Commenda di Sant'Ambrogio (1403 - 1497)

Sede: Milano porta Vercellina

Tipologia ente: ente ecclesiastico

Progetto: Archivio di Stato di Milano: Anagrafe degli archivi (guida on-line)

Il 26 giugno 1403 l'abate del monastero benedettino di Sant'Ambrogio, Giovanni da Lampugnano, fu assassinato con il fratello Jacopo Barbavara, consigliere della duchessa vedova Caterina Visconti.
In seguito a tale delitto la Sede apostolica determinò la cessione in commenda del monastero, che fu assegnato a Cosma Gentile Migliorati, cardinal legato di Lombardia, amico della famiglia ducale e futuro papa Innocenzo VII. Dopo il suo abbaziato nessun altro riferimento alla commenda viene fatto sino al 1472, quando divenne abate Pietro Riario.
A questi successero il cardinale Giovanni Nardini, arcivescovo di Milano e nel 1489 Ascanio Sforza, zio del duca Gian Galeazzo, grazie alla cui amministrazione le rendite della commenda, inizialmente stimate a 1.500 ducati, salirono a 2.500.
Nel 1497 lo Sforza, ormai cardinale, rinunciò al pingue beneficio per consentire il passaggio dell'importante cenobio e di tutto il suo patrimonio alla Congregazione cisterciense osservante dipendente dall'abbazia di Chiaravalle (della quale pure era abate commendatario).

Bibliografia
- PELLEGRINI, Ascanio Sforza, 41 - 84 = PELLEGRINI, M., Ricerche sul patrimonio feudale e beneficiario del cardinale Ascanio Sforza, in «Archivio Storico Lombardo», CXXII (1996), pp. 41-84
- SOLDI RONDININI, S. Ambrogio, 232-233 = SOLDI RONDININI, G., Milano e il monastero di S. Ambrogio nel secolo XIV: gli enti ecclesiastici nel processo di costruzione della signo-ria. Prime osservazioni, in Il monastero di S. Ambrogio nel Medioevo. Convegno di studi nel XII centenario: 784-1984, Milano 1988, pp. 214-233

Compilatori
prima redazione: Saita Eleonora, archivista (2004/07/15)