Cantina sociale cooperativa di Quistello società agricola cooperativa [numero REA: 61133 Mn] (1928 -)

Sede: Quistello

Tipologia ente: ente economico/impresa

Progetto: Centro per la cultura d'impresa: censimento descrittivo degli archivi d'impresa della Lombardia

Numero REA: 61133 Mn

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività iniziali:
Cantina sociale cooperativa di Quistello società agricola cooperativa - Società cooperativa - L. 58.177 - Lavorazione uva

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività finali:
Cantina sociale cooperativa di Quistello società agricola cooperativa - Società cooperativa - - - v. Note

Profilo storico
Costituita nel giugno del 1928 per iniziativa di un gruppo di viticoltori della zona lungo le rive del fiume Secchia, la Cantina sociale di Quistello aderì da subito alla Federazione nazionale delle cantine sociali con sede a Modena, lasciando ai soci la possibilità di scegliere, in base alle proprie esigenze, di collocare sul libero mercato o di conferire alla cooperativa le uve di propria produzione.Già a partire dagli anni Trenta organizzò, tra l'altro, importanti convegni di formazione ed informazione tecnico-economica, esercitando anche sotto questo aspetto un importante ruolo di sostegno al produttore. Nel 1943 aggiunse la lavorazione di frutta, pomodoro, siero di latte ed altro per la produzione di marmellata, concentrati di pomodoro, conserve, mostarde, concentrati di siero, ecc. e dal 1950 la distillazione di sottoprodotti dell'uva e della polpa di frutta per la produzione e vendita di alcool, contemporaneamente ad un primo ampliamento della sede di via Roma, 46.Nell'ottobre del 1960 fu deliberato l'aumento del capitale sociale dalle originarie L. 58.177 a L. 2.702.000. Nel 1975, abbandonate le lavorazioni collaterali e proseguita la sola attività di trasformazione delle uve e vendita di mosti per vino da imbottigliare, si dotò, tra le prime cantine sociali, di un impianto d'imbottigliamento. Cinque anni dopo, nel 1980, l'introduzione della tecnologia nella vinificazione portò ad utilizzare le basse temperature nella fermentazione, aumentando la qualità del prodotto. Pur attenta alle innovazioni, la Cantina di Quistello è rimasta, tuttavia, sempre rispettosa della tradizione e particolarmente attenta al mantenimento della tipicità dei vini e delle loro caratteristiche.Momento qualificante per la cooperativa può essere ritenuto proprio l'inizio degli anni Ottanta, quando con modifica statutaria fu stabilito l'obbligo per i soci del conferimento dell'intera produzione di uve. Almeno fino agli anni Cinquanta erano state coltivate soprattutto l'Uva d'oro e la Barbera, varietà altamente produttive ma con basso grado zuccherino, mentre da allora gli agricoltori, sensibili alle mutate esigenze del consumatore, privilegiarono i Lambruschi, già coltivati nella zona, al punto che oggi la Cantina trasforma da sola oltre il 50 per cento delle uve prodotte in zona Lambrusco della provincia di Mantova. Inoltre, figura una più ridotta produzione di bianchi, specie Trebbiani, ma anche Moscato.Alla metà degli anni Novanta fu progettato un primo investimento con acciaio termocondizionato, a sostituzione parziale delle vasche in cemento, mentre intorno al 2002 fu ulteriormente ampliata la parte in acciaio e l'impresa si dotò di un magazzino per lo stoccaggio del vino.Attualmente i soci sono circa 220-230; la cooperativa, che conta 10 dipendenti e 2 consulenti esterni (un agronomo e un enologo), opera attraverso due canali di distribuzione: circa il 50 per cento della produzione è commercializzata all'ingrosso e l'altro 50 per cento in damigiane o in bottiglia, vendute sia nello spaccio aziendale sia mediante agenti di commercio per la ristorazione.

Data aggiornamento: 01/12/2008
Autore della scheda: Matteo Morandi