La geografia delle deportazioni
Molto prima dell’invasione della Polonia il sistema dei campi di concentramento era già in piena attività nel territorio del Terzo Reich, dove già nel 1933 fu introdotta la «custodia protettiva» per chiunque avesse dato il minimo segno di potenziale opposizione al nuovo regime. Le SS ne assumevano la custodia, mentre l’assegnazione al campo avveniva per semplice provvedimento della polizia (il Fascismo in Italia aveva già dato la sua lezione, con la destinazione degli avversari politici al confino di polizia). Così nel 1933 nacquero Dachau e poco più tardi il campo di Buchenwald.
La Polonia (che contava allora quasi quattro milioni di ebrei) presentava il problema più complicato anche proprio per la questione della persecuzione razziale, che si risolse con la distruzione pressoché totale del popolo ebraico, insieme all’annientamento di coloro che si opposero alla occupazione nazista.
Anche nel resto dell’Europa, compresa l’Italia, iniziarono le persecuzioni. In Italia l’antisemitismo aveva già avuto il proprio riconoscimento giuridico con le leggi razziali del 1938, che a loro volta si innestavano sul razzismo coloniale sviluppatosi in modo particolare a partire dalla conquista dell’Etiopia, e avrebbe avuto la sua manifestazione più estrema nella partecipazione del fascismo di Salò alla deportazione e allo sterminio degli ebrei italiani.
Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre 2020 [cm]