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Centro San Babila
Milano (MI)

Indirizzo: Galleria Passarella 1 - Milano (MI) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni e negozi

Caratteri costruttivi:

  • strutture: travi e pilastri in cemento armato
  • facciata: lastre di granito
  • coperture: piana praticabile adibita a terrazzo
  • serramenti: metallici (sostituiti)

Cronologia:

  • progettazione: 1954 - 1957
  • esecuzione: 1954 - 1957
  • data di riferimento: 1954 - 1957

Committenza: Generale Immobiliare

Autori:

Uso: abitazione/ negozio/ ufficio

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

Il progetto per un edificio polifunzionale in piazza San Babila si inserisce in una sequenza di diversi interventi che Luigi Mattioni sviluppa durante gli anni Cinquanta in rilevanti tratti del centro storico di Milano: tra il 1953 e il 1958, in pochi anni, l'architetto milanese costruisce, oltre al Centro San Babila, l'edificio in via Larga 31 e via Chiaravalle 2, il Palazzo Omsa in piazza Cavour e il più noto Centro Diaz a pochi passi da piazza del Duomo. Si tratta di interventi di notevole importanza dal punto di vista urbano, accomunati dai medesimi elementi formali e funzionali, dove Mattioni sperimenta procedimenti costruttivi e di cantiere innovativi, come ad esempio l'utilizzo delle lastre marmoree di rivestimento come casseri per il getto dei cementi armati. Il Centro San Babila si attesta sull'omonima piazza a cavallo tra corso Vittorio Emanuele II e la nuova via oggi corrispondente a corso Europa, il primo tratto della cosiddetta "Racchetta", l'arteria ad alto scorrimento che avrebbe dovuto - nelle intenzioni del piano regolatore - smistare il traffico verso il centro città agevolando la mobilità veicolare. L'edificio che Mattioni progetta tra il 1954 e il 1957, confermando l'impianto volumetrico previsto dal Piano Particolareggiato comunale, occupa interamente il lotto a disposizione, di forma approssimativamente triangolare, attestandosi su piazza San Babila con il suo vertice nord. Il corpo edilizio è compatto, interamente rivestito in marmo, con la fitta sequenza di aperture regolari sui tre fronti evidenziate da un sapiente stacco materico e volumetrico; in corrispondenza dell'ultimo tratto del fronte su corso Europa viene previsto l'unica differenza di quota, un abbassamento di due piani utile a raccordare l'edificio alla diversa altezza prevista per il fabbricato limitrofo. A livello terra, viene confermato il percorso porticato che si sviluppa lungo tutto corso Vittorio Emanuele II, svoltando verso corso Europa: un "passage" commerciale - l'attuale Galleria Passarella - illuminato con luce naturale proveniente da una scenografica copertura vetrata, consente di traguardare l'isolato sul lato interno dell'edificio e di accedere all'atrio d'ingresso. In questo punto, secondo il programma funzionale originario di progetto, ci si poteva immettere in un'ampia galleria sotterranea con negozi e caffè. Ai piani superiori tre vani scala e ascensore distribuiscono gli appartamenti signorili, dotati, come da prassi per l'epoca, di doppi ingressi indipendenti, padronale e di servizio. Per nobilitare il tratto di fronte su piazza San Babila, viene collocata, su suggerimento dello stesso Mattioni, l'opera scultorea in bassorilievo dell'artista Romano Rui.

Notizie storiche

Nel 1926 il Comune di Milano, assecondando le istanze di crescita e di rinnovamento urbano promosse dal governo fascista, bandisce un concorso per la realizzazione di un nuovo Piano Regolatore della città. A vincere la competizione è il progetto presentato dagli architetti Piero Portaluppi e Marco Semenza, dal titolo "Milano com'è ora, come sarà". Al secondo posto viene premiato il piano presentato dal "Club degli Urbanisti" - del quale facevano parte Alberto Alpago Novello, Tomaso Buzzi, Ottavio Cabiati, Giuseppe de Finetti Guido Ferrazza, Ambrogio Gadola, Emilio Lancia, Michele Marelli, Alessandro Minali, Giovanni Muzio, Piero Palumbo, Gio Ponti e Ferdinando Reggiori - dal titolo "Forma urbis Mediolani". In quest'ultimo progetto compare per la prima volta l'idea di una particolare "strada semianulare interna": si tratta di un'arteria che, penetrando in città in corrispondenza dell'attuale corso Venezia, lambisce il centro storico e svolta di centottanta gradi per fuoriuscirne di nuovo, passando da largo Cairoli, nei pressi di piazza della Repubblica. La strada, nelle idee dei progettisti, avrebbe dovuto facilitare, attraverso una serie di sventramenti di antichi isolati, l'accesso veicolare alle aree più centrali, rispondendo alle nuove esigenze di ammodernamento funzionale e di mobilità. In virtù della sua peculiare forma planimetrica, la grande strada viene nominata "racchetta". Successivamente, l'idea viene precisata nel piano regolatore del 1934, sotto la direzione dell'ingegner Cesare Albertini, ed ulteriormente sviluppata in un progetto esecutivo negli anni prima della guerra. La costruzione vera e propria della Racchetta verrà avviata negli anni Quaranta, trovando conferma nelle previsioni sia del Piano di Ricostruzione del 1946, sia del Piano Regolatore del 1953, quando però il contesto storico-urbanistico della città risulterà - inevitabilmente - ampiamente mutato: ne verrà pertanto realizzato il solo tratto da piazza San Babila sino a piazza Missori attraverso corso Europa e le vie Larga e Albricci, interrompendosi nei pressi del complesso monumentale di Sant'Alessandro. Il Centro San Babila di Luigi Mattioni si colloca proprio nel tratto iniziale del percorso più interno della Racchetta ed è legato, come molti altri importanti episodi del moderno, proprio al vasto programma di sventramenti propedeutici alla realizzazione di questa nuova arteria stradale. Sempre sullo stesso tracciato e negli stessi anni, Mattioni realizzerà il pregevole edificio di via Larga 31 e via Chiaravalle 2, che presenta i medesimi principi formali del Centro San Babila, dal quale si distingue tuttavia per una maggior cura dell'impianto urbano e nella definizione volumetrica, probabilmente dovuta alla più ampia libertà concessa al progettista dalle prescrizioni del Comune di Milano.

Opere d'arte

  • pannello decorativo (facciata su piazza San Babila)

Documentazione allegata

Fonti archivistiche

Archivio Luigi Mattioni, Milano - scheda fondo vedi »

Fondo Sommariva, Biblioteca Nazionale Braidense, Milano - sito vedi »

Bibliografia

Alfonsi G./ Zucconi G. (a cura di), Luigi Mattioni. Architetto della ricostruzione, Milano 1985, pp. 68-71

Credits

Compilatore: Sartori, Alessandro (2017)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea