Borghi di Lombardia: Corenno Plinio, Dervio (LC)

 

 

Borgo di Corenno Plinio

Il borgo di Corenno Plinio, che non va confuso con la località “Borgo” situata nella zona dell’imbarcadero, corrisponde all’area intorno al Castello degli Andreani e alla Chiesa di S.Tommaso di Canterbury, già cappella patronale della nobile famiglia.

Castello

Entrambe le costruzioni si affacciano sulla piazza principale, insieme alle tre “Arche Andreani“, due delle quali sono addossate al prospetto dell’edificio di culto e la terza al muro di cinta della fortezza. L’insieme è di grande pregio architettonico e decorativo, tale da rendere la piazza di Corenno uno dei luoghi più rappresentativi dell’arte gotica sul Lario lecchese, patrimonio che si arricchisce anche della pregevole facciata della non lontana prepositurale dei SS. Giorgio, Nazaro e Celso di Bellano e del chiostro di Piona.

Ulteriore fascino del borgo è dato dall’aspetto pittoresco del nucleo abitato, dove le case sono addossate una all’altra e dove le strette vie scendono fino al lago con ripide scalinate (le cosiddette “scalotte”), scavate direttamente nella roccia. Un tempo, in prossimità degli incroci, massicce porte sbarravano il passaggio in caso di pericolo.

Scalotta

Sulla riva si trova il porticciolo, con muraglioni che si protendono a tenaglia, rifatti tra il XIX e il XX secolo. Sin dal Medioevo esso forniva riparo alle imbarcazioni da pesca (attività svolta dalla comunità locale fino alla metà del secolo scorso). Poco oltre, lungo la sponda del lago, la darsena commissionata da Gianmaria Andreani tra il 1809 e il 1810, testimonia l’operato di Luigi Cagnola, noto esponente dell’architettura neoclassica.

Vie del borgo

Notizie storiche
Corenno Plinio è una frazione lacustre di Dervio, e, come tale, ne ha condiviso le vicende storiche. Fu infeudata nel 1271 dall’Arcivescovo di Milano agli Andreani.

Verso la fine del XIII secolo la chiesa di S. Tommaso di Canterbury fu citata nel “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani“, ma la sua non comune dedicazione fa pensare ad una fondazione prossima alla data del 1170, anno di morte del santo titolare.

Castello e Campanile della Chiesa di S. Tommaso Becket

A un’epoca ancor più lontana rimandano gli esiti di recenti indagini archeologiche che hanno individuato tracce di un castelliere di età preistorica sul rilievo attualmente occupato dal castello-recinto degli Andreani (i castelli-recinti davano un riparo alla popolazione che, in caso di pericolo, vi si rifugiava insieme al bestiame e ai generi di sopravvivenza). La struttura si innalza in cima a un promontorio roccioso con due svettanti torri. Quella sul lato est, attribuita al X secolo, fu inizialmente concepita come unità isolata con probabile funzione di avvistamento e di segnalazione; presumibilmente nel XVI secolo, per volontà degli Andreani, fu inglobata nella cortina muraria dove si apre, nell’angolo sud-ovest, un caratteristico portale sormontato da una torre a vela recante lo stemma di famiglia. Questo compare pure sulle celebri arche, una delle quali, del 1371, è addossata al muro di cinta. Essa, in origine, si trovava all’interno della chiesa e fu collocata nella posizione attuale nel 1870.

Chiesa di S. Tommaso Becket

Arche Andreani

La chiesa, addossata al lato meridionale del castello degli Andreani, è caratterizzata da due maestosi monumenti funerari, detti “Arche” poggianti sulla facciata a capanna, intonacata, su cui si apre il portale in serizzo. Le murature perimetrali sono in pietra a spacco irregolare rasata con intonaco rustico. Nei paramenti murari compaiono frammenti eseguiti a corsi regolari con pietre squadrate in sasso di Moltrasio o nero di Varenna. L’interno si presenta ad aula con due cappelle laterali e presbiterio coperto da cupola emisferica.

Monumento funebre, 1275-1299 marmo bianco/ marmo nero/ scultura – cm 300 x 400

Il monumento (immagine  è formato da un imponente sarcofago su cui poggia una struttura a edicola con arco a sesto acuto. Il basamento presenta un motivo geometrico caratterizzato dall’alternanza di conci marmorei bianchi e neri. Colonne binate, con capitello corinzio, sostengono la parte superiore dove si ripete il gioco di policromia. Sotto l’innesto del tetto a spioventi si vedono gli stemmi della famiglia Andreani, mentre sulla chiave di volta si trova l’immagine di Cristo Benedicente. Sulla parete di fondo è murata una lapide attestante la sepoltura di Giovanni Maria Andreani, ultimo esponente della famiglia ad esservi seppellito, nel 1774. L’arca è la più antica dei tre monumenti funebri degli Andreani che si affacciano sulla piazzetta di Corenno Plinio. In assenza di documenti è difficile stabilire una datazione certa. Ne è stata, tuttavia, ipotizzata una datazione verso la fine del XIII secolo, come possibile tomba di Andrea Andreani, la cui investitura fu voluta da Ottone Visconti nel 1271.

Monumento funebre, 1371 marmo bianco/ marmo nero/ scultura – cm 200 x 400

Il monumento presenta un semplice basamento marmoreo a fasce bianche e nere che sostiene due coppie di colonne, a loro volta reggenti il sarcofago. Questo mostra, sul lato frontale, formelle quadrate con i simboli dei quattro evangelisti (leone, bue, angelo e aquila). Da una seconda coppia di colonne binate, poggianti sull’urna, si eleva un fregio polilobato con pinnacoli. Nella guglia centrale, ornata dai tipici gattoni, è posto lo stemma Andreani, a sua volta sovrastato da Cristo. L’arca, caratterizzata da un accentuato decorativismo, si trovava originariamente nella chiesa di S. Tommaso Canterbury. E’ la meno antica delle tre, che si affacciano sulla piazzetta di Corenno Plinio. Presenta un’iscrizione, sul fronte e sul lato destro dell’urna, da cui si ricava che fu realizzata per Balzaro Andreani, nel 1371, per iniziativa del figlio Stefano.

Monumento funebre, 1340-1360 marmo bianco/ scultura – cm 400 x 500

Il monumento è formato da un basamento caratterizzato da un motivo a fasce chiare e scure alternate, su cui poggia una struttura a edicola con arco a sesto acuto, abbellito da un raffinato motivo a traforo. Superiormente una coppia di colonne binate poggia sul dorso di due delle immagini simboliche degli evangelisti raffiguranti, rispettivamente, il leone (S. Marco) e il bue (S. Luca). Le immagini dell’aquila (S. Giovanni) e dell’angelo (S. Matteo) sono, invece, scolpite su formelle poste ai lati interni dell’edicola. Il timpano è contraddistinto dalla presenza degli stemmi Andreani, ai lati, mentre al centro è posta la figura dell’Ecce Homo. Sugli acroteri laterali s’innalzano le statue a tutto tondo dell’Arcangelo Gabriele e della Vergine mentre al vertice si trova il Crocifisso. Anche il fronte del sarcofago è ornato da riquadri: al centro la Madonna in trono con Bambino, affiancata da angeli reggi cortina, ai lati S. Giovanni Battista e S. Tommaso di Canterbury, alle estremità S. Pietro e S. Caterina d’Alessandria. In assenza di documenti è difficile stabilire una datazione certa del monumento. Ne è stata, tuttavia, ipotizzata, su basi stilistiche, una datazione alla metà del XIV secolo.

Chiesa di S. Tommaso Becket- Notizie storiche
L’edificio di culto, costruito presumibilmente negli anni successivi alla morte e canonizzazione di S. Tommaso Beckett, avvenuta nel 1170, aveva originariamente la funzione di cappella privata.
A partire dal 1327 divenne chiesa effettiva con un proprio cappellano, legato alla famiglia degli Andreani, che erano i proprietari dell’adiacente castello.

Nel 1576 fu insignita del titolo parrocchiale. Fra i vari interventi che interessarono l’edificio nei secoli successivi si segnalano la realizzazione della facciata a capanna, con portale del 1698, la costruzione della cappella laterale dedicata a S. Giuseppe e di quella intitolata alla Madonna, con altare a colonne tortili in marmo nero del 1703; l’ampiamento del presbiterio, effettuato nel 1795 e alcune modifiche della struttura del campanile.

L’interno, dove si trova ancora il pavimento in lastre di calcare di Varenna posate nel 1705, presenta notevoli resti di affreschi. Essi risalgono per lo più a una campagna decorativa della prima metà del XIV secolo, ad eccezione, forse, del lacunoso S. Francesco che riceve le stigmate, sulla parete sinistra, ritenuto quattrocentesco, e dell’affresco datato “1538” che raffigura la Madonna in trono con Bambino e santi, sulla parete destra, inserito in un’imponente edicola dipinta, a sua volta sormontata dallo stemma del donatore, Sigismondo Andreani.

Il testo è tratto da BellaLombardia. L’app è disponibile per dispositivi con sistema operativo Android e iOS ed è scaricabile gratuitamente da Google play e App Store (momentaneamente non disponibilie).

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Pubblicato: 18 Ottobre 2018 [cm]