Causa pia Migliavacca (1578 - 1786)

Sede: Pavia

Tipologia ente: ente di assistenza e beneficenza

Progetto: Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Pavia

Giovanni Angelo Migliavacca, patrizio pavese, con gli istrumenti 22 marzo 1577 e 27 ottobre 1578 a rogito del notaio Antonio De Luca di Pavia, istituì la pia fondazione di un Collegio di studi ed accademia nel Convento dei minori riformati in Santa Croce a Pavia, con assegno annuo di lire 400 milanesi, "che esigeva di annuo canone perpetuo sopra beni posti nella comune di Mezzano Siccomario dalla famiglia Bonacossa", in seguito alle investiture livellarie del 1586 e del 1601. La proprietà di tali beni venne lasciata dal Migliavacca al Collegio dei mercanti di Pavia, con l'obbligo del pagamento annuo delle dette 400 lire milanesi. Il Migliavacca aveva previsto che, in caso di soppressione del convento, che si verificò nel 1810, la rendita di 400 lire milanesi si convertisse in doti a fanciulle dell'agnazione Migliavacca.

La Camera di commercio - erede legittima del Collegio dei mercanti in esecuzione dei decreti emanati da Giuseppe II del 13 marzo e 24 luglio 1786 (confermati con i successivi decreti 26 agosto 1802, 7 novembre 1806 e 27 giugno 1811 e con l'emanazione del nuovo regolamento diramato con la circolare 23 luglio 1849 n.12878) - sarebbe stata obbligata a versare le 400 lire milanesi all'Amministrazione del Pio Istituto elemosiniere di Pavia - nuova istituzione nella quale vennero concentrate tutte le amministrazioni delle elemosine e doti (decreto di istituzione del 13 maggio 1786 del Consiglio di Governo) - affinché le erogasse in doti per le nubende povere di discendenza Migliavacca; ma avendo il l'Imperial Regio Fisco elevata pretesa per l'interesse della Cassa d'ammortizzazione di proprietà della detta rendita, richiese, con petizione presentata al Tribunale civile di Milano il 27 marzo 1843, il rilascio e pagamento dei canoni arretrati ed esatti.

Risolta la vertenza con il Fisco in favore della Camera di commercio di Pavese con aulico decreto 23 settembre 1846 n. 2804 emesso dal Tribunale di giustizia, rimanevano solo da stabilire le modalità di amministrazione della rendita perpetua. Sia la Camera che l'Istituto pio elemosiniere di Pavia si impegnarono a dimostrare alla Delegazione provinciale i rispettivi diritti sull'amministrazione dell'annua rendita di provenienza Migliavacca.

La lunga vicenda si concluse con l'ordinanza della Congregazione provinciale di Pavia del 3 gennaio 1850, con la quale si definì la controversia della pertinenza dell'erogazione delle rendite della Pia Causa Migliavacca, che si ritenne ex lege demandata alla Direzione del Pio Istituto Elemosiniere, mentre la Camera rimase in possesso delle proprietà Migliavacca in quanto erede.