Casati Carlo (1943 - 2004)

fondo | livello: 1

Conservatore: Studio Casati (Milano, MI)

Produttore fondoCasati Carlo (Milano, 1918 - Milano, 2004)

Progetto: Politecnico di Milano: Guida alle fonti documentarie dell'architettura del Novecento a Milano e in Lombardia (2004 - 2006)

Contenuto: Il fondo dell'architetto Carlo Casati contiene una notevole varietà di documenti sia legati alla sua attività professionale, sia legati alla sua sfera privata: famiglia, rapporti con le persone, passioni ed Hobby, viaggi.
Inoltre, come si conviene per tutti gli archivi di architetti, questa varietà viene enfatizzata dalla diversità materica dei documenti stessi, corredati dagli strumenti di lavoro a cui si unisce la sua biblioteca personale che, da sola, esprime tutto il percorso di formazione e crescita professionale e personale.
Nello specifico si trovano documenti legati all'attività professionale che possono essere così intesi:
Materiale di preparazione di studio, formazione e approfondimento; ovvero disegni e planimetrie anche realizzati da altri soggetti produttori, dispense, libri, riviste, manuali tecnici e fotografie come documentazioni tecniche preparatorie.
Materiale di progettazione e realizzazione creativa, ovvero disegni, relazioni, carteggi, domande ufficializzate insieme a strumenti di lavoro veri e propri, e poi plastici, schizzi, assonometrie.
Materiale di realizzazione per la specifica competenza di direttore lavori, ovvero depliant, campioni materici sia per le strutture sia per le finiture, fotografie sullo stato avanzamento lavori, carteggi per i rapporti con imprese, artigiani, committenza ed enti pubblici.
Materiale di corredo a testimonianza del manufatto realizzato, ovvero articoli, materiale preparatorio per libri da scrivere, riproduzione fotografiche di disegni per la pubblicazione, fotografie, lastre fotografiche e diapositive, oltre alla gestione specifica dello studio e dei suoi collaboratori.
Il tutto correlato in una grande unità organica e inscindibile, che contiene l'essenza stessa dell'essere e del fare architettura specifica dell'architetto Carlo Casati.
A questa sezione d'archivio si affianca tutto il materiale legato alla sfera personale dove predomina l'aspetto di attenzione verso tutte le arti espressive ed in particolare la scultura, insieme a tutto il materiale a testimonianza dell'hobby della medaglistica coltivato in parallelo alla professione.
Anche questo materiale risulta disomogeneo per supporto materico: schizzi e disegni preparatori, calchi in creta, fusioni e medaglie vere e proprie insieme a libri ed articoli di settore con tutto il contesto sull'attenzione verso il mondo dell'arte testimoniato da monografie, cataloghi, depliant ed inviti a mostre monografiche e collettive. In questa sfera va ricordato il rapporto con Mia Cinotti, cugina dell'architetto, giornalista e critica d'arte nonché moglie prima del pittore Ugo Nebbia con cui ha vissuto fino alla sua morte e poi moglie dello scrittore d'arte e architetto Angiol Domenico Pica.
Un'attenzione particolare va posta sulla biblioteca dell'architetto, ad oggi ancora completa, dove le specifiche sezioni di argomenti sull'arte, sull'architettura, sulla grafica e sulla poesia sono accompagnate da una ricca emeroteca in campo architettonico e tecnico.

