Comune di Chiavenna (1423 - 1952)

fondo | livello: 1

Conservatore: Comune di Chiavenna (Chiavenna, SO)

Produttore fondoChiavenna, Comune di Chiavenna (sec. XI - )

Progetto: Archivi storici della provincia di Sondrio (1994 - 1999)

Storia archivistica: La storia dell'archivio comunale di Chiavenna dovette seguire nei secoli le vicende delle diverse istituzioni succedutesi. Data per certa l'esistenza della "casa comunale" già nel 1176 (1), che doveva coincidere con il palazzo della Ragione situato nel quartiere di Montano, dove per secoli si tennero le assemblee consigliari, non è tuttavia dato di sapere ulteriori notizie intorno alla conservazione degli atti comunali per tale periodo. La documentazione di antico regime tutt'ora conservata in archivio, soprattutto nelle voci delle deliberazioni e delle rese dei conti consolari, permette tuttavia di rilevare, già dalla metà del 1600, la conservazione di "libri e scritture di comunità" in apposite "casse", di cui il console custodiva la chiave unitamente al sigillo di comunità. Da tale periodo si segnalano persone qualificate nella custodia e nella conservazione delle scritture, ma soprattutto dal 1714, anno in cui venne acquistata una sala presso l'ospitale di S. Maria della Rotonda di Chiavenna per essere adibita ad archivio della comunità, con conseguente trasferimento di libri e scritture in tale sede, la figura dell'archivista, sempre attribuita a persona di grande preparazione, diviene fissa nell'organizzazione del comune, da cui percepiva un regolare salario, risultando presente per tutto il 1700 negli stabilimenti e nei maneggi consolari. Cessato il governo grigione e nuovamente trasferita nella residenza municipale del palazzo della Ragione la sede delle assemblee di comunità, nel XIX secolo gli uffici comunali, e con essi le carte di comunità, ebbero destinazioni varie presso locali affittati in case diverse, sino all'anno 1908 quando, con la costruzione dell'attuale sede municipale in piazza Bertacchi, l'archivio comunale ebbe la sua idonea e definitiva collocazione. L'analisi dei documenti permette solo parzialmente di ricostruire l'organizzazione dell'archivio di antico regime. La frequente indicazione di segnature, la titolazione originaria degli atti, la citazione in alcuni documenti della loro collocazione in un inventario delle scritture fanno supporre un precedente ordinamento, di cui tuttavia non si conservano inventari di sorta.
Si deve attendere il 1955 per avere uno specifico riordino dell'archivio da parte di un funzionario della prefettura di Sondrio (2), con stesura di un inventario dattiloscritto suddiviso in parte antica e moderna. Non esiste traccia, infatti, di precedenti ordinamenti, e nel caso specifico di tale riordino del 1955, l'archivista ha proceduto ad una classificazione degli atti secondo il criterio ottocentesco delle sedici categorie, senza alcun rispetto delle serie originarie.
Tale classificazione per materie, oltre a disperdere la stessa collocazione materiale delle diverse scritture, ha reso oltremodo difficoltosa la ricostruzione dell'architettura originaria dell'archivio. Nell'attuazione del progetto Archidata (3) si è provveduto pertanto ad un riesame di tutta la documentazione di antico regime ricostruendo, per quanto possibile, le serie originarie dell'archivio attraverso lo studio delle componenti istituzionali del comune e rispettive articolazioni, e mediante una attenta analisi delle titolazioni, delle segnature e delle citazioni coeve degli atti, fedelmente riportate nella definizione stessa della serie.
Si è pertanto approntato un nuovo titolario suddiviso in 10 serie, ridefinite secondo la loro titolazione originaria, dove l'unico elemento soggettivo è dato dalla successione delle medesime: dapprima la documentazione di carattere istituzionale ed amministrativo, quindi contabile e finanziario, infine giudiziario.
All'interno delle singole serie, qualora necessario, è stato specificato il metodo di volta in volta seguito nella inventariazione degli atti, come la scelta tecnica della datazione moderna, secondo il calendario gregoriano, degli atti che nel periodo dal 1582 al 1620 venivano invece datati nel contado di Chiavenna ed in Valtellina in conformità al calendario giuliano, ancora in vigore presso i Grigioni, con conseguente disparità di 10 giorni tra le due datazioni (questi atti sono evidenziati nell'inventario con un asterisco di seguito alla data cronica).
Per quanto riguarda la sezione ottocentesca, ci si è limitati a recuperare le descrizioni riportate nell'ultimo inventario(4), che di norma coincidono anche con quelle presenti sulle camicie dei fascicoli, rinviando ad una fase successiva l'eventuale approfondimento delle informazioni relative alle singole unità archivistiche.

Note
1. Cfr. BUZZETTI, Del contado.
2. Cfr. CHIAVENNA, AC, Inventario 1955.
3. Cfr. CHIAVENNA, AC, Inventario Archidata 1990.
4. Cfr. CHIAVENNA, AC, Inventario 1955.

Notizie di intervento
Inventario prodotto nell'ambito del "Progetto Archivi storici della provincia di Sondrio" (1994-1996). Finanziamento: L 158/91, art. 16, e "Piano di ricostruzione e sviluppo della Valtellina", punto 5.3.3, approvato dal Consiglio regionale della Lombardia il 19 marzo 1992; soggetto attuatore: Consorzio Archidata; comitato di coordinamento: Andreina Bazzi (Soprintendenza Archivistica per la Lombardia), Roberto Grassi (Regione Lombardia), Marina Maxenti (Provincia di Sondrio), Loris Rizzi (Direttore tecnico Consorzio Archidata); recupero della schedatura realizzata, per la parte antica, nel corso del "Progetto Archidata" (1986-1990) a cura di Luciano Bettini, Elena Tachimiri, Morena Tarabini, Giovanna Zecca, Massimiliano Mazzon, Enrica Panzeri, Giordano Sterlocchi; per la parte ottocentesca, ripresa dell'«Inventario dell¿archivio comunale di Chiavenna, parte antica», datt., a cura di F. Fanoni, 1955; coordinamento: Domenico Quartieri; edizione cartacea © Consorzio Archidata, Milano 1996 (edizione provvisoria). Conversione dei dati dal formato Sesamo.rls al formato Sesamo.ses: Saverio Almini (2003). Adattamento per la pubblicazione nel sistema PLAIN: Paola Ciandrini (2004).

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