Carlo Lanfranchi di Giocondo [numero REA: 2844 Cr (Registro del 1910) e 1795 Cr. (Registro del 1925)] (1866 - 1930)

Sede: Cremona

Tipologia ente: ente economico/impresa

Progetto: Centro per la cultura d'impresa: censimento descrittivo degli archivi d'impresa della Lombardia

Numero REA: 2844 Cr (Registro del 1910) e 1795 Cr. (Registro del 1925)

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività iniziali:
Lanfranchi Carlo e Giuseppe F.lli - società di fatto - - filatura seta

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività finali:
Carlo Lanfranchi di Giocondo - ditta individuale - - filatura seta

Profilo storico
Poche sono le notizie oggi reperibili riguardanti la vecchia filanda Lanfranchi di Cremona. Sappiamo da alcuni documenti conservati presso l'Archivio di Stato che già nel 1852 il commerciante ed esattore Giocondo Lanfranchi gestiva in società col pizzicagnolo Paolo Bianchini, suo genero, una piccola filanda a fuoco, di cui non ci è nota l'ubicazione; tanto più che essa non compare nell'elenco delle principali industrie seriche cittadine, incluso nella Relazione Storica Agricola Commerciale Industriale della Provincia di Cremona pel triennio 1854, 1855, 1856 a cura della Camera di commercio. Nel 1854 il Lanfranchi acquista in pieno centro (contrada S. Gallo, oggi via XX Settembre) una casa con orto, dietro la quale sarebbe sorta la filanda, in un periodo in cui la borghesia cittadina, fatta di negozianti e commercianti facoltosi, afferma la propria ascesa sociale e la sua funzione di guida nella vita pubblica. Otto anni dopo gli subentrano nell'attività i figli Giuseppe e Carlo, che nel 1866 si uniscono in società fondando la «Lanfranchi Carlo e Giuseppe», divenuta ditta individuale intestata a Carlo nel 1875 in seguito al morte del fratello maggiore. La prima caldaia a vapore a 2,5 atmosfere è inaugurata nel 1871. Nel 1895, alla vigilia della morte di Carlo Lanfranchi (26 luglio 1896), insigne personalità cittadina e presidente della locale Camera di commercio dal 1869 al 1881, la filanda, più volte premiata, conta 80 bacinelle attive e 10 inattive, per un numero complessivo di 85 operai fissi e 120 avventizi (tutti adulti). All'inizio del sec. XX l'ing. Remo Lanfranchi, subentrato al padre nella conduzione della filanda, è considerato tra le personalità più importanti dell'industria cremonese. Nel 1902 è tra i promotori, a livello locale, dell'Unione dei filandieri della provincia di Cremona, volta a tutelare gli interessi dei soci e a provvedere ad un'equa distribuzione delle divergenze fra imprenditori e relative maestranze, e, quattro anni dopo, partecipa alla fondazione della Società serica italiana con sede a Milano; tra il 1912 e il 1923 è presidente della Camera di commercio di Cremona al pari del padre.Intorno al 1905 è ottenuta in gestione la grande filanda Zucchi Falcina di Soresina, diretta dal cav. Andrea Solzi (270 operai ca. per 150 bacinelle). Sei anni dopo, nella denuncia presentata alla Camera di commercio e industria (5 giugno 1911), la ditta risulta di proprietà di Remo Lanfranchi e del cugino Ernesto Bianchini, figlio del sopraccitato Paolo, sebbene nel successivo registro del 1925 il primo ritorni ad essere l'unico proprietario. Ampliata e riammodernata nel 1924, la fabbrica di Cremona arriva nel 1929 ad impiegare quasi 200 operai. L'anno successivo, morto Lanfranchi e cessata la ditta, essa è affittata dapprima a Cleante e Amilcare Bertoni («Società anonima F.lli Bertoni e C.») e successivamente ai fratelli Eugenio, Andrea e Libero Parpanesi. Lo stabilimento di Soresina passa, invece, alla ditta Sbarbaro e C. di Milano, che ne gestisce gli impianti fino al 1950. La filanda Lanfranchi è ancor oggi visibile nella sua bella struttura architettonica, nonostante l'abbandono, nel cortile dell'omonima casa in corso XX Settembre 29.

Bibliografia: alcune notizie, sia pur scarse, sulla filanda e in particolare sulla presenza dei Lanfranchi a Soresina, si trovano in Filande soresinesi, Crema, Tipolito Uggé, 1998 e in Gian Paolo Mainardi, Appunti di storia sulle 'vasche della Casa di riposo', in M. Zanibelli, La nostra storia. Fatti e uomini della società pescatori sportivi soresinesi ' Lodovico Ravanelli ' Campione d'Italia e del Mondo ' nel 40° della sua fondazione, Cappella Cantone, Il Galleggiante, 1996.Un breve riferimento allo stabile è contenuto pure in Una bella via di Cremona: corso XX settembre (già contrada S. Gallo), Amministrazione provinciale di Cremona ' Gruppo Fotografico Beltrami Vacchelli, pp. 24-25.

Data aggiornamento: 09/12/2002
Autore della scheda: Matteo Morandi