Istituto professionale di stato per l'industria e l'artigianato - IPSIA Ambrogio Necchi (1907 -)

Sede: Pavia

Tipologia ente: enti di istruzione e ricerca

Progetto: Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Pavia

Intestato all'industriale pavese cavaliere del lavoro Ambrogio Necchi, l'Istituto trae le sue origini dalla Scuola professionale di Pavia, fondata nel 1907 dalla Pia causa dell'industria, dell'allora Congregazione di carità, che amministrò la Scuola fino all'anno scolastico 1933-1934.
Dopo una gestione a cura del Consorzio obbligatorio provinciale per l'istruzione tecnica, che faceva capo al Consiglio provinciale delle corporazioni, a partire dal 1 ottobre 1955 fu costituito il "Consorzio per la gestione della Suola professionale Ambrogio Necchi di Pavia", con durata di 10 anni (considerato tacitamente rinnovato di decennio in decennio) e con sede presso la Camera di commercio industria e agricoltura di Pavia.
Tale Consorzio, costituito da Comune, Amministrazione provinciale e Camera di commercio industria e agricoltura di Pavia, nacque con lo "[...] scopo di mantenere le funzioni e di gestire la Scuola suddetta, secondo l'ordinamento che sarà stabilito da apposito regolamento, avuto riguardo ai seguenti scopi:
a) di impartire un'istruzione professionale atta ad avviare i giovani al lavoro delle officine e a contribuire alla creazione di mano d'opera qualificata;
b) di contribuire attraverso una specifica preparazione alla elevazione e all'aggiornamento di operai dotati di particolare volontà ed attitudine;
c) di avviare ad un senso di più alta dignità e consapevolezza il lavoro artigiano e di officina.[...]".
L'Istituto, inizialmente insediato a Pavia in locali appositamente costruiti in via Volta 19 con la sistemazione della zona di Santa Maria alle Cacce, fu provvisoriamente trasferito nella cessata Civica scuola di pittura, in piazza Ghislieri 4, messa a disposizione dal podestà di Pavia.
Nel 1939, per volere della Camera di commercio, la Scuola Necchi ebbe un nuovo definitivo edificio, progettato dall'arch. ing. Carlo Morandotti, e costruito su un'area donata dal Comune di Pavia in piazza Marconi 6. Il nuovo fabbricato, gli impianti, le attrezzature tecniche e didattiche, furono ceduti gratuitamente al Consorzio per la gestione della scuola. L'Istituto era retto da un Consiglio di amministrazione composto dal presidente della Camera di commercio di Pavia che lo presiedeva, da tre rappresentanti camerali, da due comunali, da due dell'Amministrazione provinciale e da un rappresentante per ogni ente pubblico o di diritto pubblico che ne facesse o che entrasse a far parte del Consorzio e che avesse assunto un impegno di contributo annuo non inferiore da 2 milioni di Lire. Ogni ente, ditta o società privata, che facevano parte del Consorzio, era tenuto alla corresponsione di un contributo statutario, necessario al funzionamento della scuola, stabilito dal Consiglio di amministrazione. Quest'ultimo era coadiuvato, per quanto riguardava l'attività, il funzionamento e il potenziamento della Scuola, da una Commissione tecnica consultiva presieduta anch'essa dal presidente della Camera di commercio.
Dal punto di vista della formazione, l'offerta era vasta e prevedeva anche corsi serali e per studenti lavoratori. Erano, infatti, attivi corsi per elettricisti, meccanici, muratori, capimastri e, a testimonianza della vicinanza della Scuola alla popolazione, nel 1946 fu previsto anche un corso per partigiani reduci ed ex internati.
Dopo oltre sessant'anni di attività, il 30 giugno 1968, i corsi terminarono e il 1 ottobre il Consorzio cessò la propria attività e fu liquidato.
Con l'anno scolastico 1968-1969, alla scuola subentrò l'Istituto professionale di Stato per l'industria e l'artigianato-IPSIA, ospitato nei locali dell'ex scuola Necchi. In una lettera indirizzata, il 13 giugno 1967, dal presidente della Camera di commercio di Pavia, Alberto Ricevuti, al Provveditore agli studi e al sindaco di Pavia si legge infatti che "[...] Il Consiglio di amministrazione del Consorzio per la gestione della scuola professionale "A. Necchi", riunitosi stamane presso questa sede per esaminare la trasformazione della scuola in Istituto professionale per l'industria e l'artigianato, ha deciso, in conformità ai suggerimenti forniti dal Ministero della pubblica istruzione, di cedere in uso gratuito tutte le attrezzature ed il materiale della Scuola all'istituendo Istituto professionale per l'industria e l'artigianato che dovrebbe iniziare regolarmente i propri corsi a partire dal 1 ottobre pv.[...]".
In questo contesto è nato l'Archivio della Scuola professionale "A. Necchi", che conserva documentazione che va dalla fine dell'Ottocento agli anni Novanta del Novecento.
Il fondo raccoglie documentazione relativa all'amministrazione della Scuola, alla sua gestione economica, finanziaria, del personale e degli studenti, all'attività didattica. Oltre a mandati di pagamento, reversali di cassa, registri contabili, mastri e libri paga, fascicoli del personale, sono presenti verbali, copie dello Statuto e del regolamento, documentazione inerente l'organizzazione e la gestione dei corsi di addestramento, nonché corrispondenza che mostra i legami con altre istituzioni pavesi del Novecento. Particolarmente interessante risulta il materiale didattico che comprende disegni, tavole e materiali realizzati dagli studenti, oltre che un gruppo consistente di fotografie, in bianco e nero di vario formato, raffiguranti allievi, aule, fabbricato della scuola ed eventi scolastici. Si segnala anche la presenza della bandiera e della coccarda della scuola e del registro degli allievi licenziati corredato dalle fotografie degli studenti. Di notevole interesse, poi, il libro "Scuola serale di commercio", con tavole di vari campioni di materiali come filati, legnami, metalli, pelli, cuoi, tele, e il libro dei quesiti, del 1877, a cura degli alunni del primo corso della Scuola serale di commercio.
Le carte, preziose testimoni di un passato a noi vicino, evidenziano inoltre il passaggio di consegne al nuovo Istituto professionale di Stato per l'industria e l'artigianato-IPSIA, successore della grande scuola che ha formato professionalmente moltissimi pavesi e studenti provenienti da varie provincie italiane.
L'eredità lasciata dalla Scuola Necchi negli anni Settanta non si è concretizzata, però, solo nei beni materiali (edifici, strumentazione tecnica, corredi) ma anche, e soprattutto, nel grande bagaglio educativo, pedagogico, culturale, professionale e nel nome di "Ambrogio Necchi" grande protagonista dell'industria e della storia economica della provincia di Pavia e delle scene nazionali ed internazionali.

Note
1) Consorzio per la gestione della Scuola professionale "Ambrogio Necchi" di Pavia, Statuto", Pavia - Premiata tipografia Fusi, pag. 3 - CCIAA III fase, Scuola Necchi, fasc. 5 - Necchi
2) Cfr. verbale di chiusura del 9 marzo 1972, CCIAA III Fase, Scuola Necchi, fasc. 6 - Necchi
3) Cfr. CCIAA III Fase Necchi, fasc. 4 - Necchi
4) Cfr. corrispondenza tra la Camera di commercio di Pavia e il preside dell'IPSIA relativa all'intitolazione ad "Ambrogio Necchi" dell'Istituto professionale, CCIAA III Fase, Scuola Necchi, fasc. 177 - Necchi.