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Case per operai della Ditta Fiocchi
Lecco (LC)

Indirizzo: Via del Roccolo - Belledo, Lecco (LC) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni

Caratteri costruttivi:

  • strutture: elementi verticali realizzati presumibilmente in cls al piano interrato, in laterizio ai piani terra e primo. I tavolati interni sono in blocchi forati di laterizio. Gli elementi portanti orizzontali sono presumibilmente in ferro - latero cemento
  • facciata: le facciate originarie di progetto sono intonacate e dipinte a fasce bicolori alternate da porzioni monocrome, la variazione denota la tipologia distributiva degli appartamenti
  • coperture: a padiglione, con struttura in legno (larice e abete), con manto in tegole marsigliesi
  • serramenti: finestre a due battenti, in legno verniciato di bianco con persiane in legno color verde-bottiglia. Portoncino in legno, a due battenti, di colore verde bottiglia all'esterno e bianco all'interno. Cancelli in ferro verniciato verde-bottiglia

Cronologia:

  • progettazione: 1949
  • data di riferimento: 1949

Autori:

Uso: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

A Lecco-Belledo, Mino Fiocchi realizza il suo secondo intervento di residenze operaie, con un nuovo approccio rispetto all'esperienza di Pescarenico, di molto antecedente (1928). Si tratta di due lunghi edifici paralleli che, collegati da corpi trasversali, vengono a comporre una corte allungata, il cui asse principale ha come sfondo la misurata monumentalità di due archi di accesso. Una grande aiuola longitudinale conferisce alla corte il carattere di piazza interna. I tipi edilizi, a schiera con alloggi in duplex, hanno soggiorno, cucina e locale lavanderia al piano terra e due/tre camere da letto al primo piano; sono dotati di seminterrato e di un piccolo appezzamento individuale di terreno, destinato a verde/orto o giardino: un assetto distributivo molto diffuso e ricorrente nell'edilizia medio-bassa in Europa e che testimonia di una cultura progettuale non provinciale dell'architetto. Egli tuttavia conferisce alla sua opera una "nobiltà" fatta di dettagli semplici ma efficaci, tra cui spicca il trattamento cromatico delle facciate, dipinte a fasce amaranto e bianche alternate a superfici in tinta unita (amaranto), con una composizione atta a interrompere la monotonia delle lunghe stecche edificate. Dispiace notare che, nel rifacimento delle pitture, la decorazione a fasce sia stata semplificata riducendone il numero e dunque aumentandone la dimensione, con un effetto visivo del tutto lontano dall'evocazione originaria, che si ispirava "forse ai muri dipinti che in Liguria simulano sulle facciate dei palazzi le bande alternate a tarsia di marmo, o nella stessa Lombardia imitano l'alternarsi di corsi di pietra chiara e mattoni" [D.Banaudi]: una colta sintesi grafica che radica ulteriormente l'opera di Fiocchi in una tradizione indipendente dal Moderno.

Notizie storiche

Quinto di otto figli di un'importante industria con sede in Lecco, Mino Fiocchi lavora sostanzialmente in Lombardia, tra il territorio urbano milanese e quello prealpino e alpino del lecchese, infondendo nelle proprie opere quella continuità con la tradizione classica che aveva condiviso con Ponti, Muzio e Lancia nel gruppo S. Orsola, cui aveva aderito subito dopo la laurea conseguita nel 1919 al ritorno dal fronte. L'esperienza bellica nel Veneto aveva infatti dato, a lui insieme ad altri giovani architetti, l'opportunità di meditare da vicino sulle opere del Palladio e di trarne un'impronta decisiva per il proprio fare artistico. Nonostante questa appartenenza culturale, Fiocchi tuttavia lavora generalmente da solo; l'unica esperienza progettuale in collaborazione è quella per la Triennale del 1933 (con gli amici Lancia, Marelli e Serafini) dove abbandona gli schemi classici per cimentarsi con un linguaggio decisamente moderno. Data la collocazione sociale, spesso suoi committenti sono o parenti o amici, e dunque all'impegno nella residenza borghese si affianca la costruzione degli impianti produttivi e dei quartieri abitativi per i lavoratori dell'azienda di famiglia.

Fonti archivistiche

Fondo Mino Fiocchi. Comune di Lecco, Musei Civici - scheda fondo vedi »

Bibliografia

Bianchi B./ Furlani Marchi M.G./ Gambirasio G.jr./ Mantero E./ Rigoli G., Mino Fiocchi architetto, Lecco 1986, pag. 99

Grandi M./ Moia I. (a cura di), Lecco: l'ambiente fisico, la città, i borghi, scheda 7.2 - Belledo, Lecco 2002, pag. 176

Fiorese G./ Grandi M. (a cura di), Lecco, materiali di cultura insediativa, Lecco 2005, scheda 4. 3

Credits

Compilatore: Premoli, Fulvia (2015)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio