Galleria dell'Accademia Tadini, Lovere (BG)

Tipologia: museo
Indirizzo: Via L. Tadini, 40 - Lovere (BG)
Ente proprietario: [ente morale; gestita da una Fondazione]
Sito web

Immagine

Il museo dell'Istituto di belle arti Tadini, aperto nel 1828 dal conte Luigi Tadini, è un raro esempio di galleria di primo ottocento e raccoglie una serie di collezioni (archeologica; grafica; di dipinti e sculture; di mobili, strumenti musicali, vetri e porcellane, medaglie, armi e armature) che traggono origine dal collezionismo del conte. Sede dell'istituto è l'edificio neoclassico fatto appositamente costruire dallo stesso conte in riva al lago d'Iseo.


Profilo storico

L'Accademia Tadini viene fondata nel 1828 dal conte Luigi Tadini come centro di educazione artistica per i giovani. L'istituzione comprendeva due scuole, di disegno (attiva fino a metà del secolo scorso) e di musica (ancora operante, con corsi di pianoforte, organo, violino, violoncello), e una Galleria destinata ad esporre le opere d'arte (dipinti e oggetti antichi) raccolti dal conte a partire dalla fine del Settecento, qui trasferiti dal palazzo di famiglia a Crema.

Sede dell'Accademia è l'imponente edificio neoclassico fatto costruire dal Tadini tra il 1821 e il 1825, che si affaccia sul lago. Nel corso del tempo la Galleria si è arricchita tramite lasciti e donazioni, fra cui quello di Francesco Zitti, che comprende arredi e dipinti, tra i quali una tela di Pitocchetto.
A questo primo nucleo si sono aggiunte donazioni di opere di artisti contemporanei, quali Attilio Nani e Pietro Brolis, che comprendono sculture, disegni, stampe, medaglie. Con questi materiali, e con le opere contemporanee acquisite a seguito delle mostre organizzate dall'Accademia, si è allestita, in nuovi spazi appositamente creati, la sezione d'arte moderna e contemporanea, inaugurata nel maggio 2004.

La manutenzione delle opere è garantita da un laboratorio di restauro, aperto nel 1989 con il sostegno dell'Associazione Amici del Tadini.
L'Accademia, gestita da una Fondazione, cura anche mostre d'arte, e dal 1927 organizza una prestigiosa stagione di concerti di musica da camera.
Particolare cura è riservata allo svolgimento dell'attività didattica per le scuole di ogni ordine e grado.


Patrimonio

Il nucleo originario delle raccolte, frutto del collezionismo del conte Luigi Tadini, si è poi grazie a lasciti e donazioni. Il museo è stato recentemente riordinato scientificamente.

Le raccolte archeologiche comprendono circa 400 pezzi, (monete, vasi, fibule e bronzetti).

Appartengono alla Galleria più di 550 dipinti, in gran parte esposti, che vanno dal Trecento al Novecento. Fra gli artisti principali si possono ricordare: Jacopo Bellini, Paris Bordon, Fra' Galgario, il Pitocchetto e numerosi pittori cremaschi e di scuola veneta, acquistati direttamente dal conte all'epoca delle soppressioni napoleoniche. Le sculture in marmo commissionate direttamente dal Tadini ad Antonio Canova, Johann Weigel e Gian Maria Benzoni e le tele di Francesco Hayez raccordano il nucleo storico delle raccolte alla sezione moderna e contemporanea.

La sezione grafica conserva oltre 900 pezzi, tra cui disegni (tra cui una cospicua sequenza di opere di Gian Giacomo Barbelli) e stampe.
Le arti minori sono documentate da tre arazzi fiamminghi di metà Cinquecento; bronzetti, sculture in legno e terracotta, centinaia di porcellane e vetri, dal corredo di casa Tadini (tra cui un servizio di Meissen); calchi e medaglie (queste ultime non esposte e provenienti dai lasciti Tadini, Fortunato Canevali e Gian Battista Zitti); armi e armature; diversi strumenti musicali (quelli a corda risalgono alla scuola di musica istituita dal conte Tadini; l'organo, della Ditta Tamburini di Crema, risale all'inizio del Novecento).
Gli arredi che provengono dall'eredità Tadini e dal lascito di Francesco Zitti. I gessi didattici e i disegni realizzati dagli allievi documentano le vicende storiche della scuola di disegno.

Il nucleo originario della biblioteca del conte Tadini comprende testi di letteratura, storia, arte, scienze (inclusi alcuni incunaboli). I lasciti successivi hanno portato il patrimonio librario a circa 8000 volumi.

Fa parte dell'istituto anche una biblioteca: al nucleo originario di volumi del Tadini si sono aggiunti i lasciti di don Paolo Macario, primo direttore dell'Accademia, e in seguito di G.F. Gaia, degli eredi Banzolini, di Giulio Curioni.


Sede

Palazzo Tadini

Il piano nobile del Palazzo, fatto costruire appositamente dal Tadini fra il 1821 e il 1825, ospita la galleria, in ventitrè sale. Alcune conservano ancora l'impianto voluto dal Tadini, e in particolare:
la sala, decorata con affreschi in stile pompeiano, che conserva gli armadi settecenteschi che ospitano le raccolte archeologiche, ordinate in piccole vetrine neoclassiche;
la sala VIII, che ospita gli arazzi fiamminghi in un contesto di arredi, oggetti e dipinti da casa-museo;
lo scalone d'ingresso che accoglie le sculture dell'austriaco Johann Weigel (secondo le indicazioni del conte Tadini);
la galleria delle armi, ricostruita su modello di quella antica.

Degli elementi d'arredo, i mobili più importanti sono disposti nelle sale della galleria, per ricostruire l'ambientazione che il conte Tadini aveva in mente nell'organizzare l'Accademia; gli altri arredi sono collocati nelle aule e negli uffici.
L'ultima sala del percorso museale (sala XXIII) ospita la biblioteca antica (in alte scaffalature di stile neoclassico).
Al centro del Palazzo si trova la Sala dei Concerti o della Musica, dove da mezzo secolo di svolgono le annuali stagioni di musica da camera.
Nella Cappella del Palazzo, al centro del giardino, è collocato un cenotafio di Antonio Canova, dedicato alla memoria di Faustino Tadini.
Nell'ala seicentesca del palazzo è stata recentemente predisposta una Sala conferenze, insieme a spazi per le mostre d'arte.


Bibliografia

•La Galleria Tadini. Lovere, a cura di G.A. Scalzi, Lovere, 1969
•Accademia Tadini di Lovere e Collezioni private, II, in "Corpus Graphicum Bergomense. Disegni inediti di Collezioni bergamasche",   Monumenta Bergomensia, XXVII, Bergamo, 1970
•Gian Giacomo Barbelli di Crema († 1656), disegni inediti dell'Accademia Tadini di Lovere, con prefazione di U.Ruggeri, Monumenta Bergomensia, XXVIII, Bergamo, 1970
•Galleria Tadini. Guida rapida del visitatore, a cura di G.A. Scalzi, Lovere, 1995
•I restauri del Tadini, a cura di G.A. Scalzi, Lovere, Istituto di belle arti Tadini, 2000


Collegamenti

la Collezione

Link al catalogo Opere e oggetti d'arte
Link al catalogo Stampe ed incisioni
Link al catalogo Reperti archeologici


Galleria


Ultimo aggiornamento: 26 novembre 2019 [Claudia Corvi]

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