Comune di Ardesio (sec. XII -)

Sede: Ardesio

Tipologia ente: ente pubblico territoriale

Progetto: Archidata

Il territorio di Ardesio, insieme a quelli di Gromo, Gandellino e Clusone, venne donato da Carlo Magno alla Canonica di S. Martino di Tours nel 774.
Il 1026 segna la data a partire dalla quale, attraverso una permuta con la canonica, rogata in Grumello, il vescovado di Bergamo si insediava, rappresentato da gastaldi con sede nella curia locale, nel territorio di Ardesio.
Il documento citato non consente di valutare l'estensione del possedimento; all'imprecisione ripara ampiamente un documento datato 31 ottobre 1179 dal quale si evince che il territorio di Ardesio e la sua valle, sui quali il vescovo estendeva la propria giurisdizione, corrisponderebbe oggi, oltre alla Val Canale, anche ai territori di Gromo, della Val Goglio e di Gandellino, sino al confine con Fiumenero. Lo stesso documento riferisce di una già avviata organizzazione comunale di Ardesio, rappresentata dai consoli, conseguita probabilmente grazie a concessioni fatte da Oberto da Vimercate cui era stato dato in feudo Ardesio.
L'emancipazione dal potere vescovile, cui era andato incontro nella seconda metà del XII secolo tutto il territorio bergamasco, interessò pertanto anche Ardesio: il processo di affrancamento si consumò comunque quando il comune di Bergamo, nella prima metà del Duecento, mosso da aspirazioni espansionistiche, ne favorì l'autonomia politica.
A favore dell'autonomia istituzionale, conseguita da Ardesio già all'inizio del XIII sec., depone un documento, datato 3 luglio 1243 e riconosciuto falso dal Mazzi, nel quale Ardesio, insieme ad altri comuni della valle Seriana superiore, prestava giuramento a Pantaleone Burgense e si vedeva riconfermati i privilegi concessi da Arnolfo d'Austria nel 1224. Il documento fu prodotto in epoca successiva probabilmente per dimostrare la legittimità di diritti e facoltà acquisiti.
Le sorti di Ardesio, definitivamente passato sotto il controllo della città, seguirono nei secoli le successive vicende del territorio. I Visconti dotarono ogni valle, quindi anche la valle Seriana superiore, cui Ardesio apparteneva, di un vicario o podestà rappresentante del potere centrale. I Malatesta, signori dal 1408, provvidero a conferire un assetto definitivo alla suddivisione delle valli, conservando il sistema del vicariato e riconoscendo alle stesse privilegi e franchige.
L'indirizzo dell'amministrazione del territorio così configurato non subì mutamenti quando Venezia s'impadronì di Bergamo e del bergamasco nel 1428; anzi, la Serenissima conservò struttura e privilegi delle valli e, relativamente ad Ardesio, confermò le istituzioni politiche del comune, approvando lo statuto del 1507.
In tal modo appariva il comune di Ardesio alla fine del XVI sec. al capitano di Bergamo Giovanni da Lezze: "La terra è posta a mezzo il monte detto il Cornalta passando il Serio da parte a sera, et un altro fiumicello per mezzo la terra chiamato il Rio (...) circonda il suo territorio per circa 8 milia (...) nel qual spacio vi sono (...) contrade da 5 in 6 case l'una (...). Ma da Bergamo sono lontani circa 25 milia (...). In questo comun e contrade vi sono fuoghi n. 210, anime 1214 (...). Soldati delle ordinanze archibusieri n. 28, pichieri n. 6, moschettieri n. 3, galeotti 18 con la portione de guastadori. Ha di entrata questo comun circa ducati 1200 de boschi, monti pascolivi et edifitii et gode l'essentione de datii et separatamente il tutto conforme ai privilegii della Valle, affittando i datii del pan, vino, carne (...). La chiesa parrocchiale è S.to Giorgio (...). Vi sono poi doi Misericordie (...) le entrate delle quali sono governate da doi sindici, da doi canevari con salario de ducati 2 per canevaro et sindico (...)".
Il comune così organizzato coi due consoli, i consigli generale e di credenza e i suoi diversi uffici attraversò immutato nei suoi fondamenti la dominazione veneta; stabilità cui fu apportata una sola variazione, allorchè Ardesio nel 1610, confederandosi con Valgoglio, Gromo e, successivamente nel 1611, con Gandellino, si staccò per malcontento dalla quadra di Clusone, dando vita alla quadra di Ardesio.

Compilatori
Colombo Amalia
Cosmai Maurizio
Olivari Alessia