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Casa Verga
Lecco (LC)

Indirizzo: Via Mentana - Castello, Lecco (LC) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; villa

Caratteri costruttivi:

  • strutture: muratura portante
  • facciata: intonaco
  • coperture: lastre sottili di pietra
  • serramenti: in legno

Cronologia:

  • esecuzione: 1956
  • data di riferimento: 1956

Autori:

Uso: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

Nei suoi numerosi progetti Mino Fiocchi esercita una "sapiente modestia" come in questo che, sebbene non appaia tra i suoi più significativi, richiede tuttavia di essere interpretato scoprendone la complessità dietro un'apparenza a prima vista semplice, ma che è in realtà il risultato di un processo di affinamento e decantazione governato dal "principio di rigore e ordine". La casa sorge nel quartiere lecchese del Castello, situato a poche centinaia di metri dal centro urbano (e luogo di un castello distrutto da Matteo Visconti). Si articola in un volume a pianta quadrata, con copertura a padiglione, caratterizzato da un salone centrale passante, luogo di convergenza dei diversi ambienti e di distribuzione dalla zona giorno al giardino e alla zona notte. Il fronte su strada presenta due livelli: quello inferiore destinato a rimessa e deposito e quello superiore verso il giardino, dove si dispiega l'appartamento su un solo piano. Il giardino stesso è improntato a un disegno estremamente pulito ed essenziale, con il grande prato che si allunga davanti alla casa e la macchia alberata che cinge l'area proteggendola dagli sguardi estranei. Non solo si rilegge, in questo progetto, la "lezione" del palazzo veneziano acquisita dall'autore negli anni della sua permanenza in Veneto, durante la Prima Guerra Mondiale, ma anche quella settecentesca delle dimore nobili lombarde.

Notizie storiche

Quinto di otto figli di una famiglia di imprenditori attivi in un'importante industria con sede in Lecco, Mino Fiocchi lavora sostanzialmente in Lombardia, tra il territorio urbano milanese e quello prealpino e alpino del lecchese, infondendo nelle proprie opere quella continuità con la tradizione classica che aveva condiviso con Ponti, Muzio e Lancia nel gruppo S. Orsola, cui aveva aderito subito dopo la laurea conseguita nel 1919 al ritorno dal fronte. L'esperienza bellica nel Veneto aveva infatti dato, a lui insieme ad altri giovani architetti, l'opportunità di meditare da vicino sulle opere del Palladio e di trarne un'impronta decisiva per il proprio fare artistico. Nonostante questa appartenenza culturale, Fiocchi tuttavia lavora generalmente da solo; l'unica esperienza progettuale in collaborazione è quella per la Triennale del 1933 (con gli amici Lancia, Marelli e Serafini) dove abbandona gli schemi classici per cimentarsi con un linguaggio decisamente moderno. Data la collocazione sociale, spesso suoi committenti sono o parenti o amici, e dunque all'impegno nella residenza borghese si affianca la costruzione degli impianti produttivi e dei quartieri abitativi per i lavoratori dell'azienda di famiglia.

Bibliografia

Bianchi B./ Furlani Marchi M.G./ Gambirasio G.jr./ Mantero E./ Rigoli G., Mino Fiocchi architetto, Lecco 1986, pp. 85-86

Credits

Compilatore: Premoli, Fulvia (2014); Servi, Maria Beatrice (2014)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio