« LombardiaBeniCulturali
Sei in: Opere

Villa Redaelli
Dervio (LC)

Indirizzo: Via Santa Cecilia 3 - Dervio (LC) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; villa

Caratteri costruttivi:

  • strutture: fondazioni in cls di cemento; pilasti in cemento armato gettati entro tubi di cemento amianto; muratura in pietrame; solai in c.a. e laterizio
  • facciata: intonaco Duralbo bianco dato a spruzzo; rivestimento in pietra di Moltrasio per i basamenti
  • coperture: piane, impermeabilizzate con feltri bitumati protetti da strato di sabbia e pavimento praticabile
  • serramenti: in legno con persiane avvolgibili

Cronologia:

  • progettazione: 1941
  • completamento: 1942
  • data di riferimento: 1941

Autori:

Uso:

  • (attuale) non utilizzato
  • (storico) abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

Inserita nel vasto lotto su cui sorge la fabbrica Redaelli (oggi Meccanica Alto Lario), la villa è in posizione baricentrica tra il rilevato ferroviario e la darsena lacuale, nel cuore di una delle aree industriali che a Dervio vennero assumendo la dimensione dell'industria medio-grande dai primissimi anni del Novecento. Concettualmente, la dimora padronale sul luogo stesso della fabbrica è un'eredità ottocentesca, tuttavia qui declinata nelle forme asciutte ed eleganti di un tardo razionalismo, che di lì a pochi anni (siamo nel 1942) dopo la conclusione della guerra verrà sottoposto a profonda revisione critica aprendo a una nuova sensibilità nei confronti dei contesti ambientali. Questa casa introduce un linguaggio nuovo per l'area, un'attenzione alla vicinanza qualificante del lago e alla possibilità di fruirne il clima salubre e mite che si rivela nelle terrazze e negli spazi attrezzati per la permanenza all'aperto. La configurazione dell'edificio, con pianta a "L", riserva allo studio padronale il lato minore allineato su strada, mentre l'altro lato, separato dal vano-scala e riservato alla residenza, si protende nel verde aprendosi verso il lago con ampie vetrate, terrazze ai due piani, una pergola. L'accurata scelta dei tagli nella superficie edilizia oppone strette feritoie a nord alle ampie vetrate degli ambienti posti a sud; ritaglia profonde logge che svelano luminose terrazze a coronamento del piano superiore. Il connubio tra le superfici intonacate e i rivestimenti in pietra di Moltrasio, infine, radica ancora più saldamente al luogo questo frammento di cultura europea moderna.

Notizie storiche

Enrico Griffini (Venezia, 1887- Milano, 1952) si laurea in ingegneria industriale elettrotecnica nel 1910 presso il Regio Istituto tecnico superiore di Milano (poi Politecnico), ma ben presto si dedica all'architettura, sia come docente che come progettista a livello italiano ed europeo, anche ricoprendo incarichi nell'ambito del Sindacato fascista degli architetti. Dopo un debutto professionale all'insegna del cosiddetto barocco fiorito lombardo, fece propri i temi del razionalismo con una radicale inversione stilistica, maturata dopo un viaggio di studio a Stoccarda (1927), dove visitò il quartiere Weissenhof e la mostra dei materiali e dei sistemi costruttivi. Sottoscrisse il "Programma di architettura" (Quadrante, maggio 1933) e aderì al Movimento italiano per l'architettura razionale (MIAR). Protagonista riservato della cultura architettonica tra le due guerre, è considerato tra i pionieri del razionalismo italiano, focalizzando la sua ricerca sul problema "sociale costruttivo ed economico" della casa popolare. Il tema, che riallaccia la sua opera alla dimensione europea dell'Architettura Moderna, è sviluppato nel manuale tecnico "Costruzione razionale della casa" (Milano 1932), un importante contributo al dibattito architettonico di quegli anni, divenuto anche più pressante dopo la guerra. Fonti di riferimento per la sua progettazione furono A. Klein e B. Taut, che lo portarono ad applicare all'abitazione i concetti della moderna organizzazione del lavoro in fabbrica.

Fonti archivistiche

Fondo Enrico Agostino Griffini. Università IUAV Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Archivio Progetti - scheda fondo vedi »

Bibliografia

Domus, Villa a Dervio, Milano 1943, n. 184, pp. 154-155

Griffini E.A., Progetti e realizzazioni. MCMXX-MCML, Milano 1951, pp. 11-13

Savorra M., Enrico Agostino Griffini, Napoli 2000

Credits

Compilatore: Premoli, Fulvia (2015)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio