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Restauro e trasformazione della Ca' Granda in Università degli Studi
Milano (MI)

Indirizzo: Via Festa del Perdono, 7 - Milano (MI) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; università

Caratteri costruttivi:

  • strutture: travi e pilastri in calcestruzzo armato; solai in calcestruzzo armato appesi a tiranti metallici; muratura portante in laterizio
  • facciata: laterizio, intonaco, terracotta decorativa, pietra d'Angera (elementi scultorei), Pietra di Viggiù (capitelli e riquadri), granito rosa di Baveno (colonne), granito bianco di Montorfano, marmo bastardo di Ornavasso, ceppo, serizzo, tessere di mosaico
  • coperture: a falde, con manto in laterizio
  • serramenti: in legno; in ferro

Cronologia:

  • progettazione: 1939 - 1985
  • esecuzione: 1946 - 1985
  • data di riferimento: 1939 - 1985

Committenza: Comune di Milano; Università degli Studi di Milano

Autori:

Uso:

  • (attuale) università
  • (storico) ospedale

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico non territoriale

Descrizione

Nel 1939 viene presentato il primo progetto per la trasformazione del grande edificio monumentale della Ca' Granda da Ospedale Maggiore a sede dell'Università degli Studi di Milano. L'architetto Ambrogio Annoni esegue un rilievo completo e un primo progetto di restauro per il Comune di Milano, che ha acquistato il complesso nel 1938. Gli estesi danneggiamenti causati dal secondo conflitto mondiale impongono una radicale revisione degli interventi previsti: i bombardamenti aerei demoliscono gran parte del fronte monumentale su via Sforza, un tratto di quello su via Festa del Perdono e il cortilone richiniano. La crociera sforzesca viene scoperchiata e il cortile quattrocentesco della "Ghiacciaia" raso al suolo insieme alla chiesa seicentesca dell'Annunciata; anche la crociera sul lato nord risulta seriamente danneggiata. I primi interventi dopo la guerra (1946-1949), coordinati dallo stesso Annoni, consistono nella raccolta e schedatura dei frammenti decorativi rinvenuti tra le macerie e nell'immediata ricostruzione della copertura della crociera sforzesca, con la sostituzione delle antiche travi in legno con travi in calcestruzzo armato. Nel 1949 il Collegio Tecnico dell'Università, composto da Ambrogio Annoni, Amerigo Belloni, Liliana Grassi e Piero Portaluppi, propone le linee guida per il progetto di restauro, scegliendo di mantenere l'impianto a crociera del Filarete. Dal 1949 al 1958 viene ricomposto per anastilosi tutto il cortile del Richini, con l'ausilio delle fotografie scattate prima della guerra. Su via Francesco Sforza i progettisti optano per una soluzione differente, non ritenendo culturalmente giustificabile la ricostruzione a causa della scarsità di resti materiali e documenti storici. Vengono realizzati due nuovi corpi di fabbrica con facciate disegnate da semplici portefinestre alte e strette: la prima, in corrispondenza del cortile della "Ghiacciaia", con rivestimento in laterizio, la seconda, fronte urbano della sala di lettura della biblioteca, in intonaco. Se il restauro dei quattro cortili sforzeschi - intrapreso a partire dal 1958 - avverrà secondo il principio della ricomposizione per anastilosi e della 'liberazione' dalle superfetazioni, nell'ala sinistra - realizzata tra il 1949 e il 1958 - prende forma un ambizioso progetto che introduce nel monumento storico una serie di corpi di fabbrica moderni, con l'Aula Magna costruita in uno dei cortili adiacenti alla facciata neoclassica. Viene mantenuto l'impianto storico della crociera, a cui si accede dalla galleria al centro del porticato sinistro del cortilone centrale; questo grande spazio a tutt'altezza, con una vetrata continua aperta sul cortiletto tardo seicentesco - l'unico dell'ala sinistra ad essere stato recuperato e restaurato - , disimpegna l'Aula Magna e conduce al sistema di scale all'incrocio dei bracci della crociera. Qui una sequenza di atri sovrapposti consentono l'accesso a tre grandi aule a gradoni con una capienza di trecento persone, ricavate negli altri tre bracci della croce. Al secondo e al terzo livello le sottili solette in calcestruzzo armato sono appese al tetto tramite tiranti continui in metallo, che danno all'insieme architettonico una straordinaria immagine di leggerezza. Le scale sono composte da una doppia trave a ginocchio che regge a sbalzo i blocchi in granito rosa di Baveno dei gradini, sagomati sui bordi per ottenere un profilo slanciato. I parapetti sono in cristallo temperato grigio. La raffinatezza dei dettagli architettonici, il sapiente accostamento dei materiali e l'uso della luce naturale come elemento essenziale della progettazione dello spazio rendono l'intervento uno dei più riusciti esempi di inserimento del moderno all'interno di un organismo storico. I fronti che delimitano i cortili sono caratterizzati da sequenze regolari di aperture con serramenti a filo facciata, grandi bow-windows e ampie superfici vetrate in corrispondenza delle scale, a stabilire una continuità spaziale tra interno ed esterno.

