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Edificio per abitazioni, negozi e autorimessa in via Albricci 1
Milano (MI)

Indirizzo: Via Alberico Albricci 1-5 - Milano (MI) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni, negozi, uffici e autorimessa

Caratteri costruttivi:

  • strutture: travi, pilastri e fondazioni in cemento armato; solai in laterocemento
  • facciata: granito galleggione (zoccolatura); botticino (piani superioi); tessere ceramiche policrome (in corrispondenza delle logge del fronte arretrato)
  • coperture: piana, in parte non praticabile e in parte a terrazza
  • serramenti: in legno verniciato bianco (abitazioni); in duralluminio (piani commerciali)

Cronologia:

  • progettazione: 1948 - 1952
  • esecuzione: 1948 - 1952
  • data di riferimento: 1948 - 1952

Autori:

Uso: abitazione/ negozio

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

Il complesso interessa l'intera testata dell'isolato tra le vie Albricci, Gonzaga e Paolo da Cannobio ed è caratterizzato dal forte arretramento della sua porzione centrale, sopra il basamento a doppia altezza composto da una ritmica sequenza di pilastri chiusi tra vetrate continue. L'allineamento dei corpi laterali è invece mantenuto in linea con il filo stradale, per non interrompere la continuità del fronte commerciale su via Albricci. L'arretramento è marcato da grandi logge ininterrotte e policrome, a servizio dei retrostanti alloggi, ottenuto con tessere di ceramica che dalle solette si spingono fino alla fascia inferiore in muratura dei parapetti, disegnando un motivo astratto che rende l'edificio immediatamente identificabile nel contesto urbano. Sulla singolarità di questa scelta si concentra anche il breve ma lusinghiero articolo apparso sulle pagine di Domus nel 1953, in cui il fronte loggiato viene proposto non solo come elemento chiave per comprendere le capacità espressive "liriche" di Muzio, ma anche come interessante contributo alla figuratività astratta. Affrancato da concetti di imitazione, allusione o semplice decorazione, è infatti letto come frutto dell'essenzialità tipica dell'architettura moderna, anche grazie al sapiente dialogo tra spazi e superfici diverse che va ben oltre la semplice contrapposizione di volumi chiusi. Il ritorno all'uso del colore è poi presentato come scelta particolarmente interessante, che in architettura potrebbe risolvere con agilità e freschezza la definizione dell'immagine per la città contemporanea. Nel suo insieme l'edificio ospita, in due diversi corpi di 9 e 10 piani, circa 150 locali destinati alla residenza, negozi e cinquantadue autorimesse interrate disposte su quattro piani, accessibili da una rampa libera posta all'interno del cortile. La porzione terminale del prospetto verso via Maurizio Gonzaga è curva, conclusa da un portico a doppia altezza che riprende le caratteristiche del basamento su via Albricci, dal quale è possibile accedere all'atrio di distribuzione di questo corpo. Il blocco principale del complesso è invece dotato di quattro diversi percorsi di accesso che, attraversando in tutta la sua profondità l'edificio, conducono direttamente alle scale e agli ascensori posti sul retro del lotto. La necessità di prevedere spazi di varia destinazione portò Muzio alla scelta di realizzare prospetti scanditi regolarmente da una fitta rete di aperture, ad interassi ravvicinati, che consente una più libera distribuzione degli spazi interni garantendo la presenza di luce e areazione naturale e, dunque, la possibilità di modificare la destinazione d'uso originaria dei locali, prevista già dall'architetto data la posizione centrale dell'edificio. Il basamento dell'edificio è rivestito in granito galleggione grigio chiaro, che contrasta con il botticino bianco dei piani superiori.

Notizie storiche

La vicenda dell'edificio è parte del complicato iter progettuale che per oltre vent'anni ha riguardato l'area di via Albricci. Iniziò infatti nel 1938 con la presentazione di un piano di massima per gli isolati della strada, che poi ospiteranno anche le numerose costruzioni di Asnago e Vender. Il piano fu presentato nella sua veste attuativa solo nel 1956 e vede Muzio nel ruolo di consulente per la società immobiliare Cagisa che, in quegli stessi anni, darà il via alla costruzione degli uffici della Chase Manhattan Bank firmati dai BBPR (1958-1969).

Fonti archivistiche

Archivio Civico, Milano - scheda fondo vedi »

Archivio Giovanni e Lorenzo Muzio, Milano - sito vedi »

Bibliografia

Domus, Una facciata a Milano, Milano 1953, n. 283, giugno, p. 15

Bottoni P., Antologia di edifici moderni in Milano, Milano 1954, pp. 63-65

Forti G./ Gai G., Documenti di architettura. Case. 97 tavole, Milano 1955, tavv. 468-471

Grandi M./ Pracchi A., Milano, guida all'architettura moderna, Bologna 1980, pp. 281, 312, scheda 363

Irace F., Giovanni Muzio 1893-1982, Milano 1994

Boidi S./ Buzzi Ceriani F. (a cura di), L'architettura di Giovanni Muzio. Catalogo della mostra (Milano, Triennale, 1994), Milano 1994

Gramigna G./ Mazza S., Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano 2001, p. 236

Credits

Compilatore: Leoni, Maria Manuela (2014)
Responsabile scientifico testi: Irace, Fulvio