Pastificio di Chiavenna srl [numero REA: 18249 So] (1960 -)

Sede: Prata Camportaccio

Tipologia ente: ente economico/impresa

Progetto: Centro per la cultura d'impresa: censimento descrittivo degli archivi d'impresa della Lombardia

Numero REA: 18249 So

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività iniziali:
Carlo Moro - Ditta individuale - - - Molino e pastificio

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività finali:
Pastificio di Chiavenna srl - Società a responsabilità limitata - 49.920,00 - 15.85; produzione paste alimentari.

Profilo storico
Il Pastificio di Chiavenna trae le proprie origini da un'attività imprenditoriale della famiglia Moro che prende avvio dalla fine dell'Ottocento. Dopo un soggiorno di tre anni a Chicago negli Stati Uniti, nel 1868 Carlo Moro, originario di Pianazzola, decideva di tornare a Chiavenna per aprire un mulino da farina e un pastificio lungo il fiume Mera. Nel 1889, in seguito alla scomparsa del fondatore, l'attività passava in eredità ai suoi due figli Carlo e Aleandro, che creavano fra loro una società di fatto apportando ciascuno 100 mila lire. Come era stato per il padre, anche la seconda generazione avrebbe affiancato all'attività di produzione di paste alimentari, l'acquisto di numerose partecipazioni in settori diversi, come per esempio quello bancario, elettrico e dei materiali da costruzione. Nei primi anni Trenta, l'impresa (iscritta alla Camera di Commercio di Sondrio con il n. 135), forte di una settantina di dipendenti, apriva due depositi a Milano e Bergamo. Nel giugno del 1940, alla scomparsa di Aleandro Moro, subentravano nella ditta quali eredi comproprietari i suoi figli Rita, Adele (che recederà nel '44) e Aleandro e come usufruttuaria la vedova signora Rosina Cavadini. Le crescenti difficoltà connesse all'evolversi del secondo conflitto mondiale, costringevano l'impresa nel 1943 alla chiusura del deposito milanese e, dal gennaio 1945, ad avviare con i mezzi aziendali un'attività di autotrasporto merci per conto proprio e conto terzi. Nell'aprile del 1949, segno di una certa ripresa, la Ditta Carlo Moro decideva di aprire un nuovo deposito a Lecco, nel quale venivano anche commercializzati farine e paste alimentari. Nel gennaio del 1957, in seguito alla scomparsa di Carlo Moro, gli subentravano nell'impresa i figli Maria, Carlo, Giulio, Vittorino e come usufruttuaria la moglie Maria Fontana. Nella prima parte del 1962, recedevano dalla società la signora Rosina Cavadini e il nipote Vittorino Moro. Nel frattempo, nel maggio del 1960, i due rami della famiglia Moro avevano deciso di avviare una nuova società, la Pastificio di Chiavenna S.p.a. (iscritta alla camera di commercio di Sondrio con il nr. 18249), con un capitale di 1.200.000 lire conferito in parti uguali dai cugini dei due rami. In sostanza, l'attività molitoria e quella della produzione di paste alimentari veniva adesso gestita attraverso la due imprese, che utilizzavano il nuovo e più ampio impianto di Prata Camportaccio. Questa coesistenza sarebbe cessata soltanto nel corso del 1972, quando la società di fatto Carlo Moro veniva liquidata. Il decennio Settanta, avrebbe rappresentato per la Pastificio di Chiavenna S.p.a. un periodo non facile. La crisi economica, infatti, avrebbe ridotto i consumi di pasta, mentre il blocco governativo dei prezzi non avrebbe consentito di compensare i crescenti costi di gestione. La riduzione del personale e un aumento delle esportazioni avrebbero permesso alla società chiavennasca di proseguire l'attività in un settore nel quale molte imprese si erano già arrese alla situazione avversa.

Nel dicembre del 1980, i soci decidevano di trasformare l'impresa in una società a responsabilità limitata e di trasferire la sede sociale da Chiavenna in quella attuale di Prata Camportaccio. L'inversione di tendenza sarebbe avvenuta a metà del decennio Ottanta, ad opera di Luciano Moro esponente della quarta generazione. In quegli anni e vendite di pasta, di pastine dietetiche e di pizzoccheri conoscevano una grande crescita sia sul mercato nazionale e sia su quello internazionale, specie in Svizzera e Canada. Negli anni seguenti, il calo nella vendita di pasta tradizionale sarebbe stato compensato dalla crescita del mercato dei pizzoccheri, della pasta dietetica e di quella all'uovo. Come sempre, alla commercializzazione in proprio della produzione si sarebbe affiancata la produzione per conto di importanti aziende del settore. Sul fronte societario, infine, alla quarta generazione Moro si è ormai aggiunta oggi anche la quinta, facendo così della famiglia Moro una delle dinastie più longeve nel panorama del comparto alimentare nazionale.

Data aggiornamento: 28/02/2007
Autore della scheda: Geoffrey Pizzorni