Unicredito Italiano spa [numero REA: 22 Ge] (1870 -)

Altre denominazioni:
Banca di Genova

Sede: Genova

Tipologia ente: ente economico/impresa

Progetto: Centro per la cultura d'impresa: censimento descrittivo degli archivi d'impresa della Lombardia

Numero REA: 22 Ge

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività iniziali:
Banca di Genova - società anonima per azioni - L. 3.000.000 - 65.12.1

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività finali:
Unicredito Italiano spa - società per azioni - L. 1.120.000.000.000 - 65.12.1

Profilo storico
Il Credito Italiano nacque come Banca di Genova il 28 aprile 1870 per il solo esercizio del credito ordinario. La sua operatività venne ampliata nel 1880 alle partecipazioni in attività finanziarie, industriali ed immobiliari. La grave crisi bancaria italiana, culminata nel 1894, fu superata con l'apporto di nuovi capitali da parte delle banche Manzi di Roma e Warschauer di Berlino e soprattutto con l'acquisizione degli affari della Vonwiller, trasformata nella Sede di Milano della Banca di Genova.
Questa fu una svolta fondamentale tanto da spingere al mutamento della ragione sociale in Credito Italiano. Alla fine del 1929, la banca disponeva infatti di 121 sportelli e di numerose importanti partecipazioni in istituti stranieri come la Banca Italo-Belga, la Banca Unione di Credito di Lugano, la Banca di Credito Italo-Viennese, la Banca Nazionale d'Albania e la Banca Italo-Cinese. Ma ancor più fondamentale fu l'apporto, in termini di finanziamenti e di partecipazioni azionarie, che il Credit fornì a quasi tutti i principali settori dell'industria italiana nel corso di quegli anni.

Nonostante la razionalizzazione attuata attraverso la fusione, nel 1930, con la Banca Nazionale di Credito, la situazione di crisi generale dell'economia iniziata con il crollo di borsa del 1929, finì con il richiedere un intervento drastico da parte dello Stato; l'operazione di risanamento bancario intrapresa dall'Iri portò, infatti, non solo allo scorporo di tutte le partecipazioni delle tre maggiori banche ordinarie in aziende industriali, agricole, immobiliari e finanziarie, ma anche ad una completa revisione di tutto l'ordinamento bancario italiano, attuata con la riforma bancaria del marzo 1936. Il Credito Italiano divenne cosi al pari della Banca Commerciale Italiana e del Banco di Roma, una banca di interesse nazionale, con un'attività circoscritta essenzialmente al settore del credito ordinario. Nei venti anni successivi, il Credito allargò comunque la propria rete di sportelli, anche attraverso l'incorporazione di istituti minori. Nel dopoguerra, l'istituto concorse insieme alle altre due banche di interesse nazionale alla costituzione di Mediobanca. Il Credito Italiano aprì la strada delle privatizzazioni uscendo per primo dall'IRI nel 1993. Con la successiva operazione di acquisizione che portò nel 1996 alla nascita di Rolo Banca 1473, l'istituto dette il via alle operazioni di concentrazione nel sistema bancario italiano, mettendo in comune le attività di supporto ma conservando l'individualità di tutti i componenti del gruppo bancario.

Nell'ottobre 1998 il gruppo mutò il proprio nome in UniCredito Italiano a seguito dell'ingresso di Cariverona, Cassa di Risparmio di Torino e Cassamarca. Successivamente sono entrate nel gruppo anche le Casse di risparmio di Trento e Rovereto e di Trieste. UniCredito Italiano è presente su tutto il territorio nazionale con una rete di oltre 2600 sportelli, i dipendenti sono più di 35mila. Alle tradizionali attività di banca commerciale, il gruppo affianca un forte impegno nell'investment banking e nei vari comparti del cosiddetto parabancario (leasing, factoring, credito al consumo, ecc.).

Data aggiornamento: 10/03/1999
Autore della scheda: Giampietro Morreale