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Restauro e ampliamento di Palazzo Belgioioso
Milano (MI)

Indirizzo: Piazza Belgioioso 2 - Milano (MI) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni e uffici

Caratteri costruttivi:

  • strutture: travi e pilastri in cemento armato
  • facciata: intonaco (condominio interno)
  • coperture: piana a terrazza praticabile e non praticabile
  • serramenti: in legno

Cronologia:

  • progettazione: 1948 - 1955
  • esecuzione: 1948 - 1955
  • data di riferimento: 1948 - 1955

Committenza: Famiglia Brivio Sforza

Autori:

Uso:

  • (attuale) abitazione/ ufficio/ ristorante
  • (storico) abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

Prestigioso esempio di residenza nobiliare milanese di età neoclassica dell'architetto Giuseppe Piermarini, Palazzo Belgioioso viene colpito dai bombardamenti dell'agosto del 1943 che ne causano il crollo dell'ala rivolta verso il giardino, in corrispondenza del braccio di separazione tra la corte nobile e quella di servizio. La famiglia Brivio Sforza, proprietaria dell'immobile, affida allo studio milanese Minoletti-Chiodi la commessa per il restauro e l'ampliamento dell'edificio, a seguito di uno stanziamento pubblico ottenuto nel 1946. Il programma progettuale prevede, oltre al restauro del palazzo e alla restituzione dell'integrità architettonica delle corti, anche la realizzazione di un nuovo corpo edilizio - dalla rilevante volumetria - rivolto verso il giardino e destinato alla rendita. I progettisti, sin dalle prime ipotesi, dispongono il restauro delle parti danneggiate e la ricomposizione dell'ala crollata del palazzo; inoltre, dimostrando di voler rispettare l'integrità spaziale della città storica e la percezione dall'esterno dell'architettura preesistente, collocano il corpo nuovo nei pressi della torre altana, all'interno dell'isolato, come da prassi ricorrente negli interventi razionalisti di ricostruzione del centro storico tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Cinquanta. Per assecondare le necessità volumetriche, l'ampliamento viene dotato in pianta di un profilo aggettante rispetto al filo dell'edificio storico ed è inizialmente concepito come una vera e propria torre razionalista, svettante sulla corte nobile. A seguito delle indicazioni del Soprintendente Pacchioni, che ne auspicava un minor impatto visivo, il nuovo corpo viene riconfigurato in maniera da risultare scarsamente percepibile dalla corte e dotato di alcuni accorgimenti che lo integrano in maniera più organica al complesso piermariniano. Il progetto di Minoletti e Chiodi, nella versione realizzata, è frutto di un lungo iter di lavoro non privo di revisioni e controproposte. Si tratta di uno dei più interessanti interventi di matrice razionalista effettuati all'interno della città storica di Milano per la raffinatezza e l'eleganza di molte soluzioni, che mirano a integrare organicamente l'importante incremento volumetrico all'edificio preesistente. Senza rinunciare alla propria vocazione moderna, Minoletti e Chiodi cercano un costante dialogo con l'architettura piermariniana attraverso l'uso di cromie tenui, di superfici bugnate, di marcapiani, scuretti, proporzioni ed euritmie dotate di controllo e senso della misura. La straordinaria teoria delle logge rivolte verso il giardino costituisce uno dei vertici espressivi dell'intervento che si esalta, come spesso accade nei lavoro di Minoletti, attraverso il rapporto con l'elemento naturale. Il corpo basso, che conclude il giardino sul lato nord-ovest, attestandosi sul vicolo retrostante, è un ulteriore saggio della capacità compositiva dei progettisti nel disegno dei fronti: un ordine regolare di finestre "alla milanese" inserito in un impaginato moderno posto come sfondo al contesto naturale. Il progetto viene concluso nel 1955.

Notizie storiche

Palazzo Belgioioso, progettato e costruito da Giuseppe Piermarini tra il 1772 e il 1781 per il Principe Alberico XII di Belgioioso d'Este, è uno dei più importanti esiti architettonici della prima fase del neoclassicismo milanese. Concepito assieme alla piazza antistante, che esalta gli scorci prospettici dell'ampio fronte, il complesso costituisce un esempio unico di disegno urbano tardo settecentesco nel contesto della città di Milano. Il progetto di Minoletti e Chiodi, che ricompone l'unità architettonica del palazzo e lo restaura nelle parti interne aggiungendo una considerevole volumetria, è stato frutto di un lungo iter progettuale durato dal 1948 al 1955 in cui è possibile ricostruire per sommi capi il dialogo virtuoso operato con la Soprintendenza che, bocciato un primo progetto ritenuto eccessivamente e provocatoriamente moderno, ha fornito vincoli e indirizzi, poi intelligentemente sfruttati da Minoletti, per arrivare ad un risultato di maggior complessità e controllo. Esiste un'ulteriore versione progettuale, datata 1952, in cui il corpo nuovo era interamente rivestito in vetro, secondo un impaginato più vicino ai moderni curtain wall. L'ipotesi, poi scartata, è stata sostituita dalla composizione a logge sovrapposte sulla base di una indicazione del Soprintendente che chiedeva di ridurre a soli sette metri lo sporto in pianta del nuovo edificio rispetto al filo del corpo piermariniano. Minoletti, svuotando il corpo edilizio attraverso l'espediente della loggia, ottempera alle richieste della Soprintendenza e, nello stesso tempo, raggiunge un maggior equilibrio nella composizione architettonica del fronte.

Documentazione allegata

Fonti archivistiche

Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, Milano

Bibliografia

Ponti G., Architetti italiani. Minoletti, Milano 1959

Guidarini S./ Salvadeo P./ Zerilli M., Domus, Minoletti e Milano, Milano 1995

Triunveri E., Giulio Minoletti, 1910-1981. Inventario analitico dell'archivio, Mendrisio 2014

Sumi C./ Viati Navone A., Giulio Minoletti. Architetto, urbanista e designer, Mendrisio 2014

Credits

Compilatore: Sartori, Alessandro (2016)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea