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Case IACP in via San Fereolo
Lodi (LO)

Indirizzo: Via San Fereolo 40 - Lodi (LO) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni

Caratteri costruttivi:

  • strutture: cemento armato
  • facciata: interamente rivestita con intonaco di graniglia
  • coperture: piana in cemento bitumato
  • serramenti: in legno

Cronologia:

  • progettazione: 1972
  • completamento: 1976
  • data di riferimento: 1972

Autori:

Uso: abitazione

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Descrizione

Nella temperie culturale dei "quartieri autosufficienti" nasce il complesso residenziale di via San Fereolo, ubicato su di un vasto lotto e isolato dal restante contesto attraverso una recinzione; al suo interno vengono riproposti i caratteri viabilistici della città ridotta alla piccola scala: tracciati pedonali e automobilistici riservati ai residenti. Così garage e percorsi viari tagliano l'intero lotto senza interferire con la sistemazione dell'area verde piantumata a cespugli ed alberi ad alto fusto. Il complesso è formato da tre edifici a torre compatti e squadrati, collegati ad angolo retto a due stecche porticate. Queste ultime presentano un solo piano fuori terra che funge da collegamento visivo tra le torri: ospitano alloggi al piano rialzato e box e un portico di raccordo al piano seminterrato. Al di sopra del loro livello le torri, che sono i perni della composizione planimetrica, si impongono con la loro mole massiccia a segnarne il punto di incontro; ogni "unità" è quindi costituita da un elemento verticale, alto otto piani, e da due elementi orizzontali. Gli appartamenti sono destinati ad un'utenza di limitate possibilità economiche e la dimensione degli alloggi è piuttosto ridotta: nei corpi bassi sono collocati in prevalenza monolocali, ma anche alcuni alloggi di circa 70 mq; nel punto di intersezione delle braccia con le torri si trovano i servizi comuni, quali deposito carrozzine, sala gioco per i bambini, sala riunioni per gli inquilini. Il piano-tipo delle torri, invece, ospita i tagli di maggiori dimensioni, da circa 50 mq a circa 90 mq; i corpi scala sono posizionati in facciata, mentre nel cuore dell'edificio sono posti gli ascensori. I balconi, ricavati all'interno della scatola muraria, sono distribuiti sui due lati opposti e orientati verso nord-ovest e sud-est; essi creano un forte effetto di contrasto tra pieno e vuoto della struttura.

Notizie storiche

Negli anni Settanta i nuovi quartieri sono concepiti come microcittà complete in se stesse, in base ad una programmazione degli interventi pubblici che prevede anche l'accrescimento della dotazione di servizi e spazi verdi. Tali insediamenti vengono normalmente situati ai margini delle aree metropolitane saturando le rimanenti zone agricole; spesso sono costituiti da strutture di grandi dimensioni e forte impatto visivo che esaltano il tema della residenza, mentre il taglio degli alloggi all'interno viene vistosamente ridotto. Chiaramente esemplificativa di questa tendenza è per esempio, a Milano, l'edificazione del Gallaratese II (1967-1972) di Carlo Aymonino dove trova spazio la famosa unità abitativa Monte Amiata di Aldo Rossi. Una concezione anche erede della tradizione moderna, che vede nella separazione dei percorsi veicolari da quelli pedonali una soluzione ai problemi di vivibilità urbana (nel solco progettuale di Le Corbusier): i percorsi pedonali privati attraversano un ampio giardino sopraelevato rispetto al piano campagna, mentre una rampa conduce ai box auto seminterrati o completamente interrati sotto gli edifici.

Fonti archivistiche

Archivio Storico Aler di Lodi

Bibliografia

Premoli E. (a cura di), Aler di Lodi. Una storia di edilizia popolare, Lodi 2001

Feraboli M.T., La casa popolare in Lombardia 1903-2003, Lodi. Case in via San Fereolo (1972-76), Milano 2004, pp. 282-283

Credits

Compilatore: Feraboli, Maria Teresa (2015); Premoli, Fulvia (2015)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio