Borghi di Lombardia: San Colombano al Lambro (MI)

 

Io non conosco luogo che in positura sì poco elevata si vegga intorno a sé si vasto prospetto di nobilissime terre; sol che tu giri d’attorno l’occhio, ti si offrono innanzi Pavia, Piacenza, Cremona.  A tergo abbiamo le Alpi che dividono dalla Francia e che colle sue nevose cime cinte dalla nubi par che tocchino l cielo, dinanzi gli occhi mi sta l’Appennino e immenso numero di terre e di castelli Veggo infine sotto ai miei piedi il Po che con vasto giro serpeggia fra i pingui colti della sottoposta pianura“.

Castello e il parco

Castello

Con queste parole Francesco Petrarca nel 1353 descriveva la collina di San Colombano e il suo “borgo insigne”, dominato dai resti del Castello Belgiojoso ricostruito da Federico Barbarossa nella seconda metà del XII secolo. Caratterizzato dall’imponente torre d’ingresso e dal quattrocentesco torrione occidentale, nota come Torre Castellana o Torre Grossa, questa fortificazione cambiò più volte proprietà divenendo sede delle principali famiglie nobili lombarde, tra le quali i Toriani, i Visconti e i Belgioioso, e persino parziale possedimento dei monaci della Certosa di Pavia.

Ingresso del Castello

Castello

Poco discosta la chiesa parrocchiale dedicata a San Colombano Abate, che venne fondata sul finire del Quattrocento e ampliata nel secondo quarto dell’Ottocento, donandogli l’attuale assetto neoclassico. Voluta direttamente da Papa Giulio II, la chiesa conserva oggi al suo interno numerose opere d’arte, tra le quali la pala della Crocifissione di Bernardino Campi, autore anche degli affreschi commissionati dai monaci certosini nel 1576 per l’oratorio del castello demolito nel 1836.

A Giovanni Battaggio e Giovanni Antonio Amadeo è invece attribuito il progetto dell’oratorio di proprietà privata dedicato a San Rocco. Questo fu edificato all’inizio del XVI secolo con pianta ottagona e con evidenti richiami alla cultura figurativa del Bramante.

Di grande importanza anche la chiesa di San Giovanni Battista, di fondazione tardoromanica e d’estetica barocca, la quattrocentesca chiesa di San Francesco, con facciata incompiuta, la Villa Belgioioso, con il suo parco pertinenziale, e il borgo storico di San Colombano, al quale si accede attraverso il Portone di Borgo Ratto realizzata nel 1691.

Strada del borgo

Notizie storiche
La fondazione di San Colombano al Lambro è tradizionalmente ascritta all’omonimo monaco irlandese del V-VI secolo che qui introdusse la coltivazione della vite con il permesso della Regina Teodolinda. Sebbene sia ancora avvolta nel mistero la fondazione di questo borgo, i ritrovamenti di numerosi resti archeologici risalenti all’età del bronzo, attestano che il suo territorio fu abitato dall’epoca antica da popolazioni aperte agli scambi commerciali, come documenta il rinvenimento di una moneta cartaginese.

Collocato in posizione strategica vicino a importanti vie di comunicazione e poco discosto dalla via fluviale del Lambro, il borgo fu per secoli terra contesa tra monasteri e nobili e tra i signori di Milano e di Lodi, che sul medesimo colle edificarono due distinte fortificazioni rivali: il milanese castello dei Landriani e la lodigiana rocca di Mombrione.

Castello

Strada del borgo

Il primo fu distrutto nel 1154 da Federico Barbarossa, che nel 1163 decise di spianare le macerie erigendovi un nuovo borgo circondato da imponenti mura e dominato da un grande castello. Tornata di proprietà alle signorie milanese il borgo non subì molte modifiche sino all’ascesa dei Visconti, che decisero di ampliare ulteriormente la struttura difensiva della fortezza e dell’abitato, realizzando un fossato e i bastioni della cerchia murata, oltreché bonificare il territorio che da qui si estendeva verso il Lambro.

Via del borgo col portone d’ingresso al paese

Ulteriori distruzioni si ebbero con la protezione del borgo da parte Giovanni Vignati, signore guelfo di Lodi del XIV-XV secolo, con il ritorno dei Visconti, con la conquista da parte del Colleoni a favore della città di Venezia, con le lotte tra francesi, spagnoli e gli Sforza e, nel XVI secolo, con la conquista armata dell’esercito di Carlo V capitanato da Ludovico Barbiano di Belgioioso.

Ritornato in possesso dei monaci certosini nel 1538, il borgo di Sant’Angelo rimase di proprietà monastica sino alla soppressione della Certosa pavese del 1782, quando ritornò la Famiglia Belgioioso che dimorò nel castello sino al 1960 circa. In tale data la proprietà fu ceduta alla parrocchia, che ancora oggi ne detiene il possesso.

Risorse collegate

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Pubblicato: 12 Dicembre 2018 [cm]