Industrie tessili (CO)

Asso Complesso serico Prato, Via Romagnoli 16. Epoca di costruzione inizio 1800

 

L’attività dei fratelli Emilio ed Ernesto Prato comincia nel 1815, ha il suo maggiore sviluppo intorno al 1840, e si protrae fino alla seconda guerra mondiale.
Il complesso è composto da vari corpi di fabbrica sia sulla riva destra che sulla sinistra del fiume Lambro. L’edificio produttivo ottocentesco è il nucleo originario che si affaccia direttamente sulla riva sinistra del fiume. Intonacato, quattro piani, saloni originari con capriate a vista, palazzina residenziale sobri elementi stilistici di ispirazione neoclassica. Più a monte lungo il fiume due torrette una delle quali contiene una turbina per la produzione di energia elettrica.
Attraverso un ponte si raggiunge il giardino della villa padronale dei primi del novecento, ampliata con due corpi laterali simmetrici negli anni trenta per ospitare l’Istituto Medico Pedagogico, oggi presidio dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Lariana.

1 Residenza
2 Filanda
3 Filatoio
4 Villa padronale
5 Lavatoio


Asso loc Ponte Oscuro Cotonificio Riccardo Livio, Via Ponte Oscuro 10. Epoca di costruzione presumibilmente 1830 e inizio ‘900

 

La ditta Riccardo Livio S.p.A. ha cessato la produzione nel 1978. Un successivo proprietario ha riattivato il torcitoio utilizzando gli impianti originari e la turbina del setificio Nessi (ex Prato) posta più a valle.
Lo stabilimento era caratterizzato dalla ruota in ferro mossa dalla caduta dell’acqua convogliata in una canalizzazione.
L’opificio è composto da più corpi di fabbrica di epoche diverse. Il più antico (1), parallelo al fiume è a pianta rettangolare, con finestre squadrate, a quattro piani, struttura in muratura con travi ed assi in legno, una colonna di servizi con piccole finestre a ogiva aggiunta nel 1876, tetto a falde e velette di legno. Il corpo di fabbrica (2), a cinque piani, ha ampie finestre ad arco ribassato e modanature in cottto di fattura modernista, struttura in muratura, solai con travi in ferro e tetto a falde. Ai due corpi più antichi si sono aggiunti negli anni Sessanta, sul retro, altri laboratori ad un piano.


Asso Filatoio di Cranno, Via Cranno 16. Epoca di costruzione prima del 1818

 

Il filatoio è sopra la villa e lo stabilimento della famiglia Verza, collegato da un percorso attraverso un giardino all’inglese. Lungo il percorso passava una conduttura idrica che utilizzava le acque del torrente Foce, che servivano il filatoio, la villa e fluivano nel fiume Lambro.


Canzo Villa Verza, Filanda. Epoca di costruzione anteriore 1796, ristrutturazioni del 1818 e 1850

 

La filanda dei Verza, insieme a quella dei Gavazzi, viene citata in un testo dell’800 come una delle più importanti della Lombardia. Anche per questo questi due opifici hanno visto l’intervento del più importante architetto della zona, Giuseppe Bovara, che intervenne sul corpo della villa e probabilmente sugli opifici del primo cortile. E’ probabilmente sua la ristrutturazione della porta d’ingresso al complesso. In corrispondenza del portone rimane oggi parte di un loggiato, in bugnato gentile, arricchito nelle chiavi di volta da piccole testine in pietra, uno dei pochi elementi sopravvissuti alle ristrutturazioni moderne.

Nella seconda metà del ’700 l’imprenditore Carlo Verza (1749-1833) acquistò terreni località Cranno, presso la cascata Vallategna, a monte della filanda (vedi scheda Filatoio di Cranno). Costruì una casa colonica, un mulino, un primo edificio per la filatura della seta. Il torrente Foce fu in parte deviato verso gli stabilimenti. Agli inizi dell’Ottocento la filanda Verza occupava circa 1300 addetti.

Una porzione dello stabile passò alla famiglia Conti-Valsecchi, che continuò per un certo periodo l’utilizzo dell’acqua motrice con la costruzione di una piccola turbina.
Un’altra porzione fu acquistata dal pittore Salvatore Fiume nel 1946, che adattò a studio parte della vecchia filanda, che dal 1952 divenne anche la sua residenza. Lo studio ora è sede della Fondazione “Salvatore Fiume”.

Il complesso si articola intorno a due cortili formati da più corpi collegati da passaggi interni e portici.
1 Villa padronale, a due piani caratterizzato nella facciata posteriore da una parte centrale divisa da 4 lesene ioniche.
2 Filatoio a 5 piani
3 Filanda a due piani, contraddistinto da un timpano nel lato verso strada
4 Filanda a due piani con ciminiera e torretta.
5 Portico ristrutturato
6 Abitazioni operaie
7 Abitazioni per dirigenti ora condominio

Link scheda


Caslino d’Erba Complesso Tremolada, Via Roma, 6 – SETIFICIO.  Epoca di costruzione seconda metà dell’800

 

Il filatoio e la filanda sono sulla scoscesa riva destra del Lambro, con il filatoio più a valle e quasi a diretto contatto con il fiume. La produzione serica risulta essere cessata dopo la seconda guerra mondiale.
Gli ambienti sono stati ristrutturati a residenza.
Il filatoio (1) è a pianta rettangolare, con quattro ordini di finestre alternanti a file di aperture rettangolari e ad arco a tutto sesto. Copertura a falde a quattro spioventi.
La filanda (2) si sviluppa attorno a due cortili, con corpi a due e tre piani.


Como Tintoria Apparecchiatura e Stamperia Comense, poi Ticosa, poi Spontex, poi Comune di Como, Via S. Abbondio, 7/8.  Epoca di costruzione: 1872-1880 ; 1890-1900; 1920-22

 

L’azienda sorge nel 1872 per operare soprattutto nel campo della seta. Nel 1950 ha più di mille operai. Negli anni ’60 inizia un periodo di crisi che si conclude con la chiusura del 1982.
L’area viene rilevata dal Comune di Como, che avvia la procedura per un progetto di recupero. Nel 2007 cominciano i lavori, gli edifici vengono quasi tutti demoliti, ma lo sviluppo successivo non avviene per problemi di bonifica. Nel 2018 l’area, nel frattempo usata come parcheggio, è tornata nella disponibilità del Comune.
Rimane in piedi l’ex centrale termica con facciata a salienti e finestroni profilati in pietra (1920) da ristrutturare.


Como Tintoria Bruno Pessina, poi Nuova Tintoria Italiana Bruno Pessina, Via Borgo Vico 139  – TINTORIA STAMPA E FINISSAGGIO SETA . Epoca di costruzione: 1910-25

 

Negli anni Trenta la tintoria impiegava dai 90 ai 160 operai. L’azienda è rimasta attiva fino agli anni Ottanta. Rimangono le case operaie su via Borgo Vico e la ciminiera.

 Interno - Reparto per la tintura dei filati, Prima metà XX

Interno – Reparto per la tintura dei filati, Prima metà XX

Link schede fondo Soc. Acc. Tintoria Pessina – Como


Como Unione Industrie Seriche, poi Tintoria Subalpina, Via Borgo Vico 241 – TINTORIA STAMPA E FINISSAGGIO SETA. Epoca di costruzione: fine secolo XIX; 1915-20

 

L’attività dell’Unione Industrie Seriche, che prevedeva un intero ciclo di lavorazione della seta (tintoria, stampa e finissaggio) cessa nel 1832. Nel 1935 gli edifici vengono rilevati dalla società Tintoria Subalpina, che chiude nel 1997. Dal 2009 al 2017 il sito viene sottoposto a una drastica riconversione residenziale e alberghiera.
Rimane un edificio a due piani con finestre profilate in pietra originariamente adibito e mensa e portineria, ed è stato ricostruito un fronte dello stabilimento sulla piazza pedonale.


Lomazzo Cotonificio Somaini e villaggio operaio, Via Trento, 35. Epoca di costruzione:1893 ; 1897-98 ; 1907 ; 1930

 

Francesco Somaini, nato da una famiglia di negozianti di tessuti di Como, segue la carriera militare fino al 1893, quando fonda il cotonificio a Lomazzo, a pochi metri dalla stazione. Lo stabilimento è tra i primi ad usare il vapore come forza motrice. Dopo qualche anno introduce l’energia elettrica, che viene messa a disposizione di Lomazzo e dei comuni limitrofi.

Villa Somaini

Si legge in una pubblicazione del 1901: “In Lomazzo la ditta Somaini Francesco & C. possiede un opificio illuminato a luce elettrica da 12 lampade ad arco e 216 ad incandescenza, in cui sono occupati 127 operai; dispone di un motore a vapore di 250 cavalli e di 11.888 fusi; produce filati di cotone, trama e orditi”. (Ugo Tombesi, L’industria cotoniera italiana alla fine del secolo XIX, 1901).

Dal 1904 allo stabilimento  si aggiunse un vero e proprio villaggio operaio, con residenze, un convitto per operaie, bagni pubblici, scuola materna, asilo nido (1948-50), e tre cascine.
Il villaggio si sviluppa lungo il viale Somaini, e una porta ad arco ne segna l’ingresso dall’ingresso nord. Dall’ingresso sud, sul lato destro si notano residenze a tre e quattro piani, alcune a ballatoio. Sul lato sinistro la scuola materna con porta ad arco racchiusa da colonne classiche, e poi l’asilo nido dell’architetto razionalista comasco Gianni Mantero.

Lo stabilimento arriverà ad avere 1300 operai. La produzione è cessata nel 1973. Lo storico edificio produttivo è stato riconvertito dal 2010 in parte ad abitazioni, e in parte come sede del ComoNExT – Innovation Hub, parco scientifico e incubatore di imprese della Provincia di Como.

Link scheda


Merone, loc.Baggero. Tintoria Tronconi e Setificio Lejnati, Via Mazzini 3-5-7. Epoca di costruzione 1845 ca

 

Il sito è segnalato dalla cartografia del Brenna (1845 ca.) e si configura come un nucleo isolato dall’acqua che viene derivata dal Lambro e forma un canale che poi si rigetta nel fiume stesso. La strada passa su due ponti sul Lambro e sul canale. Il sito è composto da edifici a due, tre, quattro piani affiancati lungo il fiume.
1 Mulino (ex oleificio-torchio) risalente al 1722, ora adattato alla funzione di micro-centrale idroelettrica e a museo. L’edificio ospita dal 1922 un laboratorio che fabbrica zoccoli di legno ancora in attività.
2 Area ex filanda
3 Ex tintoria Tronconi, oggi eco resort.


Merone, Fraz. Maglio, Filanda Isacco, poi Industrie Tessili ITB, Via Isacco e Via Marconi – PETTINATURA DI  CASCAMI DI SETA . Epoca di costruzione circa 1862

 

Il complesso risulta disorganico a causa di diversi accrescimenti. La ditta Isacco rappresentava per la zona il simbolo dell’Ottocento industriale, richiamando molta manodopera. Il corpo della lavanderia utilizzava una struttura precedente utilizzata come maglio per la lavorazione del ferro. Poco più a nord, in località Stallo, c’è l’edificio che fa parte dell’opera idraulica “Cavo Diotti” che a partire dall’Ottocento regola il lago di Pusiano e di conseguenza il fiume Lambro, fonte di energia del primo insediamento industriale.

1 corpo a quattro piani
2 corpo a tre piani ex lavanderia
3 ponte in muratura
4 ponte in ferro con targa del 1877
5 Capannoni recenti Industrie Tessili Bresciane
6 Edificio abitazione a due piani
7 Asilo “Zaffirio Isacco”, oggi biblioteca, in stile chalet.

Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre 2020 [cm]