Notizie storiche

La Ca' Granda è, insieme al Duomo e al Castello, il più importante edificio monumentale della città; costruito a partire dal 1456 lungo un tratto del fossato (il Naviglio), riuniva in un unico sito tutti i piccoli luoghi di cura esistenti a Milano. Per la sua costruzione viene adottato lo straordinario progetto - un inedito impianto a due crociere, ciascuna inscritta in un quadrato, con un grande cortile al centro - ideato dal toscano Antonio Averlino detto il Filarete secondo un modello di Bernardo Rossellino, elaborato probabilmente con l'apporto teorico di Leon Battista Alberti. Lo schema è in seguito raffigurato dallo stesso Filarete nelle pagine del celebre "Trattato di Architettura" (1461-1464). La realizzazione della crociera sforzesca - con i quattro cortili a loggiati detti dei "Bagni", della "Farmacia", della "Ghiacciaia" e della "Legnaia" - è portata a termine dalle maestranze lombarde lungo tutta la seconda metà del XV secolo; l'aspetto architettonico e le forme decorative del primo nucleo costruito si devono per lo più a Guiniforte Solari e a Giovanni Antonio Amadeo: attraverso il lavoro di questi maestri di muro - soprattutto nella definizione dei fronti scanditi da archi e grandi bifore in terracotta - è possibile cogliere lo sviluppo di un'originale sintesi tra la tradizione tardogotica lombarda e quella classica rinascimentale. Il grande cortilone centrale - a due ordini di colonne e archi a tutto sesto, realizzato sulla base di disegni tardoquattrocenteschi - sarà edificato nel Seicento da Francesco Maria Richini. Lo stesso Richini, insieme a Fabio Mangone, completerà la parte centrale del prospetto su via Festa del Perdono con una facciata progettata in stile, utilizzando bifore archiacute in cotto in conformità alla fabbrica quattrocentesca, ma inserendovi il grande portale d'ingresso di forme seicentesche. La seconda crociera, nell'ala nord, è realizzata durante il XVII secolo e viene racchiusa sui tre lati perimetrali tra il 1797 e il 1804 su progetto di Pietro Castelli, in virtù del lascito testamentario del notaio Giuseppe Macchi. Quando nel 1939 l'Ospedale viene trasferito nei nuovi padiglioni di Niguarda, il manufatto architettonico della Ca' Granda era in gran parte compromesso da aggiunte e manomissioni che ne avevano snaturato l'immagine architettonica: quasi tutte le arcate dei cortili erano state chiuse, così come i grandi loggiati ad archi al piano inferiore della facciata principale; lo spazio delle crociere era stato saturato con sopralzi e volumi provvisori e gli stessi cortili erano occupati da ingombranti costruzioni sorte senza alcuna regola. La paziente opera storico-critica di restauro e di ricostruzione condotto dal gruppo di lavoro costituitosi attorno a Liliana Grassi a partire dal dopoguerra ha messo in evidenza la chiarezza dell'impianto quattrocentesco, liberandolo dalle incongrue superfetazioni che, fino al 1943, avevano reso pressoché illeggibile l'impianto originario, restituendolo nella sua integrità culturale e materiale come nuova sede delle Facoltà di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano. Nel 1958 la nuova sede universitaria viene ufficialmente inaugurata e a partire da quella data iniziano i lavori di restauro dei quattro cortili sforzeschi, condotti da Liliana Grassi, Piero Portaluppi (fino al 1967, data della sua morte) e Amerigo Belloni. Tra il 1961 e il 1966 vengono restaurati i cortili della "Ghiacciaia" e della "Legnaia"; tra il 1967 e il 1969 quello della "Farmacia". Tra il 1970 e il 1985 sono completati i lavori con i restauri del cortile dei "Bagni" e della grande crociera sforzesca, oggi biblioteca dell'Università.

Documentazione allegata

Fonti archivistiche

Fondo Liliana Grassi. Politecnico di Milano, Area Servizi Bibliotecari di Ateneo, Archivi Storici - scheda fondo vedi »

Fondo Piero Portaluppi. Fondazione Piero Portaluppi, Milano - sito vedi »

Fondo Piero Portaluppi. Fondazione Piero Portaluppi, Milano - scheda fondo vedi »

Bibliografia

Grassi, L., La Ca' Granda: storia e restauro, Milano 1958

Grassi, L., Arte Lombarda, Aspetti nuovi dell'antico Ospedale Maggiore sistemato ad uso dell'Università di Milano, Milano 1958, n. 1, 1955, pp. 137-138

Grassi, L., Lo 'spedale di poveri' del Filarete: storia e restauro, Milano 1972

La Ca' Granda: cinque secoli di storia e d'arte dell'Ospedale Maggiore di Milano: Milano, Palazzo Reale marzo-agosto 1981, Milano 1981

Boriani M./ Morandi C./ Rossari A., Milano contemporanea, itinerari di architettura e urbanistica, Milano 1986, pp. 197-198

Patetta L., L'architettura del Quattrocento a Milano, Milano 1987

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Rephisti F., Lotus international, Liliana Grassi e la Ca' Granda, 2010, n. 144, pp. 116-122

Neri G, Lotus international, L'antico e il Moderno: texture alla Ca' Granda, 2010, n. 144, pp. 123-125

Credits

Compilatore: Suriano, Stefano (2016)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea