volta la pista. Guido Messina racconta, Torino 2003

Foot J., Pedalare! La grande avventura del ciclismo italiano, Milano 2011

Pagani G., Cuore e bicicletta. I cento anni della S.C. Genova 1913, Milano 2013

Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, DL - Maspes Vigorelli, Milano 2013

Spinelli L., Territorio, Le cinque vite della "pista magica", Milano 2014, n. 69, pp. 77-85

Barbò S., Territorio, Un'imponente costruzione in legno: la pista del Vigorelli, Milano 2014, n.69, pp. 86-92

Di Franco A., Territorio, L'architettura come metafora: storia, contrasti e futuro del Velodromo Maspes-Vigorelli, Milano 2014, n.69, pp. 68-76

Fonti e Documenti

Decreto di tutela del Velodromo Maspes-Vigorelli

Credits

Compilazione: Di Genova, Ilaria (2015)

Descrizione e notizie storiche: Di Genova, Ilaria

Fotografie: Di Franco, Andrea

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