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Casa Dubini
Lecco (LC)

Indirizzo: Via Santo Stefano 19 - Lecco (LC) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; villa

Caratteri costruttivi:

  • strutture: cemento armato; muratura portante
  • facciata: intonaco in tinta unita e a fasce orizzontali
  • coperture: a due falde, con manto in tegole di laterizio
  • serramenti: in legno; verniciati di verde

Cronologia:

  • progettazione: 1948
  • data di riferimento: 1948

Autori:

Uso: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

La casa sorge su un rilievo con vista lago, di importanza storica per Lecco: la collina di Santo Stefano, dove i persistenti resti altomedievali sono il primo documento certo della città. La posizione panoramica e la geomorfologia dell'area paiono avere suggerito la disposizione planimetrica, che asseconda le curve di livello, si inarca verso il lago e cura una permeabilità visiva tra i due versanti del rilievo, attraverso il corpo centrale, al piano terreno passante, al piano superiore aperto in un loggiato ad archi e colonne verso il lago e in una veranda con struttura lignea verso l'entrata della proprietà. Il volume, pure essendo un corpo unico, è articolato e lavorato in modo da apparire composito, quasi a identificare le differenti forme di fruizione dello spazio domestico, verosimilmente abitato da diversi nuclei della stessa famiglia nonché dalla "servitù". Come visibile nelle piante dei due piani di cui consta, la dimora è composta da diversi appartamenti di tagli differenti, ma prevede anche una aggregabilità flessibile dei locali. Anche il trattamento delle facciate, dove l'intonaco a tinta unita, prevalente, cede il passo alle fasce bianche e gialle dell'ala sud, concorre a rafforzare il carattere non omogeneo del volume edilizio. Il linguaggio adottato conferisce alla casa un aspetto semplice e sobrio, con l'impiego di pochi riferimenti stilistici, pure senza rinunciare a episodi che impreziosiscono la composizione, come il bay-window che si protende dall'ala nord.

Notizie storiche

Quinto di otto figli di un'importante famiglia di industriali con sede in Lecco, Mino Fiocchi lavora sostanzialmente in Lombardia, tra il territorio urbano milanese e quello prealpino e alpino del lecchese, infondendo nelle proprie opere quella continuità con la tradizione classica che aveva condiviso con Ponti, Muzio e Lancia nel gruppo S. Orsola, cui aveva aderito subito dopo la laurea conseguita nel 1919 al ritorno dal fronte. L'esperienza bellica nel Veneto aveva infatti dato, a lui insieme ad altri giovani architetti, la opportunità di meditare da vicino sulle opere del Palladio e di trarne un'impronta decisiva per il proprio fare artistico. Nonostante questa appartenenza culturale, Fiocchi tuttavia lavora general-mente da solo; l'unica esperienza progettuale in collaborazione è quella per la Triennale del 1933 (con gli amici Lancia, Marelli e Serafini) dove abbandona gli schemi classici per cimentarsi con un linguaggio decisamente moderno. Data la collocazione sociale, spesso suoi committenti sono o parenti o amici, e dunque all'impegno nella residenza borghese si affianca la costruzione degli impianti produttivi e dei quartieri abitativi per i lavoratori dell'azienda di famiglia.

Documentazione allegata

Fonti archivistiche

Fondo Mino Fiocchi. Comune di Lecco, Musei Civici - scheda fondo vedi »

Bibliografia

Bianchi B./ Furlani Marchi M.G./ Gambirasio G.jr./ Mantero E./ Rigoli G., Mino Fiocchi Architetto, Lecco 1986, pag. 99

Buratti M.A./ Selvafolta O., Mino Fiocchi Disegni di architettura. Residenze unifamiliari tra lago e montagna, Oggiono 2015

Credits

Compilatore: Premoli, Fulvia (2015)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio