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Complesso residenziale quartiere Piave
Brescia (BS)

Indirizzo: Via fratelli Lechi 15-19 - Brescia (BS) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni

Caratteri costruttivi:

  • strutture: telaio in cemento armato
  • facciata: pietra di Botticino; klinker e intonaco
  • coperture: a falde
  • serramenti: in legno verniciato

Cronologia:

  • progettazione: 1961
  • esecuzione: 1962 - 1964
  • data di riferimento: 1961 - 1964

Autori:

Uso: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

Il progetto del quartiere è firmato dall'architetto Antonio Cassi Ramelli, che riuscì a realizzarlo dopo un difficile accordo con la Sovrintendenza, che gli obiettava il vincolo paesaggistico sull'area oggetto del progetto. Nel lotto di 5.000 mq furono edificati sette edifici per un totale di 83 alloggi, negozi e garage sotterranei. Gli edifici sono di diverse altezze (quattro e cinque piani) e orientamento, in modo da creare una quinta dinamica su via Lechi. I prospetti, con i volumi delle logge con arco ribassato per i balconi, hanno un alto basamento in marmo di Botticino, e si contraddistinguono per l'uso dei diversi rivestimenti (klinker e intonaco) in differenti colori: turchese, ocra, rosso cupo, rosso fiammato, grigio, verde pisello e rosa chiaro. Le piante tipo si sviluppano attorno ai collegamenti verticali, con tre appartamenti per piano.

Notizie storiche

L'intervento fu finanziato dalla Banca Popolare di Novara, che indicò come progettista Cassi Ramelli. Il progetto ebbe un iter difficile, per i vincoli posti dalla Sovrintendenza; la licenza edilizia fu concessa nel 1962 e i lavori si conclusero due anni dopo. Antonio Cassi Ramelli (1905-1980) nel 1928 inizia una intensa attività di progettazione che, nel Dopoguerra, lo vedrà impegnato nel boom economico ed edilizio milanese. Il suo linguaggio creativo si ispira a una sorta di "modernità moderata" ricca di contaminazioni e non estranea a riferimenti classicistici. Accanto ai progetti e alle realizzazioni edilizie, si dedica anche al design di mobili e all'allestimento di interni, alla pittura, all'attività di critico e studioso ed entra nel Consiglio degli architetti. Candidato preside alla Facoltà di Architettura di Milano nel 1963, è contestato dagli studenti che gli rimproverano il progetto troppo "conservatore" della Snia Viscosa e, amareggiato dalle polemiche e dal clima, si dimette dal suo ruolo universitario nel 1964, ma continua l'intensa attività professionale, di saggista e conferenziere.

Documentazione allegata

Fonti archivistiche

Fondo Antonio Cassi Ramelli. Associazione Cassi Ramelli, Milano - scheda fondo vedi »

Bibliografia

Susani E. (a cura di), Antonio Cassi Ramelli: l'eclettismo della ragione, Milano 2005, p. 293

Credits

Compilatore: Premoli, Fulvia (2014); Servi, Maria Beatrice (2014)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio