Secchi Luigi Lorenzo (Avenza 1899 marzo 16 - Milano 1992 febbraio 16)

Progetto: Politecnico di Milano: Guida alle fonti documentarie dell'architettura del Novecento a Milano e in Lombardia

Professione: ingegnere

Luigi Lorenzo Secchi nacque il 16 marzo 1899 ad Avenza, in provincia di Massa Carrara, dove conseguì la licenza fisico matematica, ma sua città di adozione fu Milano: qui si trasferì, dopo un triennale periodo di degenza ospedaliera a Bologna dovuto alle gravi ferite riportate durante la guerra, rimanendovi fino alla morte, sopraggiunta il 6 febbraio 1992, dopo una lunga e operosa vita.
Laureatosi in ingegneria industriale al Politecnico di Milano nel dicembre 1924, trascorso un brevissimo periodo all'ufficio progetti della Montecatini, quando, nel 1925, partecipò a un concorso internazionale per la progettazione di una nuova città presso Alessandria d'Egitto, denominata Sidi-Gaber; lavorava già come ingegnere avventizio al Comune di Milano: vi avrebbe svolto una rapida carriera, iniziata distinguendosi come ideatore di moderni esempi di edilizia scolastica, concepiti secondo orientamenti progettuali e criteri di insegnamento in linea con le ricerche d'oltralpe. Ma fu nell'architettura sociale, dedicata allo svago e allo sport, che esplicò la sua opera di innovatore, costruendo nel 1929, in via Ponzio, la prima piscina all'aperto della città, cui seguirono numerose altre, nonché i primi campi sportivi, che volle distribuiti capillarmente nelle aree periferiche, nel tentativo di dotare equamente ogni zona della città di attrezzature sportive.
Partecipò altresì al rinnovamento edilizio di Milano, perseguito dal regime, desideroso di disporre di una capitale in grado di competere con le principali metropoli europee, oltre che ristrutturando e "modernizzando" i grandi impianti dell'Arena, dello stadio civico e del Lido, realizzando la più grande piscina coperta dell'Europa del tempo, intitolata a Roberto Cozzi, che gli valse riconoscimenti in Italia e notorietà all'estero, come pure alcuni edifici pubblici, quali il Palazzo delle milizie, la Casa del mutilato e il complesso per la sede della prima Zona aerea territoriale dell'Aeronautica militare.
Se già dalla metà degli anni trenta partecipò alla redazione di varianti e piani particolareggiati per Milano, nonché al dibattito nato intorno all'applicazione del piano regolatore di Cesare Albertini, divenne il principale protagonista della sua revisione dal 1939, quando fu nominato capo della neonata divisione urbanistica dell'ufficio tecnico municipale e membro effettivo dell'Istituto nazionale di urbanistica. Autore di una proposta per un nuovo piano regolatore, studiata durante la guerra come tempestiva attuazione della legge urbanistica del 1942, presentata alla vigilia della liberazione e solo ufficialmente ignorata dalla nuova amministrazione, nel 1946 partecipò ai lavori della commissione centrale per lo studio e la redazione del piano regolatore del dopoguerra.
Impegnato anche come pubblicista, di molti suoi scritti resta testimonianza tra le pagine del "Politecnico" di cui fu redattore dal 1928 al 1938, come di numerose riviste dell'epoca, mentre, dopo il 1945, più ardua è la ricostruzione della sua pur attiva presenza nel dibattito cittadino, in quanto si valse sovente di pseudonimi, quando non dell'anonimato, per comunicare il proprio pensiero su "Il Tempo di Milano", "La Patria unita", "Il Corriere Lombardo" o altre testate.
Dal 1947 operò, dapprima come libero professionista, nel campo industriale, costruendo le sedi milanesi di rappresentanza e le strutture produttive di diverse società tessili (Cotonifici Maino e Carminati e Lanificio Ugo Rista) e realizzando importanti insediamenti terziari e industriali, tra cui l'imponente insediamento di Villacidro (Ca), per la Snia Viscosa, di cui fu condirettore generale tecnico dal 1959 al 1969, negli anni del boom economico, e per cui diresse la costruzione di impianti idroelettrici e centrali termoelettriche (Alto Meduna, Silisia).
In questo periodo il suo nome è legato a prestigiose consulenze teatrali e a importanti committenti privati milanesi: Aldo Garzanti, che gli affidò la costruzione di una moderna tipografia e legatoria, Ferruccio Landriani, per cui curò il "restauro" del Circolo della stampa, in Palazzo Serbelloni, Franco Marinotti, l'industriale Luigi Clivio e Antonio Ghiringhelli, rispettivamente per le ristrutturazioni di appartamenti e della elegante villa di via XX Settembre, il finanziere Bernardo Caverzasio, per la realizzazione di due sedi bancarie a Chiasso e a Lugano.
Se Luigi Lorenzo Secchi deve la sua fama internazionale alla ingegnosa ricostruzione del teatro alla Scala, dopo le distruzioni operate dai bombardamenti dell'agosto del 1943, pressoché sconosciuta è tuttavia l'opera che, come architetto conservatore, svolse per il teatro dal 1932 al 1982: cinquanta anni durante i quali, ridisegnati i ridotti dei palchi (1936), delle gallerie (1955) e della platea (1957), rifatto completamente il palcoscenico (1938, 1970), dotato il teatro di nuovi e funzionali spazi di servizio (biglietterie, sala prefabbricata per i concerti, laboratori, depositi), le sue assidue cure e attenzioni ne permisero il costante adeguamento ai mutamenti delle esigenze del pubblico, garantendo un ininterrotto finanziamento.
Numerose le onorificenze conferitegli dallo Stato, dal Comune di Milano (medaglia d'oro tra i cittadini benemeriti, nel 1956) e da associazioni culturali e professionali, tra cui il Collegio degli ingegneri di Milano, che, per mano di Ignazio Gardella, nel 1988, lo insignì della medaglia di socio benemerito.
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Testo di Elisabetta Susani, pubblicato in "Milano dietro le quinte. Luigi Lorenzo Secchi", a c. di E. Susani, Electa, Milano 1999, p. 211.

Bibliografia
- Susani 1999 = Elisabetta Susani, Milano dietro le quinte. Luigi Lorenzo Secchi, Electa, Milano, 1999

Compilatori
Piccolo Olga, Storica dell'arte