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Casa Falck
Mandello del Lario (LC)

Indirizzo: Via Alessandro Manzoni 52 - Mandello del Lario (LC) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; villa

Caratteri costruttivi:

  • strutture: probabilmente in muratura portante
  • facciata: intonaco; pietra; cemento decorativo
  • coperture: a falde, con manto in tegole di laterizio
  • serramenti: in legno, con scuri in legno verniciati di verde scuro

Cronologia:

  • progettazione: 1959
  • completamento: 1961
  • data di riferimento: 1959

Autori:

Uso: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

Opera della maturità del longevo architetto, la casa Falck è da considerare parte integrante del bel parco preesistente, in cui si inserisce con un linguaggio semplice ed elegante che riecheggia deliberatamente le dimore milanesi e briantee del sei-settecento e forse tiene memoria anche della casa sul cui sedime questa venne costruita. La localizzazione dell'edificio peraltro è separata, dal parco pubblico annesso al Lido di Mandello, da una sola strada che interrompe la ricca continuità arborea della zona, quasi che la proprietà Falck di oggi sia un ritaglio di quella che un tempo fu un insieme unitario. Il rapporto con il giardino è attentamente studiato, nel progetto, con una distinzione tra il fronte verso l'accesso alla proprietà, con il viale alberato e i luoghi dello svago e della socialità (tennis e piscina), e il fronte opposto, più "privato", sui cui si apre il loggiato ad archi ribassati sovrastato da una terrazza. Tuttavia il piano terreno passante esprime la ricerca di una permeabilità totale tra casa e parco. La realizzazione presenta qualche modifica dei percorsi, ma lo spirito del progetto vi è totalmente mantenuto. Il linguaggio qui è decantato fino a quella grande semplicità che è una chiave della raffinatezza di Mino Fiocchi, che addirittura abbandona l'impronta palladiana - pure molto controllata - di tanta parte della sua produzione, a favore di una visione riposata dello "stare" in vacanza, dove l'allentarsi delle formalità dei rapporti sociali si riflette in questa architettura protettiva e cordiale.

Notizie storiche

Quinto di otto figli di un'importante industria con sede in Lecco, Mino Fiocchi lavora sostanzialmente in Lombardia, tra il territorio urbano milanese e quello prealpino e alpino del lecchese, infondendo nelle proprie opere quella continuità con la tradizione classica che aveva condiviso con Ponti, Muzio e Lancia nel gruppo S. Orsola, cui aveva aderito subito dopo la laurea conseguita nel 1919 al ritorno dal fronte. L'esperienza bellica nel Veneto aveva infatti dato, a lui insieme ad altri giovani architetti, l'opportunità di meditare da vicino sulle opere del Palladio e di trarne un'impronta decisiva per il proprio fare artistico. Nonostante questa appartenenza culturale, Fiocchi tuttavia lavora generalmente da solo; l'unica esperienza progettuale in collaborazione è quella per la Triennale del 1933 (con gli amici Lancia, Marelli e Serafini) dove abbandona gli schemi classici per cimentarsi con un linguaggio decisamente moderno. Data la collocazione sociale, spesso suoi committenti sono o parenti o amici, e dunque all'impegno nella residenza borghese si affianca la costruzione degli impianti produttivi e dei quartieri abitativi per i lavoratori dell'azienda di famiglia.

Documentazione allegata

Fonti archivistiche

Fondo Mino Fiocchi. Comune di Lecco, Musei Civici - scheda fondo vedi »

Bibliografia

Bianchi B./ Furlani Marchi M.G./ Gambirasio G.jr./ Mantero E./ Rigoli G., Mino Fiocchi Architetto, Lecco 1986, pag. 99

Credits

Compilatore: Premoli, Fulvia (2015)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio