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Ex-filiale Banca Popolare di Milano
Milano (MI)

Indirizzo: Via Sant'Eustorgio 2 - Milano (MI) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni e uffici

Caratteri costruttivi:

  • strutture: travi e pilastri in cemento armato
  • facciata: ceppo d'Adda; intonaco Terranova lamato (condominio interno)
  • coperture: piana in cemento armato a terrazza praticabile
  • serramenti: in alluminio anodizzato a saliscendi prescelti con pareti vetrate a vetri lucidi e vetri retinati

Cronologia:

  • progettazione: 1954 - 1959
  • esecuzione: 1954 - 1959
  • data di riferimento: 1954 - 1959

Committenza: Banca Popolare di Milano

Autori:

Uso:

  • (attuale) piani superiori: ricettivo; piano terra: commerciale
  • (storico) piani superiori: abitazione; piano terra: ufficio/ terziario

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

Il complesso edilizio occupa un piccolo ma strategico lotto di 232 mq di superficie in posizione angolare tra corso di Porta Ticinese, piazza Sant'Eustorgio e piazza XXIV Maggio. Nonostante la collocazione nel tessuto storico consolidato Zavanella persegue senza tentennamenti la definizione della nuova immagine della Banca Popolare di Milano. L'istituto milanese chiede espressamente all'architetto di materializzare un ideale di banca dinamica, "leggera" e "trasparente", in una parola: "moderna". Per concretizzare questa richiesta Zavanella concepisce la nuova sede della BPM come un edificio che si inserisce nelle quinte edilizie esistenti in quanto elemento di rottura - percettiva, estetica e materica - ma che, allo stesso tempo, è rispettoso negli allineamenti, nelle altezze e nella definizione morfo-tipologica del volume. Il problema principale era costituito dalle dimensioni ridotte e dallo sviluppo planimetrico irregolare del lotto. Zavanella rinuncia fin da subito a ricavare un cavedio interno che avrebbe eroso inutilmente ulteriore spazio in pianta, arrivando di contro a concepire una soluzione planimetrica "chiusa", nella quale l'unico spazio sottratto allo sfruttamento abitabile è quello del vano scala. Zavanella ovvia al fabbisogno di aria e luce naturali delle residenze collocate ai piani superiori prevedendo ampie finestrature. L'impianto distributivo prevede quindi gli spazi di servizio (bagni e cucine) disposti lungo i fronti dell'edificio, "ottenendo ugualmente una efficiente e funzionale soluzione distributiva di pianta senza pregiudizio delle facciate che anzi si sono avvantaggiate in perfezione dando lo spunto a soluzioni di un certo interesse." (dalla Relazione di progetto, CSAC, Parma). La struttura portante è costituita da una maglia irregolare di travi e pilastri in cemento armato. I solai sono in laterocemento. Al piano terra gli elementi in c.a. sono arretrati in modo da ottenere una struttura perimetrale a sbalzo che ai piani superiori consente "la più larga elasticità di composizione in armonia con le esigenze distributive dei locali di abitazione" (ibidem). La funzione statica dei pilastri in c.a. - la cui sezione resistente è ridotta al minimo ingombro - viene integrata da Zavanella con quella di raccolta degli scarichi dei servizi, delle acque piovane e "delle immondizie create ai piani" (ibidem). Alla mancanza di cortile interno l'architetto ovvia con un sistema di logge tutte rivolte all'esterno, creando irregolari quanto interessanti spazi di "compressione" e rottura del volume prismatico irregolare. In particolare la loggia di forma triangolare viene studiata da Zavanella in modo da aumentare la superficie di affaccio verso piazza Sant'Eustorgio. Le piante sono articolate su un modulo di 43,9 cm che si sviluppa con coerenza sui tre fronti dell'edificio e il cui reticolo forma la base di un altro reticolo a maglie più grandi formate da parti di cinque moduli, ciascuna delle quali di 2,195 m. Il modulo così individuato da Zavanella "dopo innumerevoli tentativi" è quello che - per l'architetto - consente più di tutti "un rigoroso e calibrato sfruttamento degli spazi" e, di conseguenza, una perfetta adesione "alle soluzioni di pianta" mentre, a loro volta, le facciate si sviluppano in una "composizione armoniosa" (ibidem). Aldilà di queste soluzioni tipologiche e tecnico-costruttive dell'impianto planimetrico, che ribadiscono comunque una concezione "moderna" e razionalista dell'edificio e della poetica zavanelliana con chiari rimandi ai noti "5 punti" di Le Corbusier (facciata e pianta libera, arretramento e indipendenza della struttura solo per citare i più evidenti), l'edificio di piazza Sant'Eustorgio risulta interessante soprattutto per il linguaggio, i materiali e la composizione che l'architetto decide di utilizzare per le facciate in rapporto al contesto in cui l'edificio è inserito.

Notizie storiche

L'edificio di Piazza Sant'Eustorgio rientra nell'ambizioso piano di espansione e radicalizzazione capillare che la BPM andava attuando sul territorio milanese e lombardo dalla fine degli anni Cinquanta. Per attuare un piano di tale ampio respiro l'istituto di credito milanese - vero e proprio simbolo di quel terziario emergente del tessuto economico italiano che si stava strutturando secondo rinnovate logiche finanziarie - si avvale dell'opera dell'architetto Renzo Zavanella. La strategia di BPM prevede da un lato l'ammodernamento delle sedi esistenti dall'altro aprire nuovi filiali affittando spazi in edifici già esistenti collocati in posizioni urbane strategiche. In alcuni casi - come nell'edificio in oggetto - la BPM prevede tout-court nuovi edifici, simboli dell'immagine moderna della banca. Il sodalizio tra BPM e Zavanella si snoda in quasi tre lustri di intensa attività di collaborazione, lungo la quale l'architetto mantovano ha l'occasione di creare una vera e propria "immagine coordinata", esempio ante-litteram di corporate image aziendale. Per l'istituto di credito milanese Zavanella progetta schemi di lay-out distributivi da replicare - con pochissime varianti - in tutte le nuove banche: mobili-tipo da riprodurre in serie (esposti anche alla Triennale di Milano del 1954); corpi illuminanti e sistemi illuminotecnici; grafica coordinata e tipografica della denominazione per arrivare finanche a disegnare una linea di divise per i dipendenti. Un approccio quindi a tutto tondo che materializza l'ideale "dal cucchiaio alla città" e di cui l'edificio di piazza Sant'Eustorgio costituisce uno degli esempi più brillanti e significativi, vera e propria materializzazione della teorizzata "opera d'arte totale". Se si analizza il volume non si può non notare la tripartizione basamento-corpo-coronamento, derivazione dell'interpretazione moderna dell'edificio classico (basti pensare, tra i tanti riferimenti, alla famosa Glass-House di Philip Johnson), e il diverso trattamento dei tre elementi chiaramente riconoscibili nella loro autonomia. Ulteriore limpido rimando all'avanguardia architettonica degli anni Cinquanta è costituito da una scansione modulare di facciata attraverso l'utilizzo di profilati di acciaio di produzione industriale standardizzata (che proprio in quegli anni si andavano affermando anche per la loro espressione poetica) e dal sistema di tamponamento d'angolo, entrambi chiari riferimenti alle coeve opere di Mies Van der Rohe all'IIT di Chicago. Lo "stacco" del basamento è ulteriormente ribadito dal dettaglio dei montanti "IPE" che vengono interrotti prima di raggiungere il piano del marciapiede. Assai originale è anche il trattamento a "curtain-wall" - tradizionalmente dedicato ad ambienti a ufficio - che Zavanella sceglie per il "corpo" dell'edificio destinato alle residenze. Anche in questo caso l'architetto adotta una soluzione tecnologicamente ed esteticamente inusuale privilegiando il comfort del fruitore ultimo dell'architettura. Tema questo che è la cifra fondante della sua opera. Ultimo e per certi versi decisivo elemento dell'edificio è costituito dal coronamento, che Zavanella concepisce alla stregua di una grande lama di cemento armato staccata dal corpo sottostante e sbalzata rispetto al profilo del volume, facendo leggere in questo modo ancora più chiaramente la tripartizione "classica" del volume e sottolineandone al contempo la "leggerezza" complessiva della composizione.

Fonti archivistiche

Fondo Renzo Zavanella. Università degli studi di Parma. Centro studi archivio comunicazione - CSAC - scheda fondo vedi »

Bibliografia

Domus, Salone di Banca a Milano, Milano 1955, n. 304, marzo

Vitrum, Un'agenzia bancaria tipo, Milano 1955, n. 67, maggio

Domus, Una scala della Banca Popolare di Milano, Milano 1959, n. 351, febbraio

Veronesi G., L'Architecture d'Aujourd'hui, Banque Populaire de Milan. Architecte Renzo Zavanella, Milano 1961, n. 93, dicembre 1960

Veronesi G., Zodiac, Renzo Zavanella, Milano 1962, n. 10, giugno

Ottagono, Renzo Zavanella. Le inquietudini della razionalità, Ottagono, Banque Populaire de Milan. Architecte Renzo Zavanella, Milano 1987, n. 85, giugno, pp. 64-74

Credits

Compilatore: Allegri, Davide (2017)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea