Casati Carlo (Milano 1918 marzo 19 - Milano 2004 marzo 10)

Progetto: Politecnico di Milano: Guida alle fonti documentarie dell'architettura del Novecento a Milano e in Lombardia

Professione: architetto

Carlo Casati nasce a Milano il 19 marzo 1918, è il quarto dei cinque figli di Maria Cena e dell'avvocato Giovanni Casati detto Gianfranco.
Dopo il ginnasio ed il liceo classico frequentati al liceo Manzoni in via Orazio a Milano, assecondando la volontà del padre, si iscrive alla facoltà di architettura del Politecnico di Milano, rinunciando a frequentare l'Accademia di Brera dove avrebbe potuto approfondire gli studi di scultura e pittura: la sua prima passione.
Durante il periodo estivo degli anni universitari, in pieno regime fascista, presta il servizio pre-militare come allievo ufficiale, ma all'approssimarsi della seconda guerra mondiale diventa ben presto tenente, passando dalle aule universitarie alla scuola ufficiali di Pavia per poi partire per il fronte greco-albanese col 1° battaglione artieri del Genio-Alpino. Successivamente il suo reparto, tornato a Villafranca (Verona), parte per la campagna di Russia.
Una disposizione militare favorevole agli studenti gli permette di ritornare in Italia per conseguire la laurea in architettura, con una delle ultime tradotte prima della ritirata generale.
Conseguita la Laurea in Architettura il 16 luglio 1943, ritorna alla vita militare a Cisano del Garda, ma il giorno dell'armistizio (8 settembre 1943) viene fatto prigioniero dei tedeschi e portato in Germania, non avendo voluto aderire alle forze tedesche, né optare per la Repubblica Sociale Italiana. Iniziano così due anni di prigionia in vari campi in Germania, Polonia e Olanda durante i quali tiene segretamente un diario personale di impressioni più che di fatti che darà in stampa nel 2002 con il titolo "Beton, diario di prigionia".
Tornato in Italia nel settembre del 1945, inizia la professione di architetto.
Carlo Casati si iscrive all'albo professionale degli Architetti di Milano in data 11 febbraio 1946 con il n° 192 e due anni dopo, il 27 luglio 1948, si tessera come socio effettivo n° 86 al Collegio degli Architetti.
Per un breve periodo lavora presso uno studio professionale di Milano, poi passa alla libera professione insieme all'architetto Carlo Braga, suo compagno negli studi universitari, aprendo lo studio presso la casa paterna in via Alberto da Giussano n° 7; in questo, sia pur breve periodo di collaborazione, i due architetti pubblicarono alcuni volumi tecnici della collana "Documenti" dell'editore Vallardi e scrissero alcuni articoli sulla rivista "Stile" diretta da Gio Ponti (1946).
Il 25 maggio 1949 l'architetto Carlo Casati si sposa con Liliana Canova, da cui avrà due figli nati il 19 febbraio 1950 (Stefano) e il 31 ottobre 1954 (Maria Alessandra). Con l'inizio della vita coniugale, sposta sia la residenza sia lo studio professionale in via Giotto n° 9 e, già chiusa la collaborazione con l'arch. Braga che abbandona la libera professione, accetta l'incarico di insegnante di "tecnica per la costruzione del mobile" nella scuola di formazione artigiana di Cesano Maderno.
L'esperienza didattica dura solo pochi anni e, dopo un intermezzo di un solo anno dedicato alla progettazione di stand per ditte espositrici alla Fiera di Milano, inizia la piena attività di architetto e libero professionista aprendo lo studio in Corso di Porta Vittoria n° 16.
Numerose sono le opere legate al suo nome, sia nel settore privato sia in quello pubblico, progettazioni con direzione lavori di complessi ed edifici sia nel campo costruttivo ed architetture d'interni.
In particolare la sua specializzazione nella progettazione di strutture ospedaliere e per la sanità, iniziata già nel 1953 con la progettazione per la nuova costruzione del Complesso Poliambulatoriale Falk, verrà ad affermarsi e resterà costante per tutta la sua carriera. Per queste competenze ha partecipato anche al Consiglio Nazionale del CNETO (organo ufficiale del centro nazionale per l'edilizia e la tecnica ospedaliera), è stato membro di giuria internazionale ed ha svolto consulenza tecnica anche all'estero.
Altro campo specifico delle sue progettazioni, soprattutto negli anni sessanta, sono le infrastrutture per le autostrade, partecipando alla realizzazione dell'autostrada Serravalle - Milano - Ponte Chiasso, la prima autostrada italiana di iniziativa pubblica: un esempio è la realizzazione dell'autogrill di Dorno.
Nel 1979 sposta lo studio da Corso di Porta Vittoria nei locali di via De Alessandri n° 1, che resterà operativo fino alla chiusura datata alla fine del 2001: il termine del ciclo di vita architettonico-professionale è stata dall'architetto ufficializzata con un opuscolo augurale in cui inserisce il suo epitaffio professionale.
Parallelamente alla sua attività professionale, l'architetto coltiva l'hobby della medaglistica che gli ha permesso di realizzare in parte quello che è stato sempre un suo desiderio: la scultura. Molte sono le medaglie studiate e progettate nel corso della sua vita, e quelle messe in produzione sono state tutte realizzate dalla Jonson Medaglie.
Inoltre la sua necessità comunicativa sia per la propria filosofia progettuale sia per quanto riguarda il suo intimo, trova espressione nell'attività editoriale attraverso libri ed articoli prettamente architettonici così come di argomento poetico o di esperienza personale e partecipando saltuariamente a riviste e pubblicazioni tecniche.
Dopo la chiusura ufficiale dell'attività di architetto nel 2001, si è dedicato alla sistemazione del proprio archivio: impegno solo iniziato ed interrotto a causa della morte sopraggiunta il 10 marzo 2004.

Bibliografia
- Casati 2002 = C. Casati 28724, Beton, diario di prigionia, Mantova Thorn - Cestokova - Cholm - Deblin Irena triangolo - Deblin fortezza - Lathern Oberlangen - Soltau - Monaco - Italia, 1943 millenovecento45, stati d'animo, impressioni, da allora ... ad oggi ... per un domani di pace, Cremona 2002

Compilatori
Bertasa Anna, Archivista