Storia archivistica: Il fondo dell'architetto Carlo Casati, insieme alla sua biblioteca personale, si è prodotto negli anni di attività dell'architetto, dal 1945 al 2001, quando ha ufficialmente chiuso lo studio, e segue le vicende tipiche di tutti gli archivi di architettura arricchendosi di peculiarità dovute alla specificità del campo progettuale intorno agli ospedali ed alle strutture sanitarie nonché alla passione e l'hobby della scultura a cui si aggiunge il suo bisogno di raccontare e scrivere.
Va ricordato che l'architetto viveva in un continuum la sua professione, i suoi hobby e la sua dimensione familiare, e questo aspetto è chiaramente leggibile ancora oggi nelle sue carte e nella sua biblioteca, dove si ritrovano insieme le sezioni professionale e personale dell'archivio.
Una figura determinante per la struttura e la forma dell'archivio è stata la sig.ra Mariangela Bronzi detta Gianna, segretaria dell'architetto, che ha meticolo-samente tenuto l'archivio corrente e di deposito, dotandolo di elenchi anche molto dettagliati e per i disegni arrotolati messi nei tubi e per le cartellette e per tutto il materiale raccolto non propriamente prodotto dallo studio (dispense, depliant, riviste, biblioteca, articoli, ecc). Questi elenchi sono ancora presenti nell'archivio e possono essere particolarmente utili sia per capire la reale consistenza di ciò che è stato perso, sia per cogliere il "vincolo archivistico" di questo specifico fondo.
Sotto l'aspetto della completezza del fondo archivistico, va messo in evidenza che la sede dello studio si è spostata in due indirizzi diversi, per cui il trasloco delle carte ha presumibilmente determinato un primo scarto del materiale documentale dei primi anni di attività. Fonti orali di famiglia raccontano inoltre che la cantina dello studio di via De Alessandri, utilizzata come deposito dell'archivio, ha subito un allagamento con la conseguente perdita di tutti i documenti ivi raccolti. In ultimo l'architetto, ritirato ufficialmente dalla vita professionale, si è dedicato tra gli anni 2001 e 2004 alla sistemazione delle sue carte, operando un notevole e sistematico scarto, soprattutto del materiale di più antica formazione. Questa operazione si è notevolmente ridotta e limitata quando, ha seguito della trattativa con la regione per la cessione dell'archivio, l'architetto ha conosciuto la prof.ssa Elisabetta Susani iniziando così un periodo di reciproco dialogo e collaborazione.
Leggendo fra i documenti, risulta evidente la consapevolezza che l'architetto aveva acquisito sul proprio archivio in una lettera datata 2004 (in risposta all'invito di presenziare alla manifestazione celebrativa del 25° anniversario di inizio attività dell'Ospedale San Paolo) dove lo cita testualmente "il mio archivio".
Nel 2003 (?) è stato redatto un primo elenco di consistenza per la sua cessione e, dal novembre del 2004, è oggetto di studio per la redazione di una tesi in architettura presso il Politecnico di Milano.
Al momento dell'inizio di questo studio sistematico, l'archivio si presentava relativamente ordinato, ma molto materiale era rimasto sui tavoli, sciolto e accatastato, come traccia del lavoro di sistemazione e scarto operati dall'architetto, con lo smembramento di rotoli e cartellette rimasti solo negli elenchi redatti dalla segretaria.
Inoltre l'avanzare dell'analisi del materiale ha evidenziato la presenza di diversi documenti inseriti impropriamente in altri titoli d'archivio.
Nel luglio del 2005 nell'archivio depositato nello studio è confluito il materiale documentale conservato nell'abitazione dell'architetto, in parte precedente-mente prelevato dallo studio stesso ed in parte là prodotto.
La presenza in archivio di una notevole emeroteca di argomento tecnico-architettonico ha fatto si che questo venisse già utilizzato per il prestito di materiale risultato prezioso nell'allestimento della mostra sull'architetto Antonio Cassi Ramelli "L'eclettismo della ragione" tenuta a Palazzo della Ragione, in piazza dei Mercanti a Milano.

Criteri di ordinamento
Le qui esposte descrizioni del soggetto produttore, del soggetto conservatore e del fondo d'archivio sono parte integrante del presente lavoro di inventariazione con il programma Sesamo 4.1 della Regione Lombardia all'interno della tesi che è in corso di redazione presso e sull'archivio dell'architetto Carlo Casati ed inserita nel progetto "Guida alle fonti documentarie dell'Architettura per Milano e la Lombardia nel XX secolo" oggetto di una convenzione tra Regione Lombardia e Politecnico di Milano, con la responsabilità scientifica di Maria Antonietta Crippa ed il coordinamento operativo di Elisabetta Susani.
Viene affrontato il lavoro di ordinamento dell'archivio non tanto sotto l'aspetto fisico (infatti il fondo viene inventariato ma non ordinato) ma soprattutto sotto l'aspetto concettuale, ricercando il vincolo archivistico come nocciolo di studio per una corretta organizzazione di tutto il materiale presente, approfondendo l'operazione di inventariazione fino all'unità di condizionamento con la descrizione complessiva del suo contenuto.
Nello specifico la digitalizzazione del fondo è stata organizzata rispecchiando perfettamente il vincolo archivistico letto nel fondo e tradotto nella struttura ad albero fornita da sesamo 4.1 suddividendo il complesso archivistico nelle due grandi categorie PROFESSIONE e VITA PRIVATA scendendo poi in serie e sottoserie per organizzare gli argomenti sia della fase gestionale e progettuale (divisa in pubblica e privata e per i grandi temi progettuali) sia della sfera privata e personale dell'architetto.
Per questa operazione si rivela preziosa la presenza degli strumenti di corredo esistenti in archivio (quali indici ed elenchi) predisposti dalla sig.ra Gianna Bronzi, segretaria dell'architetto, per la funzionalità dell'archivio quando era corrente.
Prima di operare l'inserimento dei documenti veri e propri, viene realizzata l'ultima parte della struttura d'archivio considerando come unità primarie i singoli progetti nella loro completezza (corrispondenti alle sigle già attribuite negli indici sopra citati) o alcune particolari unità progettuali identificate dall'architetto stesso (sedie, mobili, scale, ecc.) a loro volta suddivise nelle quattro sottoserie materiche identificate in "disegni", "faldoni" "fotografie" "materiali particolari" per rispecchiare la reale conformazione e distribuzione del fondo nello spazio e nelle varie stanze dello studio Casati.
Resta comunque inteso che tutto il lavoro di tesi è svolto con una particolare attenzione sulla reperibilità dei documenti stessi perché viene riconosciuta l'importanza di accesso alle fonti dirette come indispensabile strumento di ricerca per individuare non solo il contesto culturale di un'architettura o la particolare poetica di un progettista, ma anche per individuare i rapporti tra lo stesso progettista e la sua committenza, i suoi percorsi di ricerca e l'iter progettuale, le particolari contingenze di mercato con le specificità delle imprese costruttrici e tutto quanto può concorrere per ottenere un quadro completo ed oggettivo contro le univoche interpretazioni storiografiche.

Notizie di intervento
Al momento di inizio del lavoro di tesi esisteva solo un sommario elenco di consistenza del fondo redatto dal funzionario regionale per la sua acquisizione. In tale elenco, sufficiente per le necessità da cui era nato, non erano state inserite le cartellette della gestione dello studio e tutto il materiale allora conservato presso l'abitazione dell'architetto.
Si è perciò affrontato il lavoro ripartendo dall'inizio a cominciare dal fermo immagine dello studio e del suo stato d'essere, attraverso il rilievo dell'unità edilizia, comprendendo mobili, arredamenti ed opere d'arte e corredando e completando il tutto con un rilievo fotografico esaustivo.
Tutto ciò si è reso necessario anche per costruire una testimonianza che vada oltre il semplice bisogno di archiviazione perché lo studio sarà a breve smantellato e ciò comporterà la perdita della scenografia che, nel corso del tempo e nel sovrapporsi dei "segni" lasciati da ogni singolo progetto, si era naturalmente costruita intorno all'architetto ed al suo "epos" creativo.
Abbiamo cercato di ricostruire l'atmosfera che l'architetto respirava per restituire uno sguardo d'insieme che possa rendere sensibile l'humus culturale e situazionale e sedimentarsi sotto forma di documentazione storica.
La seconda e successiva operazione della tesi è stata la catalogazione di tutto il materiale librario presente poiché anche la biblioteca subirà la stessa sorte dello studio con il suo parziale smembramento: una parte dei libri ora conservati saranno acquisiti dalla proprietà e solo una parte, non ancora definita, confluirà nell'archivio dell'architetto,
L'importanza della biblioteca è determinante per la comprensione delle dinamiche conoscitive e di crescita culturale dell'architetto, per la costruzione e la espansione della sua stessa concezione della vita e del mondo.
La terza fase della tesi, necessaria per affrontare la descrizione del materiale d'archivio, è stata la messa a punto della struttura del fondo stesso, dopo aver studiato i documenti presenti che hanno rivelato al loro interno la presenza di elenchi ed inventari, anche se parziali e non più corrispondenti, che erano stati redatti dalla segretaria di studio per la gestione dell'archivio corrente.
Nella quarta ed ultima fase della tesi, peraltro la più importante perché entra nel vivo del fondo, si è affrontato il lavoro vero e proprio dell'inventariazione del materiale presente, censito nella sua consistenza numerica e digitalizzato fino ad ogni singola unità di condizionamento con una descrizione specifica del suo contenuto. La scelta di utilizzare la scheda di Sesamo 4.1, peraltro pensata per la descrizione di archivi generici e perciò non finalizzata alla descrizione di unità di disegno o di materiale non cartaceo, ha determinato la scelta del livello di approfondimento dell'inventario suddetto, lasciando aperta la possibilità di scendere maggiormente nel dettaglio con schede tipologiche e descrittive pensate "ad hoc" oppure definendo un protocollo per la forzatura dei contenuti della stessa scheda di Sesamo.

Strumenti di accesso interno: Elenchi

Riproduzioni esistenti: Non è possibile accedere ai documenti d'archivio e poterne ottenere riproduzioni, se non per particolarissime esigenze e sotto il diretto benestare e controllo da parte della proprietà.

Compilatori
Anna Bertasa, Archivista

Percorsi tematici: L'architettura e le sue fonti: il Novecento a Milano e in Lombardia

espandi | riduci

